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Reddito di cittadinanza, il dibattito prosegue

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Il 16 agosto Argo ha ospitato un contributo di Davide Cadili (fondatore del movimento Disoccupazione Zero) sul tema, complesso e controverso, del Reddito di Cittadinanza. Visto il numero significativo di commenti (quattro li trovate in coda all’articolo), abbiamo deciso di proporli insieme. Faremo lo stesso se ne arriveranno altri, convinti che si tratta di una riflessione che deve coinvolgere tutta la società, non foss’altro perché, come recita la nostra Costituzione, “E`compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Alice

Il reddito di cittadinanza non è sbagliato in sé, ma ci sono almeno 3 questioni su cui riflettere:
1 – siamo sicuri che un paese come il nostro che non riesce a garantire un welfare decente e a volte nemmeno una sanità decente, possa permettersi una misura così raffinata? Se lo stato fosse una famiglia, sarebbe come chiedere a quel capo famiglia di dare la paghetta a suo figlio di 8 anni, quando lo stesso capofamiglia non riesce a garantirgli neanche il cibo e le cure mediche per mantenerlo in salute…
2 – siamo sicuri che abbia contrastato il lavoro nero? Io ho visto gente rifiutare contratti di lavoro dignitosi per non perdere questo diritto…
3 – siamo sicuri che non sia stato usato dai partiti come strumento per accaparrarsi i voti di una fetta di società che è spesso destinataria di misure meteora in cambio di una X sul simbolo di turno?
Riflessioni…non critiche…
Ma invece di continuare a fare politica con lo stesso spirito di una tifoseria di calcio, perché non torniamo a parlare dei problemi e delle possibili soluzioni? perché non torniamo a confrontarci davvero? Questo sarebbe un bel modo di tornare a fare politica, non credete?

Peppe Amato – Legambiente Enna E Regionale

Si, ed è proprio l’affossamento del confronto, della Politica che ha reso l’Italia il paese europeo meno capace di adattarsi alle esigenze odierne. L’Italia non riesce ad affrontare la questione climatica, non riesce a garantire alla sua splendida agricoltura un futuro dignitoso, non riesce a declinare misure tese al welfare che non siano solamente pezze con il buco ma che aprano la strada a percorsi di ricollocazione.
Il campo ambientale, ad esempio, è praticamente dimenticato dall’agenda di un governo che sembra non voler tenere alcun conto di quello che sta succedendo al pianeta. Ugualmente si sta qui a parlare di “sostituzione etnica” mentre il sipario si è alzato sul vero interesse delle destre liberiste: molti migranti, trattati come carne da macello ed impiegabili come e peggio dei già estremamente poveri italiani.
Personalmente continuo a sostenere che il reddito di cittadinanza vada sostenuto ma con la contemporanea demolizione e ricostruzione dell’intero sistema del sostegno al lavoro e con la adozione altrettanto contemporanea del salario minimo garantito.
Del resto non vi è nulla da inventare, molte di queste questioni sono state affrontate da altre democrazie europee decine di anni addietro ed hanno trovato interessantissime e riproponibili soluzioni.

Peppe Amato Legambiente Enna E Regionale
Tanto per non andare lontano: avrete sentito le elucubrazioni del SuperNello Musumeci. Il RdC sarebbe a suo dire “iniquo” perché messo a a confronto con le pensioni sociali le supererebbe consentendo al giovane di stare a casa mentre l’anziano (come il lavascale di cui ci scrive Davide) deve ancora lavorare per arrotondare la misera pensione.
Ok. Allora l’unica, possibile soluzione è quella di innalzare le pensioni ad un minimo garantito di almeno 1000 Euro al mese, di mettere dei limiti tassativi alle pensioni più ricche e di agganciare tutte le pensioni al costo della vita.

Calogero Lo Ciuro

Infatti dal salario minimo si doveva partire.
Andava rimodulato, discusso e migliorato, invece si è dato un taglio prettamente elettorale.
In alcuni centri per l’impiego (altro carrozzone politico) i “Navighetor” navigavano a vista, non si vedevano quasi mai.
Se si voleva avere un Welfare migliore e più giusto, sicuramente non è stato il reddito di cittadinanza.

Lella

Lo scorso anno molti locali a Noto hanno chiuso le saracinesche per mancanza di personale, quest’anno 150 argentini hanno permesso di mantenere aperte le strutture.
Questo è il reddito di cittadinanza, i soldi qualora ci fossero dovrebbero andare alle imprese

Michele Sabatino

Direi che la verità sta in mezzo!!! Un reddito minimo per contrastare la povertà è indispensabile…. diversa è la misura che lega il reddito al lavoro! Ci sono tantissimi lavori e lavoratori poveri rispetto a tanti percettori del RdC! Idea giusta, applicazione pessima!

2 Comments

  1. A me sembra che due siano soprattutto le categorie che non amano il reddito di cittadinanza : molti datori di lavoro e i poveri, meno poveri però di chi percepiva il reddito di cittadinanza. Ai primi è venuta meno l’arma fondamentale di ricatto :l’indigente che non ha alcuna risorsa è costretto, per campare, venuto meno quel sostegno, ad accettare un
    lavoro a qualunque condizione, anche in nero.I meno poveri per invidia sociale. Ho potuto constatare che spesso contro il rdc si esprimono quelli che, lavorando, percepiscono redditi molto bassi. Il loro ragionamento è :perché io devo rompermi la schiena per percepire 100 euro in più di chi percepisce il reddito? Il reddito di cittadinanza era una misura essenziale che esiste in molti paesi civili, andava rivista, rimodulata ma non abolita. Contro di essa la destra ha scatenato una battaglia elettorale serrata che ha dato i suoi frutti.

  2. La mancanza di personale a causa del Reddito di cittadinanza è una balla, tu paga il giusto compenso e trovi il personale. La Costituzione ci dice che il lavoratore va retribuiti sulla base della qualità e quantità del lavoro prestato, recita altresi che il compenso deve essere sufficiente a garantire al lavoratore una esistenza libera e dignitosa. Mia figlia (con due lauree ) ha provato a lavorare in un ristorante, due estati fa, giusto per guadagnare qualcosa per sé stessa visto che tutto il resto si era fermato per il Covid, ebbene facendo i contri l’hanno pagata 5 euro l’ora, man mano i pagamenti si sono diramati, era sempre più difficile farsi pagare, tanto che ha lasciato quel lavoro e il saldo non lo ha mai ricevuto, se non ci fosse la famiglia a sostenere i nostri giovanisarebbe un disastro totale.
    Se pensiamo ai capitali esportati illegalmente all’estero, a quanto ci costa un solo aereo f35, altro che reddito di cittadinanza, potremmo avere tutti il diritto ad una esistenza dignitosa, alla sanità pubblica di qualità, una scua trettanto di qualità, ai trasporti efficienti. Il RdC era una misura di civiltà, ha salvato molte famiglie dell’estrema indigenza durante il Covid, ed ora la misura andava sistemata al fine di evitare gli abusi, non abplira. Perché mai in questa nazione bisogna sempre ricominciare daccapo, invece di dare tesoro delle esperienze precedenti? Perché abbiamo perduto il senso della solidarietà, della ricerca di condizioni di vita migliori per tutti? Tanti anni fa di scioperarava per ottenere minimamente salariali ma anche diritti collettivi, si sveca/la coscienza che si doveva lottare insieme per cambiare le cose in meglio, non scagliarsi contro chi sta oeggio di noi

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