Mobili, elettrodomestici, biciclette, giocattoli destinati ad essere buttati via. Sta nascendo da questi ‘rifiuti’, creativamente trasformati in altri oggetti da immettere sul mercato, il progetto di upcycling FIERI (Fabbrica Interculturale Ecosotenibile del Riuso).
Un progetto “esemplare” che la Fondazione con il Sud ha selezionato all’interno della propria Iniziativa Immigrazione, un bando del 2014 per favorire l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati nelle regioni meridionali.
Sono, infatti, i migranti i beneficiari del progetto, ma ne sono anche i protagonisti, tanto che il coinvolgimento attivo di almeno una associazione di immigrati era la condizione necessaria perchè il progetto fosse selezionato e finanziato.
Due gli ambiti di intervento possibili: il contrasto alla tratta e la valorizzazione del lavoro “nelle forme associative tipiche del terzo settore”.
Hanno scelto questo secondo ambito le associazioni catanesi promotrici di FIERI, impegnate sul duplice fronte del riuso di materiali erroneamente considerati di scarto e della promozione e tutela dei diritti dei migranti.
Ecco dunque la presenza di Mani Tese Sicilia e Rifiuti Zero, realtà associative che promuovono da tempo la cultura dell’ecologia e della sostenibilità e che avevano già, in passato, avanzato al Comune richiesta di locali per la realizzazione di un centro di riuso.
Partecipano anche Officina Zero Nove, impegnata a diffondere la cultura della bicicletta anche mediante il restauro, la riparazione e la creazione di questi strumenti di mobilità e la cooperativa Al Revès con la sua esperienza di sartoria sociale e di sostegno all’imprenditorialità.
Il Comitato territoriale dell’Arci fa da capofila ma partecipano anche altri circoli Arci, ognuno con la sua specificità, che da tempo si occupano di immigrazione e di riciclo creativo.
L’Association des Immigrants Mauriciens de la Province de Catane è l’Organizzazione di Immigrati partner del progetto, mentre altre associazioni contribuiscono con competenze formative di carattere trasversale, tra cui quelle relative al teatro sociale con persone disabili (Mettiamoci in gioco) e alla gestione delle officine (Risorti Migranti).
Stand per i prodotti FIERI sono previsti nei mercatini de ‘a fera bio e Makè Terra. Per la commercializzazione dei prodotti realizzati si pensa anche ad un marchio autoprodotto.
La Fabbrica Interculturale Ecosostenibile del Riuso sarà, dunque, innanzi tutto uno spazio fisico dove realizzare laboratori di formazione tecnica: sartoria, riparazione biciclette, falegnameria e restauro del legno, riparazione apparecchiature elettriche e elettroniche, eco-bijoux, serigrafia, saponificazione, …
Anche migranti portatori di conoscenze tecniche e culturali metteranno a disposizione le proprie competenze “nell’ottica della peer education”.
Previsti anche laboratori finalizzati allo sviluppo della persona, dai corsi di lingua al teatro sociale, dall’educazione alla cittadinanza attiva a percorsi di ‘auto-imprenditorialià’. Con un’attenzione ai “bisogni” dell’impresa, per “rendere sostenibile sul mercato la produzione e commercializzazione dei prodotti dell’upcycling”.
Una formazione a tutto tondo che permetta ai beneficiari di crescere come persone e insieme di trovare sbocchi lavorativi, riducendo i fattori di emarginazione.
Oltre alle opportunità di lavoro temporaneo all’interno (cooperativa sociale) è prevista una mediazione verso attività esterne, con un accompagnamento all’inserimento lavorativo realizzato in particolare da un altro partner, Cooperativa Prospettiva.
L’inserimento lavorativo ha anche lo scopo di ridurre il numero di stranieri sfruttati nel lavoro sommerso e di quelli, spesso i più giovani, coinvolti in attività criminali.
Beneficiari del progetto saranno anche donne, minori stranieri non accompagnati in prossimità del compimento del diciottesimo anno d’età e disabili fisici e/o psichici.
Oltre che un presidio permanente di accoglienza, integrazione e dialogo interculturale, quello che sta nascendo nella nostra città anche è un’esperienza pilota di contrasto al degrado urbano ed ambientale.
“La necessità di esortare la cittadinanza a ridurre la produzione di rifiuti, riutilizzandoli come risorsa, è richiamata dalla Direttiva europea quadro sui rifiuti del 2008 e dalla recente normativa nazionale emanata allo scopo di dare ad essa attuazione”, come leggiamo nel Progetto, di cui trovate una sintesi a questo link.
Lo spazio fisico per la realizzazione di tutto ciò è stato offerto dal partner istituzionale, il Comune, che ha concesso una struttura in comodato d’uso per nove anni, rinnovabili per altri nove.
Un comodato gratuito, a condizione che vengano effettuati i lavori di ristrutturazione dell’edificio, situato in via Palermo, un bene comune che verrà così recuperato e restituito alla città.
Un impegno oneroso quello della ristrutturazione, visto che per i lavori, già in corso, serviranno circa 100.000 euro, quasi la metà della somma finanziata dalla Fondazione, che si aggira sui 220.000 euro.
Si tratta dell’80% del costo complessivo del progetto, stimato in 280.000 euro. Il restante 20%, deve essere cofinanziato dai partner.
Ecco perchè è partito un crowdfunding a cui tutti possiamo e dobbiamo partecipare. Siamo agli sgoccioli, la raccolta si chiude il 15 febbraio.
Le donazioni si possono fare on line, a questo link
Sono stati organizzati anche degli eventi di autofinanziamento e di sostegno dell’iniziaiva.
Il primo, Serata per FIERI, domani 8 febbraio, è organizzato dal circolo Faber, alle ore 20:00 in via Opificio.
Venerdì 10 febbraio, sempre alle ore 20:00, FIERI in Festa, cena solidale a sostegno del progetto, presso la Cooperativa Prospettiva, via San Luca Evangelista 6, San Giovanni Galermo
Mettiamoci in gioco organizza, per il giorno 17 febbraio, a sostegno di FIERI, uno spettacolo di danza di diverse culture, Frammenti di Culture, portato in scena da giovani diversamente abili, alle ore 18:00, presso la Casa degli Originali Talenti, piazza Falcone, San’Agata li Battiati.
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