Democrazia, la grande …ricercata

Riceviamo, da parte del Coordinamento dei Precari della Ricerca, questo report sulla assemblea tenuta lo scorso 27 Aprile nei locali del Medialab della Facoltà di Lingue. “Il giorno scelto dal Coordinamento Precari della Ricerca per discutere del tema “Università e democrazia” non

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Privatizzazione, politici e baronie universitarie

Macchè crisi economica! C’è ben altro dietro le leggi promulgate dal governo Berlusconi che hanno  imposto i tagli all’università. Dietro quelle, e dietro le altre preannunciate dalla ministra Gelmini, c’è solo il progetto di fare uscire l’Università pubblica dal ruolo costituzionale di

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Andrea Doria, game over

La Scuola Media Statale Andrea Doria, collocata nella prima municipalità in via dei Cordai, ha garantito, come si dice in questi casi, la concreta presenza delle Istituzioni in un quartiere difficile, contribuendo in modo significativo a ridurre il fenomeno della dispersione scolastica.

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I buoni………e i cattivi

I primi sono i buoni-libro che ogni comune d’Italia assegna agli studenti che frequentano le scuole dell’obbligo, i secondi sono gli amministratori del Comune di Catania che da diversi anni non distribuiscono i buoni libro. Scrive infatti l’A.S.A.SI (Associazione delle scuole autonome della

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Pulizia a piccoli passi

Si è svolta giovedì la conferenza di servizio in Prefettura alla quale hanno partecipato funzionari della Direzione scolastica regionale, dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Avvocatura di Stato, e dell’Ufficio provinciale scolastico, sindacalisti dei pulizieri e rappresentanti (presidi, dirigenti amministrativi, presidenti consiglio d’istituto) delle 19

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(- scuola) = (+ istruzione)

Sembrerebbe essere questa l’equazione che si è impegnata a risolvere il sottosegretario al Ministero dell’economia con delega alla Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, giovane e promettente avvocatessa di Reggio Calabria. Come strumento operativo, naturalmente, ha adottato il collaudato ‘metodo Brunetta’ che consiste nel

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I costi dell'illegalità

Quanti nuovi posti di lavoro puliti potrebbe creare il sistema di imprese della Sicilia se disponesse di un miliardo di euro in più l’anno? Quanti giovani costretti ad emigrare per mancanza di dignitose offerte di lavoro potrebbe intercettare? Sono queste le domande che, con una buona