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Una legge ai limiti del diritto

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motto ASGI

La neonata legge 132/2018 su immigrazione e sicurezza, fortemente voluta dal Minsitro Salvini, sembra pensata proprio per ingrossare le fila di persone irregolari presenti sul nostro territorio. E comunque per complicarne molto la vita.

Lo conferma il convegno dell’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) “Ai limiti del diritto – seminario formativo in tema di procedure accelerate, nuove ipotesi di trattenimento, disciplina delle domande reiterate nella l.132/2018” organizzato nell’ambito del progetto InLimine in collaborazione con il Community Centre Catania Diaconia Valdese e svoltosi martedì nel monastero dei Benedettini.

In sala giuristi e addetti ai lavori, pubblico idoneo a comprendere a fondo gli interventi tecnici che si sono susseguiti e ad animare il dibattito moderato dall’avvocato Salvatore Fachile, uno tra i volti più noti dell’ASGI.

Partendo dall’approfondimento di alcune delle novità in tema di immigrazione, introdotte dalla cosiddetta Legge Salvini, il convegno è stato soprattutto un’occasione di confronto tra esperti che operano su varie città della Sicilia e su diversi territori italiani, per discutere insieme del grado di reale applicazione della legge e dei risvolti pratici che tali disposizioni hanno o potrebbero avere in un prossimo futuro.

Vediamone alcune.

Si è ampliato lo spettro di casi in cui un migrante può essere trattenuto in una struttura di detenzione amministrativa.

I migranti la cui procedura di richiesta asilo viene esaminata con tempistiche accelerate avranno meno tempo per presentare ricorso tramite un legale e, proprio come quelli la cui richiesta viene considerata manifestamente infondata, non avranno automaticamente diritto a rimanere regolarmente sul territorio italiano in attesa del giudizio.

La nuova disciplina che regola le cosiddette ‘domande reiterate‘, cioè le seconde domande di asilo, rende di fatto più rischioso usufruire di tale istituto perché contestualmente alla presentazione della seconda domanda la questura potrebbe avviare la procedura di espulsione del richiedente asilo.

Ci sono molti aspetti della nuova legge che contrastano con normative europee, ne consegue la necessità di agire per vie legali al fine di tutelare i diritti delle persone migranti.

sala convegno ASGI

A queste novità affrontate al seminario se ne aggiungono molte altre.

Prima fra tutte l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari che, prima dell’entrata in vigore della legge, era valido 2 anni, rinnovabile e convertibile in altri permessi di soggiorno.

Questo permesso veniva riconosciuto a chi, sebbene non scappasse da guerre o da persecuzioni di natura politica, subiva violazioni di diritti umani fondamentali a causa di malnutrizione, catastrofi naturali, povertà estrema.

Chi ne è titolare oggi, allo scadere dei 2 anni non potrà più ottenerne il rinnovo. Chi ha presentato domanda di protezione internazionale dopo l’entrata in vigore della legge non potrà più vedersi riconosciuta tale forma di protezione.

Tutti coloro i quali hanno presentato domanda prima dell’entrata in vigore della legge verranno invece valutati secondo il regime normativo precedente, in virtù del principio generale di irretroattività delle norme.

Lo ha confermato proprio in questi giorni anche la Corte di Cassazione con la sentenza 4890/2019 che si può leggere a questo link.

locandina convegno ASGI Catania

Le nuove disposizioni normative, e ne abbiamo citato solo alcune, sono evidentemente volte a rendere irregolari sempre più persone.

Anche se il Ministro Salvini ripete ossessivamente di agire per la nostra sicurezza, e con questo slogan riesce a catturare sempre più consensi, la conseguenza delle sue politiche è esattamente l’opposto di quanto dichiarato.

Aumenterà l’esercito degli invisibili, tutte persone destinate a diventare manodopera a basso costo e facilmente ricattabile per qualunque organizzazione criminale.

Nel caso migliore crescerà la fetta di popolazione che vive ai margini delle nostre comunità, aumentando sempre di più la distanza tra “noi”, vecchi cittadini, e “loro”, nuova popolazione italiana che vive qui, lavora qui, educa qui i propri figli eppure rimane sempre ghettizzata e “diversa”.

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