La lettura, toccante e intensa, delle rime che un poeta palestinese ha dedicato a Vittorio Arrigoni, attivista italiano ucciso dalle milizie israeliane a Gaza, ha concluso, lunedì 7 marzo nel salone della Lila di Catania, il dibattito su “La Barca delle donne per
“Ogni mese riflessioni e proposte per educare ed educarsi alla partecipazione, alla legalità, alla solidarietà, alla giustizia, alla sobrietà, al servizio, alla gratuità, alla condivisione, al conflitto, alla cura dell’ambiente, alla speranza… insomma alla PACE.” Si presenta così Mosaico di pace, rivista
Non siamo ipocriti: i morti non sono tutti uguali. Ci sono morti di serie A e di serie B o anche Z. Ci sono figli e figliastri. Così attorno al feretro di Valeria Solesin si stringe tutta una nazione, dal premier Renzi
“Vedere morire una persona è un’esperienza dura, vedere morire un bambino lo è ancora di più, vedere morire un bambino perchè l’ambulanza è stata fermata ad un posto di blocco è intollerabile”. Queste parole, pronunziate da suor Donatella del Caritas Baby Hospital
Come le maggiori città europee, anche Catania, con un presidio davanti alla prefettura, si è schierata ieri a fianco del popolo greco in attesa dei risultati del referendum di domani e contro l’”Europa degli usurai e della dittatura delle banche”. Con il
Dove non poté il dissenso della base, anche interno agli Usa, poté il mancato raggiungimento del quorum. Il TTIP, il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti che smantellerebbe le normative europee o nazionali anche in materia di
15 maggio 2015, invasione di giapponesi nel centro di Catania. Stavolta , però, non si è trattato di normali turisti. I nipponici che passeggiavano per via Etnea erano lì per condannare la guerra: erano alcuni dei mille passeggeri della Peace Boat, la
E domani sarà ancora ‘primo maggio’. Una festa del lavoro che ha perso molto del suo smalto in un tempo in cui il lavoro non c’è o è sempre più precario, più esposto ai ricatti, con meno garanzie. Una situazione che non
Occhi piccoli e ammiccanti e un sorriso tra lo scettico e il burlesco; andatura dinoccolata e portamento eretto. Così i giornali descrivono Gésa Kertész, calciatore ungherese e celeberrimo allenatore del Calcio Catania negli anni ’30, che sacrificò la sua vita per lottare
Metz Yeghérn, il “Grande Male“. Così gli Armeni chiamano il massacro del proprio popolo che viene commemorato proprio oggi, 24 aprile. Che si possa definire o meno un genocidio, che sia stato o meno il primo genocidio del Novecento (questioni divenute oggetto