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La scomparsa di Cristina Cascio. Cosa perde Librino, cosa ha perso Catania. E cosa ci ha lasciato

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Cristina Cascio, dirigente dell’Istituto Musco di Catania ci ha lasciati. Da ‘semplice’ preside, dal ponte di comando della “sua” scuola, ha fatto più di quanto abbiano fatto sindaci e amministratori, di ogni colore politico, per mettere in relazione Librino e la città. La “sua” scuola questo è stato e questo continua ad essere: un canale permanente di comunicazione, una formidabile infrastruttura culturale tra Librino e la città. La compostezza, la serietà, gli occhi lucidi le parole di stima e affetto con cui le ragazze e i ragazzi hanno accompagnato il suoi funerali sono lì a dimostrarlo. Catania perde un’intellettuale vera e autentica. La sua è stata una scelta di campo a fianco dei ceti popolari in cui il sapere ha rappresentato la più grande occasione di emancipazione.

Oggi su Argo Sara Fagone ricorda la donna libera e fiera, di cui è diventata amica personale nel corso delle battaglie combattute, fianco a fianco, per il quartiere. Affinchè non vada perduto il bagaglio e il modello che Cristina ci ha lasciato.

Molte belle parole sono state dette per ricordare Cristina Cascio, ma vorrei aggiungere alcune note e ricordi personali, per fa sì che le persone che non hanno avuto modo di conoscerla sappiano chi abbiamo perso per sempre.

Cristina Cascio non era solo la Dirigente dell’Istituto Musco. Nel quartiere in cui lavorava, ha cercato in tutti i modi di far cambiare la retorica semplicistica e fastidiosa che vede molti giornali e parte dell’opinione pubblica impegnati a descrivere Librino come un covo di spacciatori e di delinquenti o di nullafacenti in cerca di assistenza e beneficenza.

Lei ha saputo trasformare un istituto comprensivo ordinario in un polo culturale d’eccellenza, esaltando le potenzialità di un contesto, Librino, utilizzato da altri come un brand negativo. E lo ha fatto con dedizione, entrando ogni giorno a scuola di mattina e uscendone solo a tarda sera.

Sono stata davvero fortunata ad averla incontrata e aver fatto un pezzo della mia strada con lei. Il nostro è stato un rapporto nato in maniera formale e trasformatosi in un autentico legame, fatto di grande stima e autentica amicizia.

Sin da subito, quasi 20 anni fa, quando abbiamo fatto i primi passi nella costituzione della Rete Piattaforma per Librino, Cristina si è lasciata coinvolgere dimostrando grande interesse e non si è risparmiata nel portare avanti un lavoro certosino di elaborazione di un documento di analisi e proposte programmatiche, preparato attraverso tavoli di lavoro e assemblee a cui partecipava attivamente in prima persona, insieme a noi tutti delle associazioni che ne facevano parte.

Lo scopo era anche quello di modificare, contestualmente, il modo con cui viene guardato Librino: non una periferia degradata ma una parte vitale ed essenziale della città, da cui provenivano idee e indicazioni valide per tutta la cittadinanza.

Per questa ragione già alla prima stesura del documento della Piattaforma avevamo chiesto decentramenti amministrativi, la presenza di un assessorato, il centro direzionale, la cittadella della polizia, l’ospedale, centri sportivi di eccellenza, scuole superiori. Perché solo se fossero “costrette” a venirci per la scuola o per lavoro o perché solo qui si trovano alcuni uffici importanti, le persone si renderebbero conto delle bugie o esagerazioni messe in atto per squalificare questo luogo.

Vedendo il disinteresse della politica, che, ad eccezione dell’ospedale, ha disatteso ogni richiesta, Cristina Cascio ha cercato di dimostrare con i fatti come si cambia un quartiere e la percezione che se ne ha quando viene fruito anche da chi non lo abita.

Per debellare la dispersione scolastica, concentrata nel passaggio dalle scuole medie alle superiori (si pensi che nelle scuole superiori oltre il 30 % degli studenti di Librino abbandonava la frequenza o veniva bocciato già al primo anno) nacque la proposta di istituire istituti omnicomprensivi all’interno del quartiere.

Cominciò così una dura e lunga lotta di cui Cristina è stata protagonista, insieme a Santo Molino dell’istituto Pestalozzi e agli altri soggetti che fanno parte della Piattaforma per Librino.

Cascio si è messa contro tutti quelli che si opponevano al progetto, compresi gruppi di colleghi che arrivarono al punto di firmare appelli contro l’istituzione di tali istituti, adducendo motivazioni strumentali, ad esempio sostenendo che per i ragazzi di Librino fosse un danno non doversi recare in centro città, dove avrebbero potuto emanciparsi, o che l’istituzione di questi istituti andasse contro una legge nazionale che ne permette la fondazione solo nelle zone montane e nelle isole.

La lotta fu lunga, sì, ma alla fine fu vinta, anche se dei 7 Omnicomprensivi proposti, ne vennero istituiti solamente 2 (I Licei al Musco e l’Istituto Professionale Alberghiero al Pestalozzi).

Dopo aver ottenuto, al Musco, il liceo artistico e musicale, con la sua capacità di vedere oltre, Cristina Cascio volle richiedere l’indirizzo coreutico, che non è presente nella provincia di Catania e pochissimo presente in tutta la Sicilia. I fatti hanno dimostrato che la scuola, ormai considerata d’eccellenza a livello nazionale, è divenuta un polo di attrazione ed è fruita anche da pendolari che provengono da fuori città e da fuori provincia.

Si è così ottento di avere percorsi di qualità, situazioni di eccellenza e unicità, proprio a Librino. E per questa ragione, quando un’altra scuola cittadina, pur non avendo i requisiti necessari, chiese di avere anch’esssa un indirizzo coreutico che la Regione concesse, nonostante i pareri negativi delle commissioni provinciali, ci indignammo molto, per prima lei.

Ci confrontavamo su tutto, per ogni lettera, denuncia, iniziativa. Non dimenticherò mai la sua ironia, il suo modo di esprimersi, con toni che rasentavano il sarcasmo, quando incontravamo alcuni assessori che non capivano la serietà delle nostre istanze, del nostro ragionamento, di una progettualità che andava oltre l’immediato.

Donna orgogliosa, fiera e diretta, non amava chi veniva a Librino a fare “il salvatore della patria” o a dispensare consigli e suggerire azioni senza nemmeno conoscere il quartiere. Non amava chi parlava di Librino con toni di pietà e commiserazione, “non vogliamo beneficenza” diceva in tono arrabbiato, e rispondeva a tono, con la sua mitica ironia, mettendo fine ad un dialogo che non aveva più ragione di essere.

Anche nella malattia, che non ha mai nascosto e che ha combattuto con tutte le sue forze, senza preoccuparsi di coprire i capelli caduti e recandosi a scuola subito dopo la terapia, mai in lei è apparso un velo di auto commiserazione o di vittimismo.

Una donna colta, preparata e determinata che non si è mai risparmiata, che ha anteposto l’impegno civile e la sua scuola alla famiglia e a se stessa, che non ha mai cercato appoggi politici. E che non ha avuto nessun riconoscimento politico, mai – infatti – le è stato offerto un assessorato o proposto altro incarico fuori dall’istituto. Sapevano benissimo che non avrebbe mai chinato il capo davanti a nessuno, e sarebbe stata capace di andare contro chiunque per il bene della scuola, del quartiere, della città tutta.

Eppure la città ne avrebbe avuto lustro, avere lei nel gruppo dirigente sarebbe stato non solo un riconoscimento del suo valore e delle sue competenze, ma anche un vantaggio per la città e i suoi cittadini, che avrebbero avuto a che fare con una donna dalle competenze vere, non millantate a parole.

Ma non c’è da stupirsi, Catania da decenni non esprime rappresentanti politici e amministratori competenti, ma solo personaggi che ostentano le loro appartenenze. Per questo oggi Catania è la città che è diventata.

La città, perdendo Cristina Cascio, ha perso una voce importante, anche critica, ma capace di fare riflettere, ha perso una persona diretta e leale.

Io, oltre tutto questo, ho perso un’amica, e credo che il valore di una donna come Cristina debba essere ricordato per sempre e possa rappresentare un esempio per tutti.

Alla preside hanno dedicato parole di ringraziamento gli alunni, i docenti e tutto il personale scolatico dell’Istituto Onnicompremsivo Musco, in un toccante video, girato dai ragazzi del Liceo Artistico

4 Comments

  1. Condivido tutto..era una donna speciale,una dirigente incredibile con cui sono onorata di essermi confrontata negli anni di vicepresidenza alll IC Tempesta. Grande Cristina..che il tuo vita sia lieto e sereno

  2. Grazie Sara, la tua è una nota lucida e appassionata, che descrive una donna certamente pregiata che nei suoi molteplici atti di azione ha esaltato la funzione educatrice operativa della scuola e il primario ruolo civile nella sua missione fondamentale: strumento privilegiato di insegnamento dei canoni della Costituzione.

  3. Una donna veramente speciale che ha fatto tanto per Librino con intelligenza passione e lavoro. Grazie Cristina

  4. Io credo che #librino abbia acquistato una forma mentis che la DS in questi vent’anni ha fatto nascere, mancherà con la sua energia e la sua propositività a restare ancorati alle cose belle che anche nel mio quartiere accadono se ci sono luoghi di educazione veri come quelli che lei è stata capace di fondare, è stata capace di costruire un metodo che continuerà a seminare e far crescere frutti come lei desiderava

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