Un Ente pubblico non in grado ormai di svolgere le proprie competenze e offrire i necessari servizi alla collettività ma che continua a mantenere intatto il numero dei propri dirigenti, premiandoli addirittura per i risultati raggiunti, non si rende responsabile di un danno erariale?
Questo, in soldoni, il contenuto di una denuncia alla Procura, alla Corte dei Conti e all’Autorità Anticorruzione (Anac), effettuata da Unione Sindacale di Base (USB), nella persona del suo segretario provinciale, Sergio Giambertone, sul salario accessorio erogato ai dirigenti dell’Ex Provincia.
E’ accaduto infatti che la Ex Provincia o Città Metropolitana che sia, abbia dovuto ridurre i propri servizi, e avrebbe dovuto quindi ridurre il numero dei propri dirigenti, a causa dei pesanti tagli alle risorse finanziarie.
“A tal proposito non si comprende come mai – scrive Giambertone – nel prospetto dell’attuale dotazione organica della Dirigenza, a fronte dei 13 servizi previsti, si siano mantenuti 29 posti dirigenziali”, nonostante a ogni servizio non possa che corrispondere un dirigente.
A tutti i 29 dirigenti è stato corrisposto non solo il salario di base, ma anche quello accessorio, formato dalla retribuzione di posizione (corrispondente al ‘grado’) e dalla retribuzione di risultato che dovrebbe ricompensare i risultati raggiunti.
Ma andiamo per ordine. Prima questione è quella della costituzione del fondo destinato al pagamento di queste retribuzioni accessorie. Un fondo che, in precedenza, era destinato ad un numero di posizioni dirigenziali superiore alle attuali 13 e che – a quanto pare – non è stato ridotto.
Eppure la Corte di Cassazione – sezione Lavoro con la sentenza n. 9645 del 2012 ha stabilito che “l’art. 26 del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Area Dirigenza Comparto Regioni-Autonomie locali del 23 dicembre 1999) va interpretato nel senso che, nella determinazione del fondo previsto dalla stessa disposizione contrattuale, deve tenersi conto delle sole posizioni dirigenziali effettivamente coperte”.
Ecco la necessità di rideterminare le risorse stanziate, cosa a cui ci inviterebbe anche il buon senso se ci fosse la preoccupazione di utilizzare correttamente le risorse pubbliche, soprattutto in tempi di contenimento della spesa. Ma a quanto pare così non è stato.
Seconda questione, quella del pagamento della retribuzione di risultato, un premio che andrebbe attribuito, come scrive Giannotti (www.ilpersonale.it 4/6/2015) qualora “l’amministrazione abbia provveduto a definire ex ante gli obiettivi da raggiungere e che tali obiettivi ex post possano essere considerati raggiunti mediante puntuale ricognizione e certificazione”.
Anche qui i conti non tornano. Come afferma Sergio Giambertone “la liquidazione del fondo di risultato [viene] sistematicamente erogata per intero a prescindere dal grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati ai dirigenti”.
Parliamo di somme non indifferenti che sono state impropriamente ‘liquidate’, per intero, mentre avrebbero dovuto restare nelle casse pubbliche.
Come ribadito dall’ARAN (l’agenzia che rappresenta legalmente le pubbliche amministrazioni italiane nella contrattazione collettiva nazionale) “le risorse previste per il finanziamento di tale voce retributiva non possono che divenire economie di bilancio e tornare nella disponibilità dell’ente”.
Precedentemente alla denuncia, Giambertone aveva avanzato formale richiesta di conoscere i criteri di costituzione del fondo per la dirigenza e quelli inerenti alla liquidazione della retribuzione di risultato senza tuttavia ottenere alcun riscontro.
Da qui la denuncia affinchè vengano individuati gli autori dell’eventuale danno erariale derivato all’ente pubblico “nella speranza di ottenere decisioni che si possano estendere anche alle altre Amministrazioni pubbliche, rilevato che il modus operandi del calcolo e della liquidazione dei fondi dei dirigenti è pressoché uguale in tutti gli Enti locali”.
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Nel ringraziare per lo spazio concesso alla pubblicazione della denuncia presentata da USB, corre l’obbligo di una errata corrige relativa alla parte che fa riferimento alla corresponsione a “tutti i 29 dirigenti” del salario accessorio.
Uno dei motivi dell’esposto si basa proprio sul fatto che sono stati ingiustificatamente mantenuti 29 posti di dirigenti, mentre quelli in servizio sono appena 7 che coprono 13 servizi tramite il ricorso ai necessari interim.
Quindi ciò che si contesta è il fatto che il fondo di posizione e di risultato è calcolato, non sui 13 servizi esistenti, bensì sui 29 posti virtuali aumentando così le somme da spartire per i 7 dirigenti presenti.
Tutto ciò in difformità, come ben evidenziato nell’articolo, dalla sentenza della Cassazione che stabilisce di tenere conto, nella costituzione del fondo, delle sole posizioni dirigenziali effettivamente coperte.
dott. Sergio Giambertone – segretario provinciale USB enti locali
Noi cittadini del Comitato Porto del Sole, ci congratuliamo che i lavoratori catanesi della “Unione Sindacale di Base” (USB) abbiano denunciato una tra le più grosse porcherie politiche che devastano le nostre tasche semivuote, per riempire le tasche strapiene di coloro di cui si sconoscono reali funzioni ed effettivo impiego . Saremo i primi a costituirci parte civile in un prossimo Giudizio sul fatto.