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C'è ancora speranza per il Mezzogiorno?

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Prima che sia troppo tardi. E’ questo il titolo, vagamente apocalittico, scelto dall’Associazione Memoria e futuro per lanciare un forum permanente sul Mezzogiorno, per “raccontare e capire il Mezzogiorno oggi, creare uno spazio pubblico dove far vivere idee e proposte. La necessità di ricominciare un discorso sulla Questione Meridionale dentro lo scenario pandemico e sulle opportunità offerte dal Recovery Fund.”

E’ stato presentato in streaming giovedi 11 scorso da Armando Sorrentino e Antonio Fisichella, avendo sullo sfondo un titolo ancora più sinistro, “Ultimo treno”, che certo non induce molto alla speranza.

Spes contra spem, obiettivo di questo forum, a cui hanno già aderito diverse associazioni impegnate sul territorio, ha spiegato Fisichella, è mantenere vivo un sentimento di speranza per disegnare un nuovo Mezzogiorno, e vuole essere permanente perché, ovviamente, la questione non può esaurirsi in alcune conferenze.

La speranza è riposta soprattutto in un utilizzo opportunamente orientato delle consistenti risorse che saranno messe a disposizione dal Recovery Fund con l’obiettivo che siano capaci di modificare, almeno in parte, gli attuali parametri della nostra politica economica a trazione nordista, come ha indirettamente ricordato, a proposito della priorità dei vaccini, l’ineffabile (e, purtroppo, indimenticabile ministra della Pubblica Istruzione) Letizia Moratti, accingendosi a sostituire quel fenomeno di Giulio Gallera, titolare delle straordinarie performance esibite ultimamente dalla Sanità lombarda e proposte come modello a Draghi da Facciatosta Salvini.

Questo è stato l’auspicio espresso da Sorrentino, che ha indicato nell’agricoltura, e in modo particolare nello spopolamento delle aree interne, nel turismo, nelle infrastrutture e nella mobilità sostenibile, alcuni dei principali problemi dai quali bisognerebbe ripartire.

Risalendo al Piano Marshall del secondo dopoguerra, Fisichella ha ricordato i benefici effetti che esso ha avuto sul Mezzogiorno, almeno nella sua prima fase di attuazione e prima che venisse fagocitato dal clientelismo politico, facendolo diventare uno dei principali motori della crescita complessiva del paese,

La logica di utilizzo delle risorse del Recovery Fund dovrebbe essere la stessa, ha sottolineato Fisichella, fatte salve le differenze dei tempi e i diversi obiettivi su cui bisognerebbe orientarle, anche per fare tesoro, aggiungiamo noi, degli errori compiuti allora, con alcune scelte industriali come l’apertura di ben tre poli petrolchimici, che nel tempo si sono dimostrati incapaci di stimolare in modo consistente l’imprenditoria locale, oltre che disastrosi per l’ambiente.

Questo, in sintesi, il progetto del forum, che arriva a proposito in un momento in cui, con l’inedito (ma fino a quanto?) governo Draghi, si sta provando a ripartire dopo lo tsunami del Covid 19, peraltro non ancora esaurito.

Anche perché non ci è ancora chiaro come si ponga questo nuovo governo rispetto ai problemi del Mezzogiorno che questo forum vuole riportare al centro dell’attenzione.

I due appuntamenti già programmati sono per venerdì 19 febbraio alle 16, con gli interventi di Adriana Laudani, presidente di Memoria e Futuro, Adriano Giannola, presidente dello SVIMEZ, Isaia Sales, storico delle mafie, Tonino Perna, sociologo economista.

Venerdì 19 marzo alle 17 è prevista la presenza di Fabrizio Barca, del Forum diseguaglianze e diversità, Gianfranco Viesti, economista, ed Emanuele Felice, responsabile economico del Partito Democratico.

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