“Immediata sospensione dei lavori e rimessa in pristino dello stato originario delle aree”, è quello che Lipu e WWF Sicilia Nord Orientale hanno chiesto all’Ispettorato Forestale e agli altri organi di controllo quando è stato chiaro che l’integrità dell’Oasi del Simeto era a rischio.
Riserva naturale nata per favorire e incrementare la sosta e la nidificazione di una grande varietà di volatili, tra cui molte specie di uccelli migratori, l’Oasi accoglie anche piccoli mammiferi e una flora ricca e diversificata, in ambienti molto vari.
Un’area protetta, dunque, da salvaguardare, gestendo con intelligenza e prudenza la presenza dei visitatori, perché è vero che la fruizione di un luogo così bello e così particolare va incoraggiata, ma nel rispetto della fauna che lo abita.
Appena dieci anni fa era stato proprio l’ente gestore, la Città Metropolitana di Catania, a chiedere al Comitato Provinciale Scientifico di redigere un Piano dei sentieri compatibile con la difesa dei valori ambientali dell’area. Ne era venuto fuori un Piano di Fruizione, approvato da un organo scientifico, che conteneva indicazioni su tracciati, tipologie di utilizzo (pedonali, pedonali e ciclabili, ippovie), modalità di fruizione, anche in funzione dei periodi e delle stagioni, proprio per ridurre al minimo il disturbo alla fauna.
Che fine hanno fatto questo Piano e le linee guida per un Piano di Sistemazione, che furono anche inviate all’ARTA nel giugno 2015?
Di certo non se ne è tenuto conto nel momento in cui è stato avviato l’attuale Progetto che prevede nove chilometri di piste ciclabili/pedonali/ippovie sia lungo l’argine sinistro sia lungo l’argine destro del fiume, con un circuito che va dalla SS.114 fino al Centro visite e alla Vecchia Ansa, luogo di elezione di molte specie di uccelli migratori e svernanti.
Un progetto che, come rivelato anche da semplici video amatoriali girati dai visitatori più sensibili, ha trasformato l’Oasi in un cantiere in cui il calcestruzzo e quindi il cemento la fa da padrone.
Accade così che “la Riserva, nata per incrementare le condizioni di sosta e di migrazione degli uccelli selvatici sta diventando ad essi inospitale”.
Lo scrivono Pippo Rannisi e Vita Raiti, rispettivamente responsabili locali della Lipu e del WWF, nella richiesta che trovate a questo link, inviata all’ARTA (Assessorato regionale territorio e ambiente), alla Forestale, all’Autorità di Bacino, al Demanio, alla Soprintendenza, e naturalmente alla Città Metropolitana.
Vi troviamo indicati tutti i motivi di disturbo che, soprattutto se cumulati, rendono la riserva sempre meno adatta a quella protezione per la quale è stata istituita e successivamente riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS).
Ci riferiamo al passaggio continuo di persone e mezzi lungo la linea di costa e al disturbo antropico dovuto a pescatori e gitanti che sostano alla foce e davanti ai Villaggi abusivi. Ed anche al Centro polifunzionale della Riserva, realizzato in Zona A, con strutture “prive di qualsiasi schermatura/filtro per evitare il disturbo alla fauna”, proprio in un’area che era “un sito di posatoio serale/notturno di uccelli rapaci con decine di Aquile minori, Falchi di palude e Poiane che a sera arrivavano dalla Piana di Catania per trovare la tranquillità della riserva dove passare la notte ed adesso a causa dell’antropizzazione non possono più farlo”.
Realizzando le Piste si rischia di peggiorare la situazione e di mettere i visitatori in grado di raggiungere anche i siti più integri e meno antropizzati dell’area protetta.
C’è di più. Parte dei lavori previsti in questo progetto, e già avviati, quelli sull’argine sinistro, sono notoriamente inutili dato che questo argine, per motivi di sicurezza idraulica, dovrà essere spostato di un centinaio di metri. La pista attualmente in costruzione ne dovrebbe seguire le sorti.
Quale mente perversa può progettare un intervento che andrà distrutto? E perché? Solo per spendere i soldi al momento disponibili, senza nessuna idea di fondo e senza un progetto a lungo termine? Di chi sono le responsabilità?
L’Ente gestore è la Città Metropolitana e per essa non ci sono scusanti, ma gli organi di controllo sono molti, l’Autorità di Bacino, la Soprintendenza, il Demanio marittimo, il Corpo Forestale e soprattutto l’Assessorato Regionale Territorio Ambiente. Non a caso Lipu e WWF hanno chiesto, contestualmente alla sospensione dei lavori, la verifica delle autorizzazioni rilasciate, alcune delle quali risultano assenti.
La lettera ufficiale di Lipu e WWF ha già smosso le acque. Il Corpo Forestale Regionale ha già posto sotto sequestro le opere intimando la remissione in pristino dell’area. Al momento i lavori sono bloccati, non sappiamo per quanto tempo.
Non ha senso realizzare interventi che hanno l’obiettivo di migliorare la fruizione dell’Oasi se, avendo allontanato gli uccelli, viene a mancare uno dei motivi fondamentali per il quale le persone dovrebbero visitarla.
Guarda il video di Sonia Giardina https://www.facebook.com/share/v/1EmFg274VA/
Intervento ingiustificabile sull’unico percorso perfettamente ciclabile nel raggio di decine di chilometri di inferno stradale, oltre che un abominio naturalistico lo è anche dal punto di vista della ciclabilità: era uno sterrato gradevole agevolmente percorribile persino in bici da corsa, da ciclista e (ex) portavoce di un comitato di ciclisti aggiungerei che andrebbe radiato il progettista
Il progettista e morto dopo l’ennesima pubblicazione da parte degli amici ambientalisti…jmpossibile non sapessero del progetto molti di loro fanno parte del comitato scientifico che ha presentato il piano di sistemazione negli anni non sospetti e si sono avvalsi della collaborazione con il direttore della riserva io dico soltanto che pugnalate alle spalle ferisce sopratutto un uomo integro appassionato del suo lavoro era parte fondamentale della sua esistenzalla era necessario bloccare prima il progetto no post mortum … Gaetano Torrisi era il nostro nemico n. lui ha imposto di pulire le spiagge con i rastrelli e seguestrava i mezzi meccanici seppure gommati in zona b di pre riserva sanzionatva tutti coloro che non rispettano il Regolamento obsoleto del 1987 …. e voi siete stati i nostri nemici n. 2 negli anni dal momento in cui avete fatto ricorso al decreto n.59 del 1999 voluto dal CRPPN commissione di studio Simeto che ha evidenziato falsi studi del 90 ne elementi di naturalita’ allinterno dei villaggi a mare in particolare in contrafa Vaccarizzo ove avevate posto la firma di scorporo insieme a me ev
il Comune di catania Provincia Regionale e assessore Scuderi.di riperimetrazione delloasi del Simeto che scorporava tutti i villaggi della pre riserva eccetto il primosole e il primosole beach aree attigue ove e’ stata realizzata la pista ciclabile … avreste potuto circoscrivere oasi integrale vecchia Ansa eliminando le case a ridosso della vera area da proteggere avete fatto una infelice scelta adesso piangete sul latte versato di concerto ai responsabili dell’opera…. vergognatevi invece di non aver mai mosso un dito a difesa della natura se non per colore dietro le spalle a cose fatte.. ni dispiace.. quella pista ciclabile e un colpo al cuore anche per noi cittadini della pre riserva umiliati per 30 anni da abusi e sorpusi dall’ente gestore adesso io dico basta vogliano ritornare al passato come quando non c’era la riserva ma c’erano 4 mila case che avete negato fdi esistere allegando una planimetria illegittima del 71 quando c’erano alberi di Eucaliptoa vaccarizzo e aranceti su San F sco La Rena non si potevano vincolare le case già costruite all’interno di una riserva bisignava rendere l’area demaniale con gli espropri e poi semmai istituire una riserva giusta Sentenza 212 del 2014 della Corte Costituzionale… rientreremo nel PRG oggi PUG MI RACCOMANDO FATE DI NUOVO RICORSO AL TAR COME NEL 2000… E STAREMO PER ALTRI 30 ANNI A CHIEDERCI COME MAI SI E COSTRUITA UNA PISTA DI BICICLETTE CON IL CEMENTO LUNGO UN SENTIERO RURALE CHE PORTA ALLA FOCE DEL SIMETO ? NON NE SAPEVAVAMO NULLA …