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La Manzoni a rischio chiusura, ma il quartiere non molla

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Cosa può accadere in un quartiere con un alto tasso di abbandono e di dispersione scolastica quando la sua unica scuola rischia di chiudere?
La domanda è della massima importanza per il futuro del quartiere Antico Corso e rilevante per tutta la città di Catania, a partire da quello che sta accadendo alla scuola Manzoni.
A fine ottobre, in sede di consiglio d’istituto, la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Diaz-Manzoni, ha annunciato a docenti e genitori che entro dicembre le classi della scuola media sarebbero state trasferite in un’altra sede, per la precisione nel plesso della Vespucci-Capuana-Pirandello di via De Nicola, nei pressi della stazione centrale.
I motivi di tale trasferimento sono riconducibili a ragioni di sicurezza: la dirigente lo ha ripetuto più volte durante la conferenza stampa indetta, lunedì scorso, dai genitori e da alcune associazioni che si impegnano all’interno del quartiere.
Nessuna richiesta di ristrutturazione dell’edificio è stata avanzata. Questo perchè, sempre a detta della preside, “il Comune non ha i soldi” e “per l’ente locale è difficile trovare dei locali a norma”.
Non si tratterebbe del primo caso di chiusura o trasferimento di un istituto scolastico, già in altre situazioni si è scelto di chiudere i centri d’istruzione anziché ristrutturarli.

Il caso più recente risale all’anno scorso, con lo sgombero del Centro Territoriale Permanente di via Santa Maddalena, anch’esso parte della Diaz-Manzoni. Un Centro di educazione per adulti che offriva attività didattiche e corsi diurni di alfabetizzazione anche a stranieri, molti dei quali minori provenienti da centri di accoglienza e comunità per migranti.
Qualche anno prima, nella non lontana via Crociferi, era toccato all’Istituto d’Arte, sgomberato dall’ex Collegio dei Gesuiti, pericolante per mancanza di manutenzione.
C’è poi il caso di scuole trasformate in uffici, come – nel corso della conferenza stampa – ha fatto notare Matteo Ianniti di Catania Bene Comune, riferendosi alla ex Capuana (ora Vespucci-Capuana-Pirandello) di piazza Stesicoro, che di recente ha riaperto i battenti ma deve dividere la sede con gli uffici dell’Unesco e del Traffico Urbano.
Altro caso molto discusso quello dell’Andrea Doria, ricordata dal Gapa come un importante presidio sociale nel quartiere San Cristoforo.

Quanto sia importante una scuola per il territorio che la ospita lo sanno bene i genitori degli alunni della Manzoni che, in una lettera al Sindaco e all’Assessore della Pubblica Istruzione, hanno dichiarato la loro “indisponibilità non trattabile” al trasferimento in locali “fuori dall’area urbana di riferimento e di residenza degli allievi”, soprattutto poiché i tempi di esecuzione del suddetto trasferimento dovrebbero avvenire “in corso d’anno”, causando parecchi disagi “soprattutto per gli allievi che stanno svolgendo l’ultimo anno”.
Nella stessa lettera, i genitori hanno inoltre richiesto al Comune di “disegnare un rilancio funzionale e duraturo della sede storica della scuola Diaz-Manzoni” in quanto essa è “un’Istituzione importante per i meccanismi sociali fondamentali di un’area urbana strategica della città di Catania”.
Disagio è stato espresso anche dai docenti, molti dei quali ricordano quando la “gloriosa” e prestigiosa Manzoni contrastava l’indifferenza e la “infingardaggine” della burocrazia, come scrive in una lettera, che alleghiamo, una docente che preferisce restare anonima.
La ‘vecchia docente affezionata’ ricorda anche “l’immenso patrimonio architettonico della attuale sede di via Plebiscito 784” che “invece di essere curato, ristrutturato, restaurato, negli anni ha subito gli sfregi del passare del tempo”, mentre “forse sarebbe bastato un corretto uso delle opere di manutenzione ordinarie”.
Presenti in conferenza stampa anche le associazioni che operano sul territorio, che sin dall’inizio si sono schierate affinché la scuola continui a restare aperta là dove è storicamente radicata.
Oltre al Comitato Antico Corso, da sempre impegnato per la salvaguardia del quartiere con varie proposte (tra cui quella di istituire un parco archeologico), c’erano anche Catania Bene Comune, che fino a poco tempo fa aveva la propria sede nell’Antico Corso, il Centro Sociale Occupato Liotru, che da due anni fa delle attività rivolte al quartiere, e l’Arci, che aveva attivato nella scuola un centro di aggregazione contro la dispersione scolastica.
Se la Manzoni dovesse essere trasferita o chiusa, il danno per il quartiere sarebbe enorme, perché svuotare un quartiere dei servizi significa svuotarlo anche dei suoi residenti. Tra un paio d’anni, l’Antico Corso rischia di non essere più lo stesso, anche per l’impatto che altre vicende potrebbero avere sugli abitanti.
Ci riferiamo, innanzitutto, all’ormai deciso e prossimo trasferimento dell’ospedale Vittorio Emanuele, la cui area potrebbe diventare un campus universitario, ma anche alla variante del PRG che prevede interventi urbanistici in un’area che include gran parte del quartiere Antico Corso.
Tali interventi, oltre ad attrarre probabili speculatori edilizi, potrebbero portare a una rivalutazione del mercato, a cui potrebbero conseguire un aumento degli affitti e lo sfratto degli abitanti appartenenti alla classe medio-bassa.
Ulteriori timori derivano dalle attuali politiche di espansione edilizia dell’Università di Catania, interessata a realizzare un Polo universitario della Purità proprio nell’area retrostante la scuola Manzoni.
Il progetto è stato poi accantonato in seguito al ritrovamento di reperti archeologici senza che fosse perseguita nemmeno la ventilata ipotesi di realizzare un parco archeologico e con il conseguente abbandono dell’area del cantiere.
La scuola si trova adesso accerchiata da due auditorium, uno realizzato nella Chiesa della Purità e l’altro nell’ex sede del CPO Experia, ristrutturata da poco e data in affidamento all’Ersu.
La desertificazione del centro storico a vantaggio di uffici e università diventa una
possibilità sempre più concreta.

1 Comments

  1. Una tra le più evidenti conferme dei danni alla città per mano della attuale gestione comunale. Ricordiamo alla preside che afferma “La città non ha soldi” che i soldi ci sono ed in abbondanza con la attuale pesante tassazione, ma che sono finiti per scopi assai diversi dalla formazione culturale e sociale dei nostri giovani. Ne sono un esempio i molti e lauti compensi erogati dalla attuale giunta Bianco ai tanti dirigenti e consulenti di sua fiducia.

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