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Pari Amore, uno sportello di ascolto per prevenire la violenza di genere

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Un centro di ascolto all’interno di una scuola, per cominciare dai giovani, per promuovere relazioni pari tra adolescenti e prevenire la violenza di genere.
Da febbraio di quest’anno, tre volte a settimana, nella biblioteca dell’Istituto Vaccarini di Catania, è attivo uno ‘sportello’ di consulenza non specialistica, per accogliere e ascoltare ragazze e ragazzi ma anche docenti e genitori, della scuola e del territorio, che vogliono chiedere un parere, un’informazione, un suggerimento, “avendo osservato o vissuto, o essendo venuti a conoscenza di situazioni di disagio, sofferenza o violenza nelle relazioni di coppia”.
Lo sportello, ‘Pari Amore’ è nato nell’ambito del progetto “Keep calm&no intimate violence”, coordinato dal Centro antiviolenza Thamaia, un percorso biennale di formazione di docenti e studenti, a cui hanno partecipato nove scuole superiori del territorio catanese.
Parallelamente è nato un ambito virtuale, un gruppo facebook, che – a differenza della comunicazione stereotipata, spesso sessista che caratterizza in genere questo social – vuole costruire uno spazio di comunicazione fuori dagli stereotipi, tendente ad una vera educazione alla parità e al valore della differenza.

alunni e Pina Arena
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Entrambi gli ‘sportelli’, reale e virtuale, sono gestiti da Pina Arena, docente esperta nei processi di educazione alle pari opportunità, e dagli studenti Pippo Guzzone, Marco Tomasello, Carla Freni, Erica Palmisciano, Samuel Russo, Josephine Sicali, Monalisa Surcica, Giulia Loreto, “che hanno partecipato al percorso biennale di formazione sui temi ed i problemi della prevenzione della violenza di genere”.
Dei casi proposti allo sportello, Arena racconta che “riguardano situazioni di stalking, possessività maschile sulla ragazza, ma anche femminile sul ragazzo; casi di violenza assistita e l’osservazione di disagio familiare, non solo della madre; situazioni di gelosia morbosa ed assillante; il potere e l’indisponibilità di lui a riconoscere a lei spazi di autonomia e libera scelta; utilizzo dei social, come strumenti di controllo e dominio e quindi di violenza”.
Senza la pretesa di trovare soluzioni, si possono suggerire linee di aiuto, soprattutto si può – attraverso il confronto – fare crescere la consapevolezza di quali siano i comportamenti inaccettabili e di quanto sia necessario impostare i rapporti su un piano di parità e di reciprocità.
“Nessun caso – prosegue Arena – si può dire realmente e veramente risolto, tutti sono casi aperti, ma tutti, posso dirlo con ragionevole certezza, hanno preso un percorso diverso, una strada, spero, verso una futura soluzione”.
E comunque è significativo che la maggior parte degli incontri abbia portato alla richiesta di nuovi altri incontri.
Con ‘Pari Amore’ prosegue il percorso portato avanti da questa docente che da anni lavora con i propri alunni educandoli al rispetto di sé e al pensiero critico.
Ne sono scaturiti spot e cortometraggi, concorsi e premi, coinvolgimento di altre scuole e collaborazioni con enti e associazioni, ma soprattutto è stato seminato nei giovani qualcosa di duraturo.

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