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Pippa e la manifattura tabacchi

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Un ritaglio di storia catanese è racchiuso in un album fotografico che il figlio e i nipoti hanno voluto dedicare a Pippa per i suoi novantanni.  L’album è accompagnato da un racconto molto vivace, opera di Lorena Salerno e, grazie ai Siciliani giovani, è stato diffuso in rete.
Attraverso le foto d’epoca e il racconto, ricco di frasi in dialetto, della protagonista e di quanti le sono stati vicini, si rivivono le sensazioni e i pensieri di questa donna che a 17 anni fece ingresso nella Manifattura tabacchi di via Garibaldi a Catania: il rapporto coi gerarchi fascisti, le angherie dei capireparto, le preoccupazioni delle operaie, la corsa ai rifugi al suono delle sirene, i viaggi in corriera per raggiungere Randazzo, sede momentanea dell’attività, la fine della guerra sono la cornice di una vita trascorsa tra le foglie di tabacco e i pacchetti di sigarette.
Pippa, donna “semplice e senza grilli per la testa”, sempre con le mani “spaccate” per la colla che conteneva allume liquido, iniziò a lavorare l’otto marzo del 1936, si sposò l’anno seguente ed ebbe tre figli. “Alla manifattura c’era la sala materna e ogni balia ne aveva quattro di piccirilli da accudire e a turno quand’era l’ora della poppata tutte le mamme lasciavano il lavoro e scendevano nella sala dai loro figlietti e si arriccriavano tutte a darici u latti e anche se le mani ci facevanu feto di tabacco il latte era profumato e saporito. Del resto le condizioni erano queste: il permesso veniva concesso solo alle operaie che portavano i figli lì alla manifattura mentre per le altre “ca vulevano restare a casa” non c’erano né permessi né pause e manco stipendio”.
Non perse mai la grinta, anche nei momenti più difficili, da vera popolana. “Ma le fimmini avevano una forza misteriosa e Pippa questa forza ce l’aveva stampata in fondo al cuore, era la forza di sdrammatizzare il dolore, di renderlo bello, buono, di non farsi fare ancora più male da questo dolore”.
Lavorò fino al 1977 e, dopo oltre trent’anni, questa storia – grazie a figli e nipoti – entra nella memoria di una città che facilmente dimentica.
Leggi la storia di Pippa a questo link

3 Comments

  1. Trovo la vostra opera essenziale. Vivo al “NODD” e avere scoperto che esistono persone che non dimenticano non mi ha stupito, mi ha inorgoglito
    vedere che queste persone, anche e soprattutto, operano in un tentativo commovente di risvegliare le coscienze e svolgere la funzione di faro nella tempesta.

  2. La storia di Pippa è molto commovente ed è soprattutto resa vivida dalla narrazione di Lorena Salerno.

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