Quaranta metri di apertura alare (quasi come quella di un 737), oltre 14 tonnellate di peso, in grado di volare, a 600 chilometri orari, fino a 36 ore consecutive, per un raggio di 25.928 km. Dati poco significativi se non parlassimo di un aereo senza pilota, atterrato nella notte del 16 settembre a Sigonella.
E’ il primo dei cinque UAV “Global Hawk” previsti nell’Isola nell’ambito di un accordo top secret stipulato tra Italia e Stati Uniti nell’aprile del 2008. Sigonella e la Sicilia all’avanguardia della tecnologia mondiale?
In effetti, c’è poco di cui vantarsi e poco da stare allegri. Si tratta, infatti, come dice Antonio Mazzeo, di “un aereo con elevate capacità nel settore d’intelligence, sorveglianza e ricognizione. Prodotti dall’industria statunitense Northrop Grumman, i Global Hawk non sono armati ma sono in grado di monitorare un’area di 103,600 chilometri quadrati ogni 24 ore, grazie ad un potentissimo radar e all’utilizzo di telecamere a bande infrarosse.
Il prototipo giunto a Sigonella è stato assegnato al “9th Operations Group/Detachment 4”, il distaccamento dell’US Air Force operativo sin dallo scorso anno per coordinare e gestire le missioni di spionaggio e guerra dello squadrone RQ-4B in Europa, Africa e Mediooriente”.
Nonostante le rassicurazioni del Comando della base di Sigonella, che ne ipotizza l’utilizzo per compiti legati alla protezione civile, non c’è dubbio che questi aerei (e altri che arriveranno entro il 2012) , come dichiarato da Ludwig Decamps, capo della Sezione di supporto dei programmi di armamento della Divisione difesa dell’Alleanza Atlantica, “saranno fondamentali per le missioni alleate nell’area mediterranea ed in Afghanistan, così come per assistere i compiti della coalizione navale contro la pirateria a largo delle coste della Somalia e nel Golfo di Aden”, per il controllo delle vie di traffici illegali, i movimenti di navi sospette e altro ancora.
Finora la loro principale base è stata quella di Edwards, in California, ma, partendo da Sigonella, il loro utilizzo sarà ulteriormente facilitato dato che si accorciano i tempi di volo e di manutenzione mentre aumenterà l’area di osservazione, fino a coprire gran parte del pianeta.
Sigonella, in sostanza, sembra destinata a diventare, come sostiene il periodico statunitense Defense News, una vera e propria capitale internazionale dei Global Hawk, trasformando la Sicilia in una sorta di enorme “portaerei”, direttamente coinvolta nei tanti conflitti armati attualmente in corso.
Va, inoltre, sottolineato che l’arrivo di questi aerei comporta, anche, grandi problemi rispetto alla sicurezza dei voli civili. Non a caso le due maggiori associazioni piloti degli Stati Uniti d’America, la Air Line Pilots Association (ALPA) e la Aircraft Owners and Pilots Association (AOPA), si battono, da tempo, contro il transito dei Global Hawk nei corridoi riservati al trasporto civile.
Solo pochi chilometri (una decina in linea d’aria) separano l’aeroporto di Fontanarossa da Sigonella: affermare, come sostiene Mazzeo che “da oggi volare sulla Sicilia sarà come giocare alla roulette russa” non ci sembra, perciò, per nulla esagerato.
Del resto, che la convivenza fra esigenze militari e civili sia particolarmente complicata lo conferma quanto avvenuto il 16 settembre quando, in occasione dell’arrivo dell’aereo-spia, le autorità preposte alla sicurezza dei voli hanno sospeso, dall’una alle quattro, (NOTAM W3788/10) gli approcci strumentali e le procedure per l’avvicinamento di aerei ed elicotteri allo scalo di Catania-Fontanarossa.
Evidentemente, il buon funzionamento e la sicurezza del terzo aeroporto italiano, come volume di traffico passeggeri, si può tranquillamente sacrificare alle esigenze dei tanti dottor Stranamore.
Tratto da Contropiano del 20/09/2010, di Antonio Mazzeo
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