Si possono citare, in un articolo di giornale, solo alcune frasi di una nota inviata allo stesso giornale per la pubblicazione, ma che non è stata pubblicata? Non si rischia di alterare il senso di quella nota, di cui nessuno conosce il testo integrale, mancando di rispetto non solo alla ‘verità’ ma anche all’autrice della nota stessa, di cui peraltro viene citato il nome?
Tanto più se l’argomento è quello caldo, oltre che molto discusso, del taglio degli alberi del parcheggio dell’ex Auchan di San Giuseppe La Rena. Un tema di cui La Sicilia si occupa in un articolo dal titolo “Ex Auchan, gli alberi saranno rimpiazzati” a firma di Maria Elena Quaiotti, che si apre proprio con la citazione di una frase di Cinzia Coljanni, l’autrice della nota, di cui vengono poi riprese altre affermazioni.
Lo scopo dell’articolo sembra quello di rassicurare sul fatto che il parcheggio sarà dotato di nuova alberatura e che il Comune intende spendere 100 mila euro (delle nostre tasche, comunque, anche se fossero di provenienza europea) per dotare la città di altro verde.
Non riprendiamo la questione, già affrontata da Argo, sul fatto che nuovo verde non basta a compensare i servizi ecosistemici di alberi adulti, soprattutto in una città in cui verde non ce n’è quasi più ma si continua ad eliminarlo.
Ci soffermiamo oggi sul modo scorretto di procedere del quotidiano locale che non ha dato spazio alla voce di una cittadina ma ha, tuttavia, utilizzato le sue parole in modo strumentale.
E questo nonostante che l’autrice della nota esprimesse il legittimo desiderio che la città fosse debitamente informata non solo sulla regolarità del taglio degli alberi ma anche sui contenuti (e sui tempi) della concessione data dal Comune alla vecchia società, per costruire un supermercato su un terreno di proprietà comunale.
Fosse o meno parte del Boschetto della Plaja (affermazione che Quaiotti contesta), si tratta in ogni caso di un bene comune che l’Amministrazione di allora concesse ad un privato per una attività non certo assistenziale. E di cui la nuova Amministrazione autorizza l’uso per lo stesso scopo, in tempi in cui di supermercati ne abbiamo un quantità scandalosa. E senza che la città conosca i termini della concessione e la data della sua scadenza.
Pubblichiamo quindi la versione integrale della nota inviata a La Sicilia da Cinzia Colajanni e non pubblicata dal quotidiano. E pubblichiamo anche la risposta della stessa Colajanni a Quaiotti, il cui articolo viene riproposto a questo link. I nostri lettori potranno avere, così, la possibilità di capire e di valutare.
Nota di Cinzia Colajanni
Il parcheggio dell’ex Auchan a San Giuseppe la Rena è diventato un cimitero di alberi. Una grande quantità di alberi che facevano parte del Boschetto della Plaja è stata abbattuta. Un illecito taglio che dovrà essere severamente punito costringendo coloro che lo hanno perpetrato a ripristinare lo stato del luogo.
Il Boschetto della Plaja ha la qualifica di Bosco provvisto dei requisiti di legge di cui alla L.R. 16/1996 e s.m.i.e l’abbattimento di alberi in un terreno che ha la qualifica di bosco è soggetto a sanzioni penali, a meno che non si abbia una autorizzazione dell’ente locale.
Ma il Comune di Catania non può avere dato l’autorizzazione se non venendo meno a quanto da esso stesso stabilito. Infatti il Regolamento del Verde pubblico e privato della città di Catania, approvato dal Consiglio Comunale nel 2019, all’art.1 “Motivazioni” recita: “La motivazione principale che ha determinato la stesura di questo regolamento è la volontà di salvaguardare, tutelare e incrementare le aree a verde sia quelle presenti nel verde pubblico sia quelle in aree private, in quanto rappresentano tutte un patrimonio prezioso della collettività che caratterizza il nostro paesaggio e consentono la salvaguardia della biodiversità urbana”.
L’art. 26 “Danneggiamenti” recita: “Chiunque cagioni danno a un albero o a una superficie di verde ornamentale, di proprietà comunale, è tenuto a rifondere all’Amministrazione comunale una somma pari al valore del danno calcolato in virtù del metodo di stima indicato nel presente regolamento. I danneggiamenti che compromettono la vita di una pianta arborea sono considerati a tutti gli effetti abbattimenti non autorizzati e come tali sanzionati; resta salva l’applicazione delle norme previste agli articoli 635 e 734 del Codice Penale”.
Gli alberi abbattuti erano quelli del Boschetto della Plaja, patrimonio indisponibile del Comune, patrimonio di grande valore paesaggistico ed ambientale. L’atto di nascita del Boschetto risale al 1885.
Nel 1964 il piano regolatore del Comune di Catania ha vincolato la zona a “Verde pubblico”. Lo spazio sul quale si è consumato lo scempio degli alberi è quello che durante il secondo mandato del sindaco Bianco, a seguito del rilascio di una concessione edilizia, è stato occupato dal centro commerciale Auchan. Oggi dopo la chiusura dell’Auchan lo spazio verrà occupato da un’altra società.
Ma cosa sappiamo della concessione del 1998? Quale era la scadenza? Scaduta e rinnovata? Nella concessione era previsto un corrispettivo? La città attende notizie perché vuol sapere quando potrà rientrare in possesso di un bene della collettività.
Articolo Quaiotti (link)
Risposta di Cinzia Colajanni
Vorrei rispondere a quanto pubblicato su La Sicilia del 26 agosto 2025, a partire dalle affermazioni che vogliono insinuare, nel lettore, il dubbio sull’esattezza delle informazioni date dalla sottoscritta.
Alla mia denuncia su “una questione che avrebbe meritato maggiore divulgazione di intenti e dettagli dal Comune”, la giornalista non si limita ad affermare che è vero che la citta deve sapere, ma scrive anche “e, aggiungiamo, deve avere le giuste informazioni” .
Peccato che, avendo tralasciato di riportare altre parti del mio scritto, non si sa quali siano le informazioni che ella reputa sbagliate. La principale informazione che viene corretta è che l’area interessata al taglio sconsiderato degli alberi non appartiene al Boschetto della Plaja.
Poco importa, dottoressa Quaiotti, perché il Regolamento del Verde tutela il patrimonio verde sia pubblico sia privato e non solamente il verde del Boschetto della Plaja. E di Regolamento del Verde, invece, nel suo articolo non si parla proprio, mentre sarebbe importante ricordare alla città che questo Regolamento esiste già da sei anni e che è stato pensato per la salvaguardia di tutto il nostro verde. Anche se una parte della città non ne conosce neanche l’esistenza, anche perché gli enti pubblici sono spesso i primi a non rispettarlo.
La città non conosce, in buona parte, neanche l’esistenza di una Consulta del Verde, di cui fa parte Angelo Ruffino di Legambiente, da lei citato. Nel suo articolo, Ruffino ci informa che “del progetto se ne è parlato in Consulta perché i privati avevano proposto un progetto che, tra le altre cose, prevedeva l’abbattimento di alberi (Ficus Australian, con crescita di radici in orizzontale ndc) che stavano rovinando la pavimentazione”.
Una affermazione che mi induce ad aggiungere un’altra informazione. L’Art. 19 – Abbattimenti – del Regolamento del verde recita: “L’abbattimento degli alberi salve altre disposizioni previste dalla vigente normativa, è consentito solo nel rispetto delle disposizioni qui contenute ed esclusivamente qualora sussistano le seguenti condizioni di causa: a) gravi condizioni fitosanitarie della pianta; b) danni reali a fabbricati, infrastrutture, reti di servizio; c) danni potenziali a cose e/o persone”.
Se la Consulta ha dato via libera all’abbattimento di una vasta zona di verde pubblico devo dedurre che lo abbia fatto in considerazione del punto b) ovvero danni reali a fabbricati, infrastrutture, reti di servizio.
Stupisce che Legambiente, una delle più accreditate Associazioni di difesa dell’ambiente, in un mondo che si avvia alla desertificazione e che comincia a metabolizzare l’importanza del verde in città, considerato non più un elemento di decoro ma elemento che svolge un ruolo cruciale nell’ecosistema urbano, dia via libera all’abbattimento di tanti alberi.
Allora, personalmente, dichiaro che il lavoro che questa Associazione svolge nella Consulta (che tra i suoi compiti ha la divulgazione della cultura della gestione del verde), non mi piace proprio. Abbattiamo gli alberi perché rovinano il cemento? Siamo alla follia.
Concludo riprendendo l’osservazione che la giornalista non ha riportato. La città pretende di conoscere l’atto concessorio che ha dato la possibilità all’Auchan di costruire il supermercato. Era un terreno privato e il Comune si è limitato a dare il permesso di costruire? oppure era (ed è) un terreno pubblico e il Comune ha dato una concessione del bene pubblico? In quest’ultimo caso quale è la scadenza della concessione? Ci sono state proroghe? Lo ripeto, La città deve sapere. I consiglieri comunali potranno celermente accedere agli atti del 1998 anche perché, per fortuna, nessun incendio ancora ha distrutto gli atti del Comune dagli anni ’70 in poi!