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Esiste un ‘sistema’ Ciancio?

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La recente pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ha disarcionato Raffaele Lombardo ha finito per coinvolgere, fra le righe, anche Mario Ciancio, proprietario e direttore del quotidiano ‘La Sicilia‘.
I giornali che hanno riportato la notizia, al di là delle generiche citazioni del testo della sentenza, non hanno tuttavia messo il lettore in grado di capire a quali fatti specifici essa si riferisse, per cui di essa rimane più il clamore che una corretta informazione.
In tempi non sospetti avevamo ripreso su Argo due articoli, rispettivamente di Massimiliano Nicosia e di Antonio Mazzeo, che cercavano di documentare le operazioni non proprio cristalline con cui è stato moltiplicato il valore di alcuni terreni agricoli di proprietà dell’editore.
Riteniamo oggi opportuno intervenire nella questione semplicemente riproponendo alcuni stralci di questi articoli che non solo non hanno perso di attualità ma dimostrano che guardare a ciò che succede nella nostra città con occhio non distratto, o legato solo alla cronaca, aiuta a cogliere meglio il senso degli avvenimenti.
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Ciancio & Co: i miracoli non finiscono mai (31/03/2010)
Siamo sicuri che il futuro postulatore della causa di beatificazione di Mario Ciancio chiuderà la pratica nel giro di poche settimane, dato che di  miracoli fatti dal de cuius, addirittura quando era ancora in vita, se ne contano già a dozzine.
[…] L’ultimo della serie riguarda l’apertura del primo tratto dell’Asse Attrezzato, lungo circa 800 metri, che collega l’autostrada Palermo-Catania, prosegue sino alla grande rotatoria del costruendo ospedale San Marco e ancora lungo la bretella che conduce all’altra rotatoria per la strada statale 192 e all’Asse dei Servizi per il centro cittadino.
Si tratta, come ci spiega M. Nicosia con l’articolo ‘Le porte di Catania si chiudono a Librino‘, pubblicato su ‘La periferica’, di un’opera strategica che si aspetta da decenni e che nel tratto principale dovrebbe collegare Librino con Corso Indipendenza. Ma quando sarà interamente aperta al traffico non è dato di sapere.
Nel caso in questione il miracolo in effetti è triplo. Primo: il tratto appena inaugurato è stato completato in un batter d’occhi. Secondo: in maniera del tutto casuale, lungo il suo percorso si incrocia con l’ingresso del nuovo centro commerciale “Le Porte di Catania”. Terzo: con straordinario tempismo, le due opere sono state inaugurate lo stesso giorno, il 25 marzo scorso: l’apoteosi del prodigioso.

Ma che c’entra Ciancio con tutto questo?
Scrive Nicosia: “Sarà una casualità che nell’ultimo anno, dall’avvio dei lavori del centro commerciale, il quotidiano “La Sicilia” di Mario Ciancio, precedente proprietario dei terreni sui quali sorgono il centro e l’ospedale San Marco, trasformati da un ubbidiente Consiglio comunale da agricoli ad edificabili, abbia messo in moto una fortissima campagna mediatica per spingere al completamento di questa opera che pure da decenni era ferma nel silenzio di stampa e televisioni? Sarà una casualità che Comune e Regione siano riusciti a superare gli insormontabili intoppi burocratici per completare il primo tratto e si siano arenati per il secondo?”.
Grazie ad una variante al Piano regolatore, gentilmente approvata durante la mai sufficientemente esecrata Amministrazione del druido U. Scapagnini, Ciancio era infatti riuscito a trasformare da area agricola in area commerciale edificabile un enorme terreno posto di fronte al quartiere ex abusivo Pigno, moltiplicando di decine di volte il suo valore originario.
Successivamente ha venduto le quote di proprietà da lui controllate alle Società che hanno materialmente costruito il centro commerciale, le quali hanno anche tentato, per non pagare i relativi oneri al Comune di Catania, di far passare come opere di urbanizzazione di interesse pubblico interventi che in effetti erano funzionali alla bonifica del territorio e alla costruzione di parcheggi interni al centro. Ma l’operazione solo in parte, in questo caso, è andata a segno.
[…] Siccome però per mettere a segno tutti questi colpi qualche peccatuccio sarà pure stato commesso, ecco l’angolo buonista: nel nuovo centro, uno stand, gratuito si spera, concesso alla vicina parrocchia di s. Giuseppe al Pigno, che espone e vende lavoretti fatti da volontari per contribuire alla costruzione dell’oratorio parrocchiale.
La vendita delle indulgenze non è mai finita, con buona pace di M. Lutero.
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Sigonella si espande e Ciancio ci guadagna (11/11/2010)
[…] Ma il progetto più ambizioso per la creazione di un villaggio per i militari della base è quello della Scirumi Srl, approvato nel 2006 a Lentini dalla giunta di centrosinistra. Su un area di quasi 100 ettari dovrebbero sorgere mille casette a schiera unifamiliari, con verde privato, parcheggi, scuole, campi sportivi e negozi.
Al posto degli agrumeti delle contrade Xirumi, Cappellina e Tirirò, vicino al Biviere di Lentini, sito di interesse Comunitario e Zona di protezione speciale della Provincia di Siracusa.
La Scirumi ha sede a Catania, presso lo studio del professor Salvatore Siciliano, presidente onorario della Fondazione Dottori commercialisti di Sicilia, già presidente dell’Ordine dei commercialisti e del collegio dei revisori dei conti del Comune di Catania, nonchè amministratore del Riela Group di Misterbianco, incarico che dovette abbandonare perchè condannato per peculato. Da amministratore si era autoliquidato un compenso di 381.000 euro.
Tra i soci della Scirumi troviamo, inoltre, il solito noto, la Cappellina Srl, società della famiglia di Mario Ciancio Sanfilippo, il potentissimo imprenditore-editore, già presidente della Fieg, che anche oggi ha il monopolio dell’informazione in Sicilia.
A lui erano intestati una parte dei terreni venduti alla Scirumi per 10 miliardi e 800 milioni di lire. Anche gli altri fondi appartenevano alla famiglia Ciancio visto che la proprietà era della Sater, intestata allo stesso Ciancio a sua moglie Valeria Guarnaccia e ai figli Domenico e Rosa Emanuela.
Peccato che il progetto Scirumi non sia stato caratterizzato da trasparenza e moralità, hanno denunciato il Centro Studi territoriali Ddisa, i verdi di Lentini e la redazione di Girodivite.it, che hanno tentato di opporvisi. “L’insediamento – dicono – deturperebbe, inoltre, il contesto paesaggistico, colpirebbe la produzione di agrumi e metterebbe a rischio cancellazione due aree archeologiche di grandissimo interesse”.
Tratto da La corsa all’oro per i villaggi-residence di Sigonella di Antonio Mazzeo
asse attrezzato

2 Comments

  1. E’ una tradizione che la Sicilia e’ terra di nessuno ma negli ultimi decenni i politici siciliani stanno cercando di vincere qualche primato nel cercare di distruggere la Sicilia. A questo passo non restera’ un filo di erba, respirerermo aria avvelenata e saremo coperti dai rifiuti. Ma chi se ne frega perche’ sicuramente questi politici manderanno i loro figli all’estero.
    Non voglio difendere Ciancio qui, ma la colpa per tutto questo casino e’ dei politici e delle giunte comunali che approvano questi progetti. Chi l’ha detto che il vassalaggio e’ morto e’ ancora vivo e si vede nelle scelte della classe politica siciliana.

  2. il sistema c’è ed è vecchio quanto il cucco. Rosi ne ha fatto financo un film: le mani sulla città. Per la verità a Catania in tanti hanno messo le mani sulla città e l’hanno già distrutta.Il nostro ed i suoi accoliti vogliono completare il perverso disegno e bisogna dire che ci sono riusciti.Ancora oggi si scrive sul giornale La Sicilia del PUA e del >San Berillo. Cosa vogliamo di più? Bisogna fare un energico repulisti ma il Nostro si è affidato nelle mani della giustizia catanese e sarà salvato a dovere. Non c’è posto dove hanno messo le mani questi malfattori che non sia stato compiuto uno scempio: piazza Europa è un volgare e clamoroso esempio. Per il resto si farà forse meglio e di più. La città resterà a guardare e alla fine batterà le mani. A Misterbianco una enorme cloaca ha profuso miliardi alla famiglia di un raccatta ferro vecchio e ancora si parla di lasciarla in vita. Non ci sono idee nuove e non c’è tecnico che abbia le idee giuste per trasformare quella claoca in un grande lago e portare il mare a Misterbianco.Sarebbe divertente ma è pura follia. Tutto continuerà come prima e saremo coperti di stracci e di liquami. Il grande Michelangelo Pistoletto che un tempo voleva ridicolizzare l’America ha messo in mostra una statua della Libertà fatta di stracci. Adesso dovrebbe realizzare una povera Sicilia fatta di argilla e di escrementi.

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