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Il pasticciaccio brutto del parcheggio dove deve nascere un parco

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Un parcheggio immenso di 60.000 mq, l’equivalente di dieci campi di calcio, di fronte all’Ospedale Garibaldi di Nesima. La richiesta è stata avanzata dalla società Cimas Immobiliare alla Direzione Sviluppo Attività Produttive, che ha già rilasciato il permesso di costruire il 14 ottobre 2022.

Che si tratti di un “parcheggio a raso, denominato Parking Monte Po’” lo dicono i pareri, favorevoli, di Soprintendenza e Direzione Urbanistica. Nella richiesta e nell’autorizzazione si parla genericamente di “ristrutturazione urbanistica”, e non si capisce perché, visto che se in quest’area non c’è nessun “tessuto urbanistico-edilizio” su cui intervenire (legge 16/2016), tranne “alcuni fabbricati semidiruti”, che occupano una piccola porzione marginale dell’area, citati insieme alle relative particelle catastali.

Il parcheggio sorgerà all’interno dell’area in cui si prevede che venga realizzato un grande Parco territoriale (al quale il Piano Urbano Integrato destina già la somma di 15 milioni di euro) che da Monte Po’ giunge fino alla foce del fiume Acquicella, inglobando il già previsto parco di Monte Po, mai realizzato, il Boschetto della Plaia e tante altre aree verdi ancora libere, molte delle quali di grande interesse botanico, faunistico, paesaggistico ed anche storico e archeologico.

Vero è che per realizzare il Parco Monte Po-Acquicella non c’è ancora un impegno preciso, non una gara di appalto, non una assegnazione di incarico, ma l’amministrazione – concedendo il permesso per questo grande parcheggio – comincia di fatto a sottrarre spazio al progetto e viene meno alla collaborazione iniziata con le associazioni proponenti.

Il Parco è frutto di un sogno ed insieme di uno studio attento e condiviso, è stato pensato da un gruppo di associazioni che si sono già spese per esplorarne gli spazi, individuarne i pregi, farli valutare da esperti, descriverli in relazioni che indicano anche modi e strategie di valorizzazione. Un intero ‘libro bianco’, che l’amministrazione ha ricevuto, ha dichiarato di apprezzare, al punto da ritenere opportuno l’inserimento della proposta nel Piano Integrato, ma che, in qualunque momento, senza adeguate spiegazioni, potrebbe decidere di cancellare, svuotare o modificare sostanzialmente, in modo unilaterale.

Qualche ulteriore riflessione si può fare sui pareri emessi dagli uffici competenti, che contengono alcune ‘prescrizioni’ da rispettare, di cui tuttavia il permesso per costruire non dice nulla.

Manca il parere del Genio Civile, ne viene citato solo uno del settembre 2022, di cui non si conosce il contenuto. Ma non è pensabile che si possa procedere in sua assenza perché, limitrofo all’area di intervento, scorre il fiume Acquicella,.

Sull’Acquicella, per la tutela ambientale, ha competenza anche la Soprintendenza che, nel suo parere, non ne parla, anche se, sollecitata da un quesito dell’Urbanistica, lo definisce ‘declassato’ perché “trasformato da interventi antropici”. Un punto di vista sorprendente: dovrebbero allora essere declassati tutti i grandi fiumi italiani ed europei, dall’Arno alla Senna, oggetto di interventi dell’uomo?

L’Acquicella risulta iscritto (al n.295) nell’elenco ufficiale delle acque pubbliche dei beni del demanio dello Stato ed è quindi un corso d’acqua riconosciuto a tutti gli effetti. L’Urbanistica lo considera un “fattore di rischio”, soprattutto dopo l’allagamento dell’ottobre 2021 che ha coinvolto l’ospedale Garibaldi, e prescrive che, lungo l’argine, non vengano realizzati muretti o altri manufatti che possano ostacolare il deflusso delle acque. Una prescrizione su cui il permesso per costruire tace.

Dal parere della Direzione urbanistica apprendiamo che il parcheggio richiesto ricade in “zona verde pubblico, sede stradale, con vincolo assoluto rispetto strada”. Ciò nonostante l’Ufficio dà parere positivo perché ritiene il parcheggio di interesse pubblico in quanto funzionale “all’accesso e alla fruizione del verde pubblico”. Si prescrive, inoltre, che vada “assoggettato a regole di utilizzo da concordare con specifica convenzione con il Comune”, un’altra prescrizione che non viene ricordata nel documento autorizzativo e si perde per strada.

Anche se è vero che il grande Parco proposto dalle associazioni avrà bisogno di qualche area di parcheggio nei pressi degli ingressi, non sono giustificate le dimensioni spropositate dell’area richiesta né si accenna alle condizoni e tariffe da concordare con il Comune. Sono invece chiari ed evidenti gli interessi immediati e i prezzi correnti richiesti nella zona adiacente all’ospedale.

L’Urbanistica, relativamente alla parte vincolata come sede stradale, un vincolo assoluto, aggira l’ostacolo prescrivendo che l’allargamento di via Palermo previsto dal Piano Regolatore, debba intendersi come “onere a carico del committente”. Se capiamo bene, la società dovrebbe provvedere ad allargare la strada, oltre che a realizzare – come espressamente richiesto dall’Ufficio – un sovrappasso pedonale, comprensivo di ascensore per disabili, per collegare il parcheggio alla struttura ospedaliera. Si palesa così il vero scopo del grande parcheggio.

Se aggiungiamo la prescrizione sulla permeabilità della superficie e sul confluire delle acque piovane verso il fiume, abbiano un manuale delle buone intenzioni. Tanto più che le prescrizioni non sono riportate dal permesso, che parla solo di un “nulla osta favorevole a condizione”.

Avviene lo stesso per il parere della Soprintendenza, che prescrive che le attività di scavo avvengano alla presenza di propri funzionari, che potrebbero chiedere “varianti del progetto” se venissero alla luce resti di interesse archeologico, il cui ritrovamento è molto probabile vista la presenza nell’area di strutture antiche e medievali, segnalate dalla stessa Soprintendenza.. Un altro “nulla osta a condizione”, non specificato nel permesso.

Restano non trattate altre due questioni Non si fa cenno ai manufatti semidiruti presenti nell’area del richiesto parcheggio, di cui nessuno si occupa ma dei quali la Soprintendenza dovrebbe verificate sin d’ora la qualità e il valore storico-antropologico. Così come ci si dovrebbe interrogare sul carattere non pianeggiante dell’area individuata, che richiederà sbancamenti che possono alterare e stravolgere l’assetto del territorio.

4 Comments

  1. Negli ultimi tempi la sovrintendenza dà pareri quantomeno sospetti. Non si potrebbe fare qcosa? Una lettera di protesta? Le iene? Una trasmissione televisiva in cui si invita la sovrintendente e le associazioni?

  2. Relativamente al vincolo paesaggistico derivante dalla legge Galasso (fasce di rispetto dagli argini dei fiumi iscritti nell’elenco delle acque pubbliche) il tratto di fiume interessato dalle opere in progetto negli IGM storici corrispondenti al periodo del registro delle acque pubbliche non era cartografia to e pertanto ne deriva l’insussistenza del vincolo paesaggistico e la mancata competenza della Soprintendenza. Di contro la Soprintendenza ha accolto la proposta di vincolo da parte delle associazioni sul territorio del Parco inviando la stessa al superiore Osservatorio per il Paesaggio per la convalida.

  3. IL PROBLEMA E’ CHE IN QUELL’AREA NON VI SONO DESTINAZIONI A PARCHEGGIO…. MA L’UNICA E’ IL PARCHEGGIO FONTANA ADIBITO COME PARCHEGGIO SCAMBIATORE DA PIANO REGOLATORE E DECRETO LEGGE ASSESSORATO REGIONE SICILIA…

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