//

L’insostenibile incoerenza del Piano Urbano per la Mobiltà Sostenibile

4 mins read

La mobilità cittadina e metropolitana della Città di Catania sconta negativamente la perdurante assenza di programmazione strategica e la mobilità restab uno dei problemi irrisolti della città. Non servono molte parole per dimostrarlo, basta l’esperienza. Anche l’opportunità di pianificazione offerta dal Piano Urbano per la mobilità sostenibile (PUMS) appare come un’occasione sprecata.

Il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) adottato dal Comune di Catania nel lontano 2012 è rimasto pressoché inattuato. Dieci anni dopo la nostra Città Metropolitana di Catania è arrivata, dopo molte false partenze, all’adozione del PUMS, obbligatorio per le città con più di centomila abitanti e per le città metropolitane (D.M. n. 397/2017).

Il PUMS metropolitano catanese è stato preparato in una situazione di vacatio politico-legislativa, tuttora esistente, delle Città Metropolitane siciliane, le ex Provincie regionali. Non ci sono mai stati atti di indirizzo politico, e a Catania ha pesato anche l’assenza di un’Amministrazione in carica.

Dopo una lenta e turbolenta fase di avvio, con sentenze del TAR che hanno annullato (2021) gare già aggiudicate, scenari di piano per FCE approvati prima ancora che venisse avviata la redazione del piano, la società aggiudicataria Sysma System Management ha delineato il quadro conoscitivo attraverso un percorso che avrebbe dovuto essere partecipato, ma è stato solo consultivo, con i cosiddetti portatori di interesse. E si è arrivati finalmente alla adozione del PUMS con il decreto n. 285 del 28 dicembre scorso firmato dal Commissario Straordinario, Federico Portoghese.

Da 9 gennaio, data di pubblicazione del PUMS sul sito della Città Metropolitana di Catania, all’8 febbraio si è aperta la fase dedicata alle osservazioni di cittadini e associazioni, a cui sono seguite le relative controdeduzioni di accoglimento o respingimento della Città metropolitana, che si stanno di fatto traducendo nella conferma della espressione “dite pure, tanto alla fine decidiamo noi”!

Argo ha contribuito finora alla conoscenza del dibattito nato attorno al PUMS e vuole continuare a farlo. Ha pubblicato il documento del Coordinamento Iniziative e Monitoraggio sui fondi del PNRR, quello di CittàInsieme, aggiunge adesso quello del Catania Mobility Lab e di Salvaiciclisti Catania. A questo link si possono leggere le Controdeduzioni alle osservazioni del Coordinamento.

Nel progetto di PUMS adottato si riscontrano sostanziali carenze. Non traspare alcuna idea di città che guidi le scelte progettuali. Non viene individuato un singolo scenario strategico di Piano, ma ben tre scenari, incrementali piuttosto che alternativi, in contrasto con il principio stesso della pianificazione, che consiste nello scegliere, fra diverse opzioni possibili, quella che risulti più efficace rispetto al raggiungimento di obiettivi prefissati e più sostenibile sul piano ambientale.

Al di là dei limiti territoriali del PUMS (ex territorio provinciale), manca proprio l’idea della mobilità della città omogeneamente urbanizzata, la vera città metropolitana. E molte sono le contraddizioni presenti nel Piano, dai parcheggi nel centro urbano (piazza Verga, piazza Lanza, piazza Lupo, piazza Umberto, piazza Cavour), che non contribuiscono di sicuro a decongestionare il traffico, alla sproporzione tra spese elevate e modeste previsioni di utilizzo, come nel caso dei programmi di ampliamento della metropolitana FCE.

E’ difficile capire come, nelle controdeduzioni ad alcune osservazioni al PUMS, si possa affermare che gli interventi sulla mobilità tra i comuni della cosiddetta prima fascia e il capoluogo “non rientrano pienamente nell’ambito di azione del PUMS” e “non si prevedono linee urbane che travalichino i confini comunali”. Come possiamo accettare l’idea che un piano metropolitano non debba “travalicare” i confini comunali? Ci sembra una contraddizione in termini.

Se si chiede di dotare il porto e l’aeroporto di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria, misurando così i livelli di inquinamento generati dal traffico marittimo e aereo, non si può rispondere che l’ “argomento travalica le competenze del PUMS”.

A quale visione di città si riferiscono allora i tre scenari della mobilità metropolitana disegnati dal piano? Davvero i bisogni dei fruitori e destinatari del Piano (cittadini, imprese, enti locali) sono tenuti seriamente in conto? Forse le numerose opere di forte impatto e dai costi elevati (ampliamento aeroporto, passante ferroviario, porto, ZES, FUA etc) ed in parte finanziate sono state il vero filo conduttore di questa pianificazione che potremmo considerare di tipo speculativo e limitata alla costruzione di infrastrutture più che finalizzata ad una vera mobilità sostenibile.

Altra anomalia è quella rappresentata dal Rapporto Ambientale pubblicato lo scorso aprile, una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e una Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) rispetto alle quali, fino allo scorso 15 luglio, è stato possibile, ad associazioni e cittadini, presentare le proprie osservazioni. E’ quello che ha fatto, ad esempio, il Coordinamento Iniziative e Monitoraggio PNRR, con un documento duro, in cui la VAS viene definita “finta” e pilatesca, perché “prende per buone tutte le scelte progettuali del PUMS”, non effettua valutazioni comparative e non indica preferenze basate sulla sostenibilità ambientale (emissioni CO2, inquinamento acustico, consumo di suolo, etc).

Persino sull’alternativa, indicata dal PUMS, tra una terza corsia della tangenziale ed una nuova tangenziale più esterna rispetto all’abitato la VAS non indica alcuna preferenza con riferimento alla compatibilità ambientale. Possibile che l’impatto ambientale delle due ipotesi sia equivalente?

Questioni che il Coordinamento ha espresso anche in una lettera indirizzata al Sindaco della Città Metropolitana (lo stesso del Comune di Catania), per sollecitare una sua particolare attenzione al settore della mobilità “su cui convergeranno finanziamenti ingenti e che condizionerà pesantemente lo sviluppo e le trasformazioni della città metropolitana”. Da qui la richiesta di valutare attentamente l’opportunità di interventi correttivi al PUMS, evitando di “dare il proprio imprimatur definitivo ad un Piano che, oltre ad avere parecchie carenze tecniche evita di pianificare”.

Ci chiediamo, infine, se sia ancora possibile istituire un tavolo partecipativo permanente, che possa monitorare la realizzazione del PUMS non solo secondo il piano di monitoraggio ivi contenuto e previsto, ma allo scopo di favorire concretamente quel processo partecipativo che finora è stato solo fittizio. La scelta politica della neo giunta del capoluogo catanese di unificare le deleghe dell’urbanistica e della mobilità ci lascia ancora qualche speranza.

1 Comments

  1. Nutro un pregiudizio sulla parola SOSTENIBILE.
    Non la comprendo. e non capisco il valore che essa apporta tutte le volte in cui viene pronunciata. Sono tarda e non riesco ad accostarla al termine di riferimento. Sostenibilità a che cosa?

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Ambiente