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Pescheria e dintorni, ricette per la crisi

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Riaprire al transito delle automobili il tratto di via Dusmet adiacente alla Pescheria non servirà a impedire il declino del nostro tradizionale mercato storico.
Un declino indubbio, che tutti constatiamo, ma che non può essere affrontato senza individuare le molte cause che lo hanno determinato.
E’ questa l’opinione della LIPU, che – con una lettera del suo delegato locale, Giuseppe Rannisi – ha voluto fornire al Sindaco Pogliese e all’assessore Balsamo alcuni spunti di riflessione per guardare al “sistema Dusmet-Pescheria” in modo più articolato e complessivo.
C’è indubbiamente dietro questo intervento la preoccupazione di salvaguardare l’ambiente e la vivibilità della nostra città, dove le aree pedonali si contano sulla punta delle dita e andrebbero  estese nella prospettiva di una ‘mobilità dolce’ che privilegi piste ciclabili e uso di mezzi pubblici.

porta Uzeda prima del blocco

Tornare indietro e ripristinare il traffico veicolare nella piccola porzione di via Dusmet dove esso è attualmente interdetto non migliorerebbe certo la qualità della vita dei cittadini e avrebbe un valore, anche simbolico, negativo.
Ma c’è soprattutto il tentativo di analizzare i cambiamenti più generali che hanno generato la crisi della Pescheria: dalla diffusione dei Centri commerciali allo spostamento di molti catanesi nei paesi dell’hinterland, con conseguente riduzione del numero di abitanti della nostra città; dalla diminuzione del consumo di carne e pesce, segni di un cambiamento culturale in atto, alla ricerca di maggiori garanzie di igiene e tracciabilità.
Tutte cause che nulla hanno a che fare con il ripristino del transito delle automobili.
Si dovrebbe piuttosto – scrive Rannisi – realizzare un sistema di trasporto pubblico che, dalle diverse circoscrizioni, consenta di raggiungere agevolmente piazza Duomo e la Pescheria.
E proprio perchè la Pescheria è un’area importante della nostra città, che ha anche una valenza turistica e folklorica, la sua conoscenza e la sua frequentazione andrebbero in vario modo promosse e incoraggiate.
E la sua gestione migliorata, anche con il rispetto di regole igieniche e sanitarie che rispondano alle esigenze del nostro tempo.
Ecco il testo integrale del Comunicato

Al Sindaco di Catania , Salvo Pogliese

All’Assessore Attività Produttive , Ludovico Balsamo

Apprezziamo l’impegno del Sindaco a voler approfondire il problema del declino in cui versa il mercato storico della Pescheria le cui cause qualcuno associa solo alla chiusura al traffico veicolare del tratto di Via Dusmet.
Desideriamo fornire degli spunti di riflessione per una visione più complessiva del sistema Dusmet-Pescheria.
La crisi della Pescheria ha radici lontane, anteriori certamente alla chiusura parziale al traffico del tratto finale di via Dusmet. La geografia del Commercio a Catania si è modificata con la creazione dei Centri Commerciali, com’é noto, ma anche con lo spostamento di una grossa parte della popolazione catanese verso i Comuni dell’Area Metropolitana.
Tale spostamento ha portato molti cittadini nati a Catania a ridurre i legami culturali e commerciali col nostro centro cittadino. La popolazione di Catania negli ultimi anni si è ridotta notevolmente con svuotamento del Centro storico e con sostituzione di residenti e di attività commerciali di differente tipologia rispetto a solo alcuni anni fa.
Una delle conseguenze di questi due fatti è il declino della Pescheria col risultato che negli ultimi anni molti dei banchi hanno chiuso i battenti: sono rimaste poche macellerie, poche attività di frutta e verdura, sono diminuiti fortemente i venditori occasionali.
E tutto ciò è iniziato ben prima della chiusura al traffico di via Dusmet.
Ma c’è un altro spunto di riflessione, la riduzione complessiva dei consumi di carni. Ciò è riscontrabile ovunque nella nostra città. Ovunque hanno chiuso o sono in difficoltà macellerie storiche dove una volta occorreva fare la fila per comprare la carne. Ed anche i negozi di quartiere di vendita di pesce sono diminuiti o hanno ridotto enormemente la quantità di pesce venduto.
E’ in atto una modifica culturale della nostra società.
Molti si sono indirizzati all’acquisto di pesce di allevamento e molti non conoscono più il pesce selvatico del nostro mare, ed anche per questo non apprezzano più la Pescheria.
Arriva alla nostra tavola una quantità di pesce proveniente da “fuori”, da filiere commerciali che prima non esistevano e che oggi alimentano i supermercati.
A questo si aggiunge che alcuni degli avventori in Pescheria non accettano di comprare pesce sottomisura o vietato, altri non sopportano l’indecenza dei rifiuti della pulizia del pesce buttati a terra nel fango con problemi igienici non indifferenti.
Anche la non tracciabilità di alcuni prodotti venduti, peraltro problematica comune all’altro mercato storico di Piazza Carlo Alberto, non aiuta il mercato storico.
E questi sono punti di debolezza molto rilevanti. Oggi vediamo solo poche persone, anziane, aggirarsi fra i banchi del mercato.
Occorre invertire la tendenza con azioni che riportino le persone in Pescheria. Fra le tante strategie che Codesta Amministrazione sta già certamente predisponendo vorremmo suggerire di organizzare mezzi pubblici che dalle diverse circoscrizioni portino in piazza Duomo, facendo conoscere ad un pubblico più ampio i punti di forza della pescheria dove vengono commercializzati prodotti ittici ed agricoli genuini del nostro territorio a prezzi convenienti.
Suggeriamo di coinvolgere le scuole, in quanto il mercato storico è cultura e insegnamento di vita, le massaie, gli anziani, organizzare la ristorazione, manifestazioni ecc.
Inoltre sono molti i fotografi che colgono l’aspetto folkloristico degli operatori del mercato e questo va messo a frutto con una promozione opportuna e soprattutto mettendo in risalto i valori presenti nella Pescheria che oltre a quelli commerciali sono anche turistici.
E’ chiaro che qualsiasi rilancio deve passare attraverso il rispetto di regole igieniche e sanitarie, rispettando standard di qualità a cui l’attuale mercato va indirizzato per renderlo adeguato ai tempi.
Si ritiene altresì importante il mantenimento dell’attuale chiusura al traffico di via Dusmet per avviare anche Catania verso un sitema di mobilità più a misura d’uomo e la pubblicizzazione di ulteriori aree di parcheggio da reperire nelle zone limitrofe.
Sempre disponibili ad un incontro per contribuire ad affrontare i molteplici aspetti e problemi della nostra Città, cogliamo l’occasione per porgere Cordiali saluti.
Il delegato Lipu, Giuseppe Rannisi

5 Comments

  1. Ottimo e puntuale, come sempre Giuseppe Rannisi. condivido tutti i punti che ha esposto e che credo abbiano diritto ad una particolare attenzione; per quanto mi riguarda vorrei ricordare la vicenda degli euroturisti che lamentandosi delle carenze igieniche provocarono l’intervento degli ispettori comunitari. In quella occasione, come spesso accade da Noi a dimostrazione di proverbiale furbizia, la nostra amministrazione se ne tirò fuori e gli euroispettori trovarono anche gli operatori con il cappellino. Solenne presa in giro per loro ed anche per Noi che non risolse il problema, anzi lo aggravò ulteriormente. E’ possibile pensare a ragionamenti finalmente “adulti” sulla questione generale in modo da contribuire ad una “ripresa” di interesse per il mercato che se è “storico” deve cambiare regole ed approccio. La questione pedonale dovrebbe essere il leitmotiv.

  2. Frequento la pescheria, compro pesce e altro. Devo in effetti lamentare l’illegalità diffusa relativa alla vendita di pesci di taglia vietata e la assoluta non tracciabilità del pesce, dove in un negozio di città vengono elevate contravvenzioni di migliaia di euro per un cartellino mancante.

  3. I catanesi purtroppo pensano di dover arrivare dappertutto con l’auto. Ma la situazione del trasporto pubblico non aiuta a cambiare mentalità

  4. La crisi della pescheria ha una soluzione semplice: abbassino i prezzi del pesce o meglio, li adeguino a quelli dell’altro mercato di piazza Carlo lberto, “a fèra”… e vedranno come la gente tornerà a comperare… non si può pretendere che si vendano solo i “masculini”, per giunta quando superano i cinque euro al chilo rimangono lì… e sappiamo che da anni anche in Pescheria arriva il pesce importato dall’estero tranne pochissime specie locali… gli anziani si sono impoveriti e non si può pretendere di più..

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