Scoprire che anche la C.R.I. è diventato un carrozzone politico è amaro. Ancor di più se si è stati uno di quei ragazzi che – per puro spirito di volontariato – scelse di offrire parte del proprio tempo libero per prestare primo soccorso in zone strategiche (rifugio Sapienza o incrocio del Ponte Primosole) con un’ambulanza della C.R.I. a quanti erano soliti trascorrere la domenica fuoriporta (non esistevano ancora gli ipermercati), o durante il terremoto in Irpinia.
Attraverso l’inchiesta di Report del 5/12/10 il grande pubblico ha appreso che anche sulla Croce Rossa si sono allungate le mani e si sono gestiti affari per l’accaparramento di denaro pubblico e per la gestione clientelare della politica.
Sabrina Giannini, giornalista di Report, parla di 3000 persone transitate dalla Croce Rossa a una società costituita per gestire il 118 in Sicilia. E riporta la requisitoria del Procuratore della Corte dei Conti: “Resta difficile capire come mai la regione siciliana pagava per il servizio 118 complessivamente circa 9 milioni di euro nel 2002 mentre nel 2008 ha pagato 87 milioni e cinquecentomila euro circa, solo per il personale e mezzi… “
E ancora, sempre la Giannini, afferma: “La Croce Rossa, un simbolo di garanzia e efficienza nel resto d’Italia, in Sicilia ha messo a bordo delle ambulanze falegnami, macellai e meccanici senza alcuna preparazione. Ma era la facciata che serviva a coprire la vera natura imprenditoriale dell’operazione voluta da Guglielmo Stagno D’Alcontres, presidente della Croce Rossa siciliana… che si era però nominato anche presidente della SISE, società per i servizi di emergenza. La Sise è stata inventata per fare gli affari che la Croce Rossa non poteva fare, a causa della sua natura non lucrativa… D’Alcontres percepiva il profumato compenso di 260.000 euro all’anno: sommando l’indennità da presidente (120.000), indennità da amministratore delegato (altri 120.000) e indennità da consigliere (20.000). In più metteva in conto alla società le sue spese personali”.
Un deputato PDL – intervistato nell’inchiesta – commenta “Non essendo state rispettate le procedure concorsuali e non essendoci stato un miglioramento del servizio, né una necessita tale da portare all’aumento, è facile comprendere o capire che sicuramente ci sarà stata un qualcosa che ha attinenza a che cosa? A quella volontà di aumentare il proprio patrimonio elettorale“.
Intervistato Barra (presidente della CRI nel periodo 2005-2009) asserisce che la storia della SISE è deprecabile, ma la solita voce fuori campo commenta: “Resta il fatto che nel 2008 il presidente Barra ha suggellato lo straordinario impegno di Stagno D’Alcontres conferendogli la medaglia d’oro al merito”.
Su StepOne leggiamo della “assunzione in massa di circa 1200 persone, soprattutto barellieri e autisti, avvenuta in concomitanza con la campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane del maggio 2006 (Totò Cuffaro contro Rita Borsellino). L’operazione fu condotta sotto l’ombrello della SISE, società per i servizi d’emergenza al 100% di Croce Rossa, voluta da Guglielmo Stagno D’Alcontres, presidente della Croce Rossa siciliana. Alla delibera della Giunta regionale per il “potenziamento” del 118 si sommò un decreto dell’allora assessore alla Sanità Giovanni Pistorio (attualmente senatore Mpa) che permise l’immissione in servizio di 64 nuove ambulanze incrementando da 10 a 12 il numero dei soccorritori per ciascun mezzo. Nuove ambulanze, nuove assunzioni, e un’ulteriore lievitazione dei costi per un servizio che – a quasi parità di erogazione – costava circa il doppio della regione Piemonte”.
IMGPress pone l’attenzione su un’inchiesta in corso della Commissione parlamentare sugli errori in campo sanitario, il cui presidente è Leoluca Orlando: “E’ inaccettabile tollerare sprechi finanziari e disservizi in danno della salute dei cittadini. Comportamenti che hanno prodotto un tale grave danno erariale sono da accertare e, una volta accertati, da perseguire in ogni sede competente, sia contabile che penale”.
Conclude l’interessante inchiesta Milena Gabanelli: “In Sicilia è stato creato il servizio 118 che prima non c’era. E questa è una bella cosa. Meno bello è il modo in cui si è fatto. E’ intervenuta la Corte dei Conti che ha citato in giudizio Cuffaro, la sua giunta, e i componenti della commissione sanità. Contesta un danno erariale per 37 milioni di euro. Quando cambia la giunta e arriva Lombardo, liquida questa società, la Sisa, e se ne fa una sua (SEUS ndr). Dice, bene “il servizio 118 lo gestiamo noi, e assume tutti i precari a tempo pieno e a tempo indeterminato, in cambio della rinuncia di 60 milioni di euro di straordinari. Erano in esubero e hanno fatto pure gli straordinari. Ora se un giudice dovesse stabilire che invece questi soldi sono dovuti? Chi li pagherà? Non Cuffaro che ha avuto i suoi vantaggi, non Lombardo che si è garantito una riconoscenza, non l’ex Presidente D’Alcontres, che fino ad un anno fa si è portato a casa dei lauti stipendi e pure una medaglia d’oro. Pagherà la Croce Rossa, ovvero il contribuente. Certo è un bello schiaffo vedere che solo in Sicilia sono stati assunti 3000 precari quando in tutta Italia ce ne sono 2000 che nessuno si fila, e sui cui, insieme ai volontari, si regge l’intero sistema.”
Per saperne di più sulla SISA leggi l’articolo su Osservatorio Sicilia del novembre 2009.
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