/

La scuola va alla guerra

3 mins read

Il 28 marzo l’Aeronautica Militare italiana ha compiuto 100 anni. Il presidente Mattarella ha dichiarato che sono state “tutte pagine di storia di assoluto valore”. Mentre il ministro dell’Istruzione – e del merito – Valditara (si, quello che ha dichiarato “evviva l’umiliazione, che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”) ha sottolineato che “il connubio Scuola e Aeronautica Militare è molto significativo per il nostro Paese […] il ruolo della formazione e delle scuole si coniuga perfettamente con quello della Forza Armata”. Conseguentemente, tante scuole, di ogni ordine e grado in tutto il nostro Paese, hanno ritenuto utile e coerente partecipare ai festeggiamenti.

L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, presentato a Roma il 9 marzo scorso, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, ha, invece, espresso grande preoccupazione di fronte a un tale coinvolgimento, chiedendo che le famiglie e i docenti sensibili all’educazione alla pace prendessero una netta posizione in tal senso, risparmiando ai loro studenti e studentesse, bambine e bambini una giornata che stride con quanto di buono quotidianamente viene portato avanti all’interno delle aule scolastiche.

L’Osservatorio è nato in seguito a un ampio lavoro di formazione e approfondimento culturale svolto dal CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica), che ha promosso in tante città italiane convegni di aggiornamento, che hanno coinvolto il personale della scuola e gli stessi studenti delle scuole superiori di secondo grado, sul tema La scuola: laboratorio di pace. Gestire i conflitti. Prevenire la Guerra.

Al termine di questo percorso un appello sottoscritto da centinaia di personalità, tra cui ricordiamo: Donatella Di Cesare, Angelo d’Orsi, Giovanni Ricchiuti, Alex Zanotelli, Serena Tusini, Antonio Mazzeo, Alessandro Portelli, Rosa Siciliano, Tomaso Montanari, Lucio Russo, Carlo Rovelli, Romano Luperini, Geminello Preterossi, ha permesso la nascita dell’Osservatorio. Tantissime le adesioni individuali, ma anche uno specifico impegno da parte del sindacato Cobas Scuola e di Pax Christi.

“Ci lascia sgomenti apprendere, – spiega la docente Serena Tusini– che molte scuole siano state coinvolte nell’iniziativa, dalla Sicilia al Piemonte, dalla Sardegna alla Toscana e alle Marche, dalla Liguria alla Campania. Spesso sono stati gli stessi Uffici Scolastici regionali o provinciali a sollecitare le scuole a una presenza attiva presso gli aeroporti militari per partecipare alle cerimonie dell’alzabandiera, a lezioni e visite celebrative del corpo militare, nonché a percorsi di orientamento per favorire l’ingresso dei giovani nelle forze armate. Gli aeroporti militari non sono luoghi neutri, – prosegue Tusini – le forze armate veicolano sempre e comunque un messaggio che ruota intorno alla guerra e alla cultura della guerra: patria, nazionalismo, esaltazione del sacrificio e dell’obbedienza.

Le scuole invece, come registrano tutti i Piani dell’Offerta Formativa, sono luoghi in cui si parla di pace e si educa alla pace. Infine ci chiediamo, – conclude Tusini – come si conciliano le visite guidate negli aeroporti militari e l’esaltazione dell’universo militare con le finalità educative della scuola? Le attività che in questi giorni stanno coinvolgendo le scuole sono state deliberate dai Collegi docenti? Ne sono stati informati i genitori? Come possono dei militari “salire in cattedra” ed educare alla pace?”.

Mentre Antonio Mazzeo, docente e peace researcher, ha denunciato quanto accaduto il 28 marzo presso la base siciliana di Sigonella, significativamente coinvolta nelle operazioni militari in Ucraina. “Gli studenti dell’’I.P.S.S.E.O.A. “K. Wojtyla” di Catania hanno svolto attività di supporto alla ristorazione alla celebrazione del centenario dell’Aeronautica Militare Italiana, svoltasi nella base USA-NATO di Sigonella. Le cinque classi coinvolte, accompagnate dai sei docenti, si sono, inoltre, occupate di preparare e di far degustare i prodotti tipici della nostra pasticceria nello spazio appositamente allestito per l’accoglienza dei tanti ospiti.

All’interno dell’hangar della base è stato anche previsto uno stand dedicato all’ I.P.S.S.E.O.A “K. Wojtyla” di Catania che ha consentito di far conoscere l’Offerta Formativa in relazione all’Orientamento e ai PCTO. ‘Questa esperienza ha rappresentato un valore aggiunto sia per la collettività che per gli studenti che con grande professionalità hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione e hanno avuto modo di conoscere e condividere i valori della Costituzione e della legalità a cui la scuola e le Istituzioni hanno il dovere di educare le nuove generazioni’, ha spiegato la dirigenza dell’istituto scolastico etneo.

Ci chiediamo come ci si possa riferire alla Costituzione, mentre viene quotidianamente violato l’art.11.e la scuola rischia di non riconoscere più il confine fra pace e guerra. Non a caso la Presidente del Consiglio – in Piazza del Popolo a Roma in occasione della celebrazione per il 100° anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare – ha ritenuto del tutto naturale (sembrava di vedere immagini dell’Istituto Luce-RAI) sedersi a bordo di un cacciabombardiere (a capacità nucleare) F-35, acclamata da migliaia di alunne e alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado della capitale. Oltre agli aspetti dis-educativi, va ricordato che il progetto F35 rientra nelle spese militari che, secondo l’Osservatorio Milex, per il 2022 avranno un importo complessivo di 23,8 miliardi di euro, di cui 6 dedicati al settore aeronautico. Il tutto mentre le spese sociali, in primo luogo quelle per la sanità e per la scuola, continuano ad essere ridimensionate.

Se non vogliamo che i conflitti militari e le armi facciano parte del nostro “normale immaginario” e della nostra quotidianità, se vogliamo evitare che le giovani generazioni ritengano la guerra uno strumento utile per la risoluzioni delle controversie, è decisivo che a scuola ci si confronti e si condivida l’idea che la pace si prepara con la pace.

1 Comments

  1. Anche mia figlia, ultimo anno Liceo Spedalieri, ha avuto la fortuna di essere sorteggiata per andare insieme ad altri fortunati, accompagnati da un professore di diritto, ad ascoltare militari dell’areonautica. Dopo aver esaltato la meraviglia degli armamenti italiani e la nostra importantissima presenza nella NATO, hanno magnificato la splendida carriera che è possibile fare nella stessa. Niente fischi, nessuna domanda, qualcuno in ascolto, molti a trastullarsi con i cellulari. Nessun avviso ai genitori, nessuna protesta. La pace ha trionfato.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Guerra/pace