Non gettare la spugna, una settimana di mobilitazione contro le stragi in mare

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C’è chi non ha gettato la spugna, chi non si rassegna al migranticidio, all’ignobile retorica della sostituzione etnica, a considerare “carico residuale” chi scappa da guerra, fame e da un ambiente sempre più ostile e senza diritti.

CarovaneMigranti, Mem Med Memoria Mediterranea e Caravana  Abriendo Fronteras, realtà presenti nel bacino del Mediterraneo, che operano in Europa, ma anche nei paesi rivieraschi dell’Africa, sono fra coloro che non hanno gettato la spugna. Continuano ad opporsi alle tante, troppe, guerre che attraversano e devastano il pianeta costringendo masse sempre più ampie di popolazione ad abbandonare i propri territori. Sottolineano l’illegittimità, oltre che l’impraticabilità dei blocchi navali e denunciano l’idea ridicola, se non fosse tragica, di creare un’isola artificiale per contenere i migranti.

Una denuncia, quella relativa al trattamento riservato dalla civile Europa ai migranti e alla presunta invasione del nostro Paese, non ‘ideologica’, ma che parte dai numeri reali. Secondo i dati Eurostat i richiedenti asilo in UE nel 2022 sono stati 1 su ogni 81 abitanti in Austria; 1 su 382 in Germania; 1 su 408 in Spagna; 1 su 493 in Francia; 1 su 768 in Italia! Peraltro, nel nostro Paese si continua a parlare di emergenza, ovvero di circostanze impreviste, a fronte di una realtà, purtroppo consolidata nel tempo, rispetto alla quale le scelte demagogiche e repressive (e non solo di quest’ultimo governo) hanno dimostrato e dimostrano di essere totalmente inefficienti e, soprattutto, contribuiscono ad accrescere morti e disperazione.

Da qui la promozione, in Sicilia, di una settimana di mobilitazioni – dal 28 settembre al 3 ottobre per un’isola aperta, solidale e smilitarizzata. Una carovana della speranza che vuole ritessere una rete della solidarietà, da tempo in crisi nella nostra regione, riunendo di nuovo insieme quanti, nei vari territori, continuano a impegnarsi contro il razzismo e per l’accoglienza. Catania, Pozzallo, Augusta, Sigonella, Caltanissetta/Pian del Lago, Porto Empedocle, Campobello di Mazara e Palermo le tappe previste.

L’idea di questa iniziativa è nata a Torino durante la presentazione di Memoria Mediterranea (Mem-Med) e l’esposizione dei Lenzuoli della Memoria. “Dal Centroamerica ai Balcani, dal Mediterraneo alle Canarie; dalla frontiera di Trieste a quella italo-francese: sono dieci i lenzuoli della memoria migrante. I lenzuoli, come le pagine di un libro aperto, sono occasione di memoria attiva, luogo di solidarietà, incontro di comunità che cercano ‘Verità e Giustizia’. Da anni viaggiano di Paese in Paese, attraverso le iniziative delle Carovane, per preservare le storie delle persone, per dare nomi ai numeri, per riportare in vita la memoria degli scomparsi nel tentativo di attraversare un confine alla ricerca di un futuro degno”.

Ogni luogo raggiunto rappresenta uno spazio da sottrarre alla logica della morte e dello sfruttamento. A Pozzallo, Pian del Lago e Porto Empedocle sono presenti Hotspot ed è previsto un nuovo CPRI (Centro Per Rimpatri Immigrati). Augusta (base della sesta flotta statunitense) e Sigonella rappresentano fondamentali strutture militari della NATO e degli USA, con Sigonella, che sta ‘crescendo’ ulteriormente ed è particolarmente attiva nella guerra in Ucraina. A Campobello di Mazara si svolgerà una manifestazione di migranti solidali, in ricordo di “Omar Baldeh, 36 anni, bracciante agricolo, originario della Guinea Bissau, deceduto nell’incendio che distrusse la baraccopoli dove vivevano i migranti impegnati nella raccolta delle olive tra Campobello di Mazara e Castelvetrano”. A Cinisi la Carovana sarà accolta nella Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, mentre a Palermo, dopo un’iniziativa antimilitarista alla Fincantieri, si susseguiranno eventi promossi dalle organizzazioni antirazziste palermitane, dall’associazionismo migrante ed anti- militarista per una memoria viva che non dimentichi il decimo anniversario della strage di migranti a Lampedusa e i crimini del regime di frontiera della fortezza Europa.

Un programma denso e ambizioso, ma è il minimo per non essere considerati complici.

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