Una escursione particolarmente dura in inverno, alla portata di tutti nelle altre stagioni, è il percorso che conduce alla Valle del Bove, la più spettacolare, forse, fra le innumerevoli vedute dell’Etna, di cui Argo ha già parlato e di cui ripropone oggi anche le immagini.
Essa si può ammirare in tutta la sua maestosità soprattutto dall’alto, esiste tuttavia anche la possibilità di andare dentro la Valle, risalendo uno dei canaloni che intersecano il suo fianco meridionale.
Naturalmente si può andare anche in inverno ma occorre l’attrezzatura adeguata perché il percorso è coperto di neve e, in alcuni tratti, di ghiaccio.
Per raggiungere il posto provenendo dalla strada che va da Zafferana verso il rifugio Sapienza, dopo circa dieci chilometri, si lascia la macchina a Piano del Vescovo, località che si riconosce per la presenza di alcune costruzioni distrutte poste sul lato destro della strada, e s’imbocca il sentiero del Parco dell’Etna che per un tratto è in ombra, grazie ai numerosi faggi. Dopo circa una mezz’ora di camminata si arriva alla Rocca degli Zappini, un antico cratere che finisce con una parete di basalto che precipita per una cinquantina di metri verso il basso.
All’ombra di un maestoso faggio secolare si trova una delle rarissime sorgenti di acqua, l’Acqua della Rocca degli Zappini, che può servire a rinfrescarsi nel periodo autunnale e primaverile, non nei mesi estivi perché è quasi asciutta.
Il sentiero prosegue su un terreno sempre più sabbioso e con presenze di arbusti di faggi, pulvini di astragalo e macchie di ginestre e arriva fino alla Serra del Salifizio. Da qui si può già osservare dall’alto la Valle del Bove, oggi ridotta ad una sconfinata distesa di lava dalle numerose eruzioni che si sono succedute soprattutto a partire da quella del 1991-93.
Alla propria sinistra, spingendo la sguardo verso l’alto, si vedono la Schiena dell’asino e la Montagnola che digrada a sua volta verso la Cisternazza e il Belvedere; in questa zona è possibile ammirare gli spettacolari dicchi, dei muri di lava risaliti in mezzo a materiali meno coesi la cui successiva erosione li ha portati allo scoperto. Alla propria destra, il bordo meridionale è completato dal Monte Zoccolaro e dal Monte Pomiciaro.
Di fronte, il versante nord della valle scende dall’alto dei Pizzi Dineri verso la Serra delle Concazze, Monte Rinatu, Monte Scorsone e Monte Fontane.
Verso est si intravede in lontananza il mare di Riposto, ma, in linea con il Monte Pomiciaro, è il rilievo del Monte Calanna che segna la fine della Valle del Bove che, attraverso il Salto della Giumenta, trapassa verso la val Calanna.
Dopo aver ammirato l’imponente veduta d’insieme, si riprende il sentiero spostandosi verso sinistra per poi imboccare un canalone che, passando attraverso una macchia di faggi, arriva fin dentro la Valle.
Una volta, da questo punto si poteva risalire verso ovest, attraversando una zona che in estate era utilizzata come pascolo, in direzione dei ruderi del rifugio Menza, costruito dal CAI negli anni Trenta del secolo scorso, ma l’eruzione del 1991 ne ha cancellato ogni traccia.
Ciò che si ammira oggi è quindi un grandioso altipiano su cui si sono sovrapposte lave antiche e recenti e che riveste in questo momento della storia del vulcano un ruolo prezioso perché in esso si riversano le numerose colate che sgorgano dal cratere di sud-est, il più giovane e il più attivo fra quelli presenti in alta quota.
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Salve,complimenti vivissimi per l articolo,volevo sapere se organizzavate delle escursioni dato che anche io sono appassionato…grazie,attendo vostre risposte.Seby