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Via Villa Glori, i cittadini e una nuova scuola aperta al quartiere

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Una scuola ridotta ad un rudere, pericoloso ambiente di esplorazione e giochi per i bambini del quartiere, nonché potenziale luogo di spaccio e altre forme di illegalità. Siamo a Picanello, in via Villa Glori, dove la scuola Capponi-Recupero, da anni in stato di abbandono, è diventata oggetto di attenzione dei media in seguito a sopralluoghi di consiglieri comunali e della municipalità, che ne hanno riscoperto il degrado, speriamo non solo a favore di telecamera.

Subito fuori una piazza di recente ristrutturata, utilizzata da famiglie, anziani, bambini come luogo di incontro. E, sempre sulla via Villa Glori, la sede di un Comitato Abitanti di Picanello, che è diventato punto di riferimento per i residenti dell’area che vi si riuniscono per discutere dei problemi del territorio e organizzare varie attività.

Il Comitato ha preso l’iniziativa, da qualche mese, di mettere in rete – attorno ai problemi del quartiere – le realtà associative ed istituzionali presenti sul territorio, associazioni che si occupano di assistenza, la parrocchia, il Polo Millegiorni per bambini da 0 a 6 anni, gestito da Save the Children e Talitàkum, l’istituto comprensivo Malerba, il Comitato contro la povertà educativa.

Lo scambio di esperienze è diventato occasione di arricchimento e sta facendo crescere il senso di appartenenza al territorio e la voglia di collaborare per la sua rinascita contrastando l’immagine negativa che riduce questo quartiere a luogo di devianza e criminalità.

Primo punto all’ordine del giorno, inevitabilmente, il recupero della ex Capponi Recupero, soprattutto da quando è venuta fuori la notizia di uno stanziamento di fondi con delibera di giunta.

E’ stata così formulata una petizione e organizzata una raccolta di fime, con la richiesta di destinare quello spazio ad un centro di aggregazione per il quartiere, da dedicare ad attività culturali, sociali, sportive, per bambini, adulti e anziani, “da progettare con modalità partecipative”.

Una interlocuzione con le direzioni Politiche Comunitarie e Lavori Pubblici è stata avviata in più riprese. Il direttore Fabio Finocchiaro e alcuni suoi collaboratori, Rosario Rossi e Giuseppe Marletta, hanno incontrato i rappresentanti del Comitato anche nella loro sede di via Villa Glori.

E’ emersa, in quell’occasione, l’intenzione del sindaco di realizzare in quel sito un edificio scolastico ‘modello’, non solo antisismico ma innovativo e sostenibile dal punto di vista energetico, così come prevedono gli standard più recenti. Una sfida per l’Amministrazione, in una città in cui quasi tutte strutture scolastiche sono inadeguate e hanno spesso problemi di sicurezza e agibilità.

Come conciliare questo progetto, apprezzabile per la centralità riconosciuta al problema dell’istruzione, con l’esigenza di spazi di aggregazione espressa dai residenti? Essi stessi, nella petizione, avevano ipotizzato che potessero “convivere una scuola o un asilo nido nelle ore mattutine e un centro ludico, ricreativo, sportivo per tutte le età nelle ore pomeridiane”.

Ma il nodo che emerge è soprattutto quello del metodo: l’amministrazione non può decidere da sola, il confronto con i residenti non deve essere un optional e la partecipazione, di cui tanto si chiacchera anche perchè è prevista nell’utilizzo dei fondi europei, non deve restare solo un adempimento formale.

Come mai, ad esempio, le insegnanti della scuola Malerba presenti all’incontro non erano al corrente della intenzione del Comune di dismettere uno degli attuali plessi dell’istituto per spostarne gli alunni nel nuovo edificio?

Il timore dei cittadini è quello che si verifichi quanto avvenuto con i progetti del Piano Urbano Integrato, portati avanti dopo una rapida consultazione con le associazioni, le cui aspettative e indicazioni sono state per lo più disattese.

La differenza possono farla le persone. In questo caso l’hanno fatta i tecnici della direzione Lavori Pubblici che, nella mattina di lunedì 3 giugno – con il beneplacito del direttore – hanno incontrato, nella sede di via Tasso, una delegazione del Comitato Abitanti, per illustrare il progetto del nuovo edificio scolastico, già in stato avanzato, e discuterlo con i diretti interessati.

Un progetto che prevede un edificio realizzato secondo le più recenti normative, in acciaio, con facciate ventilate, lucernai per sfruttare la luce naturale, impianto fotovoltaico e via discorrendo, destinato a tre sezioni di scuola media, con ampie aule, una grande palestra attrezzata, un auditorium, una sala informatica, laboratori e servizi vari. Ma non è tutto. In risposta alle esigenze avanzate dai residenti, a fianco della scuola e interconnesso con essa, è previsto un Polo di quartiere con ambienti di varie dimensioni, più ampie per attività laboratoriali o assembleari, più piccole per sportelli di consulenza. E un grande portico sottostante per attività all’aperto.

“Siamo alla fase della progettazione degli impianti e stiamo studiando il rapporto dell’edificio con l’esterno per trovare il giusto equilibrio tra la protezione dell’edificio e il rischio di una eccessiva chiusura che risulti escludente” ha spiegato l’archietto Salvo Persano, che ha coordinato il lavoro di progettazione, realizzato da tecnici interni del Comune, e lo ha illustrato ai partecipanti, presenti Marletta e Rossi, che hanno seguito il percorso di finanziamento dell’opera.

Un bel progetto, senza dubbio. Ma soprattutto – e ci sembra la cosa più significativa – un confronto reale. Sono infatti emerse, da parte dei cittadini presenti, alcune perplessità. A questa avveniristica struttura, innanzi tutto, manca una sala mensa. Una carenza non da poco per la scuola di un quartiere popolare e difficile, che deve poter garantire il tempo prolungato al maggior numero di ragazzini, per toglierli dalla strada, per offrire quel tempo scuola in più che spesso viene negato ai bambini del Sud, e anche l’opportunità di un pasto assicurato.

La richiesta spiazza Persano, che tuttavia la “registra” e si impegna a trovare la soluzione, pur sapendo che non sarà facile. Gli ambienti da adibire a mensa – osserva l’architetto – devono possedere determinati requisiti, da verificare con l’Asp. E poi, dove ricavare lo spazio senza ridurre il numero delle aule? Questa opzione viene subito contestata perché, anche in presenza di una diminuzione della popolazione scolastica, l’obiettivo didattico deve essere quello di ridurre eventualmente il numero di alunni per classe.

La proposta di un ulteriore piano dedicato cozzerebbe con problemi di budget, occore cercare in altre direzioni come la possibilità di rendere più permeabile la comunicazione tra scuola e Polo, già prevista per casi particolari. I tecnici valuteranno e si pensa già ad un successivo incontro per confrontarsi su questo e su altri problemi, come le eventuali attrezzature necessarie per gli ambienti del Polo destinati alle consulenze o le proposte di utilizzo degli spazi esterni avanzate dai partecipanti.

Il tutto in tempi rapidi. Il progetto esecutivo potrebbe essere pronto a fine mese, poi la verifica e quindi la gara, con possibile inizio dei lavori a fine anno.

Ma il vero traguardo è stata l’esperienza della partecipazione, con i cittadini che si attivano dal basso e i tecnici comunali disponibili a rivedere i progetti sulla base delle indicazioni emerse. Una sfida avveniristica, più di qualunque progetto.

Un metodo da seguire anche per altri fondi, non pochi, che la Rigenerazione urbana destina a Picanello e aree limitrofe.

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