Non li hanno trattati con i guanti. Lo vediamo dai filmati. Ma non si sono arresi. La posta in gioco è alta. Lo dicono con chiarezza, vogliono il lavoro, le ore di lavoro che hanno sempre fatto e che adesso sono state ridotte, insieme alle retribuzioni, che divengono addirittura risibili. Sono i pulizieri delle scuole di Catania e provincia.
A decidere la riduzione è stata la Dussmann service, grossa multinazionale che si è aggiudicata il nuovo appalto della Regione Sicilia. Deve fare i conti con i tagli previsti dal ministro Gelmini, che ha ridotto della metà i fondi per gli appalti relativi alla pulizia delle scuole. Pare che il ministro voglia tornare ad utilizzare per le pulizie il personale interno. Potrebbe essere un modo per avere un buon servizio a costi minori, ma non si capisce come può essere conciliato con i tagli alla scuola pubblica. Il numero dei bidelli dovrebbe infatti aumentare e di conseguenza aumenterebbe la spesa per gli stipendi. Si possono cambiare le modalità, ma i costi non si possono azzerare.
Che ci siano stati degli sprechi, lo riteniamo possibile. Che i pulizieri non siano sempre stati solerti nell’effettuare il loro lavoro, anche questo è possibile. Chi, d’altra parte li ha controllati? E ancora, con quali criteri sono stati assunti? E con quali criteri sono stati gestiti gli appalti, anche alle ditte precedenti? Sappiamo che alcune di queste si sono “distinte” per il modo poco corretto di comportarsi con i lavoratori: stipendi pagati fuori tempo massimo, contributi non versati etc. (leggi su Argo, Pulizia a piccoli passi)
Adesso il problema si ripropone e in forma ancora più pesante, anche perchè la crisi è dura e il lavoro nella nostra regione e nella nostra città scarseggia.
A fine gennaio i pulizieri hanno occupato l’aula consiliare della Provincia, hanno più volte manifestato in piazza Duomo e a Palazzo Minoriti, hanno partecipato a tavoli di confronto e ricevuto promesse e rassicurazioni. Non hanno ottenuto nulla di concreto e non demordono. Che la loro determinazione cominci a fare paura?
Altri video sono visbili sul sito del Movimento Studentesco
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