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Corso Martiri, se settanta anni vi sembran pochi

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immagine cartografica dell'area demolita del quartiere San Berillo

C’è un futuro per Corso Martiri della Libertà? Una domanda legittima, visto che da settanta anni questa importante e centrale area catanese sembra destinata a rimanere una grande incompiuta. Da tempo l’Associazione Volerelaluna cerca di rompere silenzi e rassegnazione, in particolare sollecitando l’attuale Amministrazione Comunale a prendersi le sue responsabilità imprimendo quella svolta che può avviare a soluzione il problema nato con “la più grande speculazione edilizia del dopoguerra in Italia”, il risanamento del quartiere San Berillo.

Anche questa Amministrazione, infatti, rischia – come avvenuto in passato – di rimanere inerte e lasciare che i proprietari, con il ricorso a cavilli giuridici, prolunghino la situazione di stallo.

Oggi, dopo il rinnovo della ennesima Convenzione, firmata nel 2022, i proprietari di quelle aree hanno rinunciato a realizzare il parcheggio di piazza della Repubblica, opera di urbanizzazione primaria, propedeutica ad ogni altra, che avrebbero dovuto consegnare al Comune.

Volerelaluna chiede all’Amministrazione di avviare un’azione immediata e costringere i privati all’adempimento dei loro impegni, in tempi rapidi. Lo ha fatto per bocca di Mario Spampinato, nelle funzione di moderatore, a chiusura dell’incontro pubblico organizzato, martedì 28 maggio, sul tema “La città non è solo un affare. C’è futuro per Corso Martiri della Libertà?”.

In 2-4 mesi di tempo, quindi entro l’anno corrente – ha detto Spampinato – sarebbe possibile definire il progetto esecutivo del parcheggio multipiano con relativo verde, un progetto già approvato nel 2019 ma che va adeguato alla nuova normativa e al nuovo prezziario regionale. Dopo questo atto e dopo il versamento, come fideiussione, dell’importo equivalente alla spesa prevista, ormai salita a circa 20 milioni di euro, potrà essere bandita la gara e avviati i lavori che, in base alla Convenzione rinnovata nel 2022, dovrebbero essere completati entro cinque anni dalla pubblicazione del bando di gara.

Se si vuole far valere l’interesse pubblico bisogna che i proprietari delle aree siano messi alle strette dall’Amministrazione. Essi hanno infatti dichiarato, a gennaio di quest’anno, di non essere disponibili a realizzare il parcheggio che richiede una spesa per loro infruttuosa, incuranti del fatto che si tratti dell’adempimento di un impegno da loro preso firmando la Convenzione del 2012, rinnovata nel 2022. Non è accettabile che i proprietari delle aree facciano valere gli impegni solo quando sono a loro favore, tocca al Comune esigere che gli obblighi vengano rispettati.

La soluzione non può essere quella prospettata dal sindaco che cercherebbe di ottenere dalla Regione i fondi per acquistare le aree che i proprietari non riescono a vendere per assenza di una domanda di mercato. Ancora una volta si farebbero solo gli interessi dei privati.

La vicenda del “Risanamento del quartiere San Berillo” è stata raccontata da Giulio Toscano con il supporto di una serie di slide che possono essere viste e scaricate a questo link. A partire dalla legge regionale speciale del 1954 fino all’oggi, con tutte le irregolarità, i contenziosi, gli arbitrati, gli indennizzi non dovuti, i profitti di decine di miliardi di lire che la speculazione su quelle aree ha procurato ai privati,

Prima di lui Carmelo De Caudo, segretario generale della CGIL Catania, a cui sono andati i ringraziamenti degli organizzatori per la disponibilità ad ospitare questo ed altri incontri pubblici, aveva tracciato un primo quadro della situazione, osservando come buona parte dei cittadini non sia adeguatamente informata su questa vicenda e sui suoi trascorsi.

Proprio per fornire le informazioni essenziali su questa storia lunga e complessa, l’associazione Volerelaluna ha distribuito, in occasione dell’incontro, un volantino con una sintesi argomentata e puntuale che può essere letta e scaricata a questo link. Uno strumento utile per chiunque voglia farsi un’idea non approssimativa della questione.

Giovanni Leone, architetto, ha parlato a nome dell’Osservatorio Urbano e Laboratorio Politico, che raccoglie cittadini, parrocchia e associazioni presenti nel vecchio San Berillo, aprendo una finestra su un’esperienza innovativa in atto in questo quartiere. Un’esperienza che – ha detto Leone – potrebbe non solo essere un’occasione di riscatto per San Berillo ma diventare anche una sorta di laboratorio per tutta la città.

Nato come ambito di confronto e di proposta per evitare che i progetti del Comune inseriti nel Piano Urbano Integrato risultassero poco coerenti con i reali bisogni dell’area, l’Osservatorio ha dovuto registrare come i propri contributi siano stati sostanzialmente ignorati dall’Amministrazione, con la quale si era messo in dialogo e non in contrapposizione. La partecipazione, peraltro prevista come requisito obbligatorio nell’utilizzo dei fondi del PNRR, è stata ridotta a meri atti formali e le associazioni sono state tenute all’oscuro dell’avanzamento dei progetti e delle eventuali ricadute delle proposte e osservazioni da loro presentate in un corposo documento.

Molto più significato il percorso iniziato dentro il quartiere, con un tentativo di radicamento che è partito dal ‘creare confidenza’ con le donne che lì lavorano e con i ragazzi stranieri che ci vivono, mediante attività sportive, dal calcio al ping pong, e momenti di convivenza facendo musica insieme. Ne stanno scaturendo la creazione di una squadra di calcio a tutti gli effetti e quella di un gruppo musicale multietnico. Non attività assistenziali, quindi, o tanto meno volte a coprire lo spaccio, facendo di quel quartiere una zona franca. Piuttosto un modo di ‘creare città’ e valorizzare la struttura morfologica del vecchio San Berillo che Leone definisce straordinaria e che andrebbe – a suo parere – in buona parte conservata.

Ed è qui che si rivela l’incapacità del pubblico ad intervenire, e farlo a partire da una idea condivisa di città, da un progetto complessivo. Stendere un colore – osserva Leone – e aggiungere qualche panchina o cambiare l’illuminazione, come prevede il PUI per quell’area, non è garanzia di riqualificazione. Tanto più che la pavimentazione e l’illuminazione sono state rifatte pochi anni addietro. Invece di sprecare risorse, ci si dovrebbe, perciò, concentrare su un progetto socialmente condiviso di riqualificazione, capace di valorizzare, senza snaturarla questa parte del centro storico.

Alla vicenda Corso Martiri è dedicato un capitolo del libro “Il ballo del mattone. Città, speculazione e politica a Catania dagli anni sessanta a oggi” di Maurizio Palermo

Leggi la sintesi ragionata della vicenda Corso Martiri

Guarda le slide de ‘La storia infinita, settant’anni di inadempienze e irregolarità’

A questo link la cronologia curata da Aurelio Cantone

2 Comments

  1. L’ articolo è molto chiaro ed esaustivo. per quanto riguarda la storia del passato. Ma oggi qual è la risposta del Comune dopo 70 anni di rinvii e rinnovi di Convenzioni. Quali interventi e quale progettualita’ qui e ora. È inammissibile che dopo 70 anni si stia a pettinar le bambole!!!! L’ Istica ,una società istituita nel 1950 , i cui debiti sono stati acquistati da Radovan Vitak immobiliarista ceko , non potrà mai costruire il parcheggio o altro perché fallita .! E allora?!?!

  2. Un banco di prova per il sindaco Trantino. Vorrà mettere i proprietari davanti alle loro responsabilità? Sarebbe grave se non facesse dopo tutte le sue dichiarazioni su quanto sta facendo contro il degrado

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