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La 'flotta di carta' ed altre storie

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Un naufragio simbolico, che non si è quindi trasformato in tragedia, è quello che ha coivolto la barca di carta che l’artista tedesco Frank Bolter ha realizzato a Procida, Capitale itaiana della cultura 2022, con la collaborazione dei bambini di alcune scuole isolane.

La barca, di nove metri per due e mezzo, non è riuscita – come previsto – a coprire il tratto tra la spiaggia della Lingua e la terraferma, dimostrando la sua fragilità. L’artista ha voluto così rappresentare visivamente la fragilità delle imbarcazioni con cui i migranti si avventurano verso l’Italia partendo dalle sponde dell’Africa.

Circa 2000 bambini hanno messo in acqua, in contemporanea, le loro barchette, “realizzate in materiali ecosostenibili a margine di un percorso di lettura e di scrittura creativa sui temi dell’inclusione, dell’accoglienza e della cooperazione”.

04 Barchette di carta in mareL’evento, ‘La flotta di carta’ è stato pensato per lanciare un duplice messaggio, di inclusione per un verso e di fiducia nella forza dell’agire comune dall’altra. Era, inoltre, collegato all’iniziativa “European Solidarity – Save lifes, change Dublin!” lanciata da una rete di Ong, organizzazioni europee e personalità attive sui temi dei diritti civili, dell’accoglienza e dell’integrazione, per chiedere ai governi Ue di abbandonare gli egoismi nazionali, modificare il regolamento di Dublino e dare finalmente sostanza al principio di solidarietà su cui è fondata l’Unione Europea”.

Non parlano di accoglienza e solidarietà verso coloro che cercano di raggiungere il nostro continente due notizie giunte entrambe nella giornata di ieri, 30 aprile 2022.

Come riporta Avvenire, la corte penale internazione de L’Aja ha riconosciuto che gli abusi commessi in Libia contro i migranti “possono essere qualificati come crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.

In seguito ad una circostanziata denuncia, firmata da giuristi italiani e internazionali, che hanno trovato una quantità sconcertante di conferme circa il ruolo della cosiddetta guardia costiera libica e di alcuni suoi ufficiali, sono emerse nuove accuse contro i governi europei, e specialmente quello italiano, “per le opache prassi di cooperazione con funzionari libici coinvolti in indagini internazionali per traffico di esseri umani, contrabbando di carburante, armi e sostanze illecite.”

Sempre in data 30 aprile le agenzie di stamnpa danno notizia delle dimissioni del direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, in seguito ad un rapporto dell’Olaf, l’agenzia antifrode dell’Ue, che lo accusa di essersi mostrato «sleale verso l’Ue» e responsabile di una «cattiva gestione del personale».

Una inchiesta giornalistica di varie testate inglesi, tedesche e francesi, documenta – inoltre – vari casi di respingimenti, (vietati dalle norme Ue e dal diritto internazionale), nell’Egeo, da parte della Guardia costiera greca con la complicità di Frontex, presente nell’area con funzioni di supporto e sorveglianza marittima.

Un caso esemplare, documentato da Der Spiegel, è quello di una motovedetta greca che, dopo aver fermato un’imbarcazione di migranti vicino a Lesbo, li ha fatti salire a bordo per poi metterli su una zattera senza motore e trainarli verso la costa turca. Leggeri avrebbe assunto su di sé l’indagine relativa al caso e avrebbe poi dichiarato che non vi erano state violazioni di diritti umani.

Non dimentichiamo che Frontex è considerata cruciale per la gestione dei flussi migratori, e che, in base alla riforma del 2019, disporrà di 10.000 guardie di frontiera e costiera entro il 2027, con poteri molto ampliati e un bilancio cresciuto a quasi un miliardo di euro.

Bilancio che peraltro, il 31 marzo scorso, il Parlamento Europeo ha rifiutato di approvare per accuse di irregolarità.

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