Principi e re, regine e condottieri. Sulle targhe delle strade di Catania, come del resto su quelle di altre città, trovano quasi sempre posto eroi risorgimentali e blasonati. Fa notizia, quindi, l’intitolazione di una strada a don Tonino Bello.
Da sabato 25 ottobre, su input di Pax Christi, sulla targa di una via del quartiere catanese di San Giovanni Galermo si può leggere il suo nome.
Vescovo di Molfetta, presidente della sezione italiana del Movimento cattolico internazionale per la pace (Pax Christi, appunto), dall’85 fino alla sua morte avvenuta nel 1993, Tonino Bello è stato un acerrimo nemico della violenza, un amante appassionato della pace.
Una pace intesa non soltanto come il contrario della guerra ma come solidarietà e condivisione della vita degli ultimi.
Articoli correlati su argocatania.org
Le sue non erano solo enunciazioni teoriche. Nell’85, ad esempio, denunciò il comportamento del governo italiano che da una parte stanziava fondi per la fame nel mondo e dall’altra vendeva armi ai popoli affamati.
“La pace è un’arte che si impara -diceva- con un’educazione permanente, consapevoli che non bastano marce, cartelli e slogan ma necessitano studio e confronto, coscienza forte, capacità di soffrire”.
Eppure di marce se ne intendeva. Già sofferente per il tumore che lo avrebbe ucciso pochi mesi dopo, organizzò e guidò nel dicembre 1992 la marcia pacifica dei 500, rimasta ormai nella storia, su Sarajevo sotto assedio, controllata dai cecchini serbi.
Ora anche quella targa sulla quale campeggia il suo nome può contribuire ad educare i ragazzi della periferia, e non solo, alla ‘sua’ pace.
Spesso a pensarci bene sulle targhe commemorative trovano celebrazione uomini che hanno segnato il loro cammino sul sangue di guerre mai giuste.
Questo e’ un nome che forse non vedremo fra i beati.
Che se ne ricordi la figura e soprattutto il pensiero che è esempio da seguire, anche fuori da “Pax christi”.