A Gabriele Centineo avrebbe fatto piacere sapere che la cerimonia organizzata per ricordarlo avrebbe avuto inizio con le note della Marsigliese.
E che il grande saluto collettivo di parenti e amici sarebbe avvenuto nel cortile della CGIL, confederazione in cui si è speso per tanti anni.
I ricordi emersi durante gli interventi hanno restituito un caleidoscopio di umanità e di politica straordinariamente ricco.
I Familiari hanno rievocato la sua naturale tenerezza, gli Amici la sua versatile gentilezza, i Compagni la sua intransigenza politica anche rude e, a volte, sprezzante.
Tutto nel segno di una personalità poliedrica accompagnata da una intelligenza sociale capace di cogliere il nesso tra bisogni umani ed azioni politiche.
C’è un motivo per cui, a ricordarlo, c’erano soprattutto i ‘compagni’ di tante battaglie, Gabriele aveva scelto consapevolmente – per tutta la vita – di non intraprendere una ‘carriera’ politica.
E nemmeno una carriera universitaria.
Nessun protagonismo, no ai canoni dell’opportunismo corrente. Solo la volontà di costruire un mondo più giusto, portandovi il suo radicalismo talora settario e la sua infinita generosità.
Leggi l’intervento a lui dedicato da Antonia Cosentino
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