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Regolamento dei beni confiscati, ecco la trasparenza voluta dalle associazioni

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Non è Catania il primo comune che si dota di un regolamento per l’assegnazione dei beni confiscati alla mafia, eppure in qualcosa la nostra città si è distinta.
Da una parte il silenzio sul ruolo attivo svolto dalle associazioni antimafia e soprattutto da Libera, che non ha voluto essere gelosa custode della propria iniziativa ma ha scelto il metodo della condivisione. 
Dall’altra parte la difficoltà dei gruppi che detengono la maggioranza dentro il Consiglio comunale a trovare i numeri per approvare questo testo indipendentemente dai voti dell’opposizione.
Oggi tutti si dicono soddisfatti dell’unanimità raggiunta e del documento approvato, ma i contenuti di quest’ultimo sono rimasti un po’ in ombra. Proviamo oggi a ricordarne i punti chiave attraverso le parole di due protagonisti di questa battaglia di legalità, entrambi appartenenti a Libera, Giuseppe Strazzulla e Maria Luisa Barrera.
Il 17 giugno 2014, con una seduta convocata per le ore 17 e terminata poco prima di mezzanotte, il Consiglio comunale di Catania ha approvato all’unanimità il Regolamento dei Beni confiscati alla mafia.
E’ stata la conclusione di un lungo iter iniziato per volontà del coordinamento provinciale di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie che, ispirandosi ad esperienze pregresse in altre città, ha proposto una Bozza di regolamento – condiviso con Confcooperative e CGIL – all’attenzione dell’assessore alla Legalità Saro D’Agata.
C’è da aggiungere, per completezza d’informazione, che il Regolamento costituiva uno dei quattro impegni (*) sottoscritti da Bianco nel corso della campagna elettorale a Sindaco di un anno fa.
D’Agata, con l’attenzione e la cura che lo contraddistinguono, si è fatto parte attiva nel costituire un punto d’incontro tra diversi attori: il Sindaco e la sua Giunta, il Consiglio comunale (in particolare la commissione Pace, Diritti umani, ecc.), l’Ufficio del Comune responsabile dei Beni confiscati e la stessa Libera.
Sono state coinvolte nel cammino comune anche associazioni e persone della “antimafia sociale”: il 29 novembre 2013 si è svolto al Gapa di S. Cristoforo un seminario molto partecipato sul tema dei Beni sequestrati e confiscati, in occasione del quale è nato un movimento di “pressione” sulla Giunta in favore dell’approvazione del Regolamento come proposto da Libera.
Quali sono gli aspetti più importanti del Regolamento, che consentono di parlarne come di uno strumento di reale avanzamento della democrazia nella nostra città? Essi si possono sintetizzare nei seguenti punti:

  • l’impegno del Comune a rendere pubblica la lista dettagliata dei Beni confiscati, con separata indicazione di quelli già assegnati e di quelli da assegnare;
  • la chiarezza sui soggetti che possono essere beneficiari dei Beni confiscati. Il Regolamento trae fondamento dal Codice Antimafia che all’art. 48, 3° comma, elenca tassativamente gli enti che possono richiedere la concessione;
  • l’assegnazione dei Beni confiscati dovrà avvenire con bando pubblico appositamente pensato per garantire la massima trasparenza nel procedimento di assegnazione;
  • la concessione del bene avverrà per un periodo non inferiore ad anni 6 e non superiore ad anni 10 ed è prevista la possibilità di rinnovo;
  • gli enti assegnatari saranno soggetti ad una serie di obblighi, tra i quali: a) sostenere le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, finalizzate alla realizzazione del progetto proposto in sede di bando pubblico; b) presentare al Comune dettagliata relazione periodica sull’attività svolta;
  • l’Ente potrà essere soggetto a controlli e qualora contravvenga ad uno degli obblighi previsti dal Regolamento sarà soggetto a specifiche sanzioni, tra le quali la revoca della concessione.

La presenza alla seduta di approvazione al Consiglio comunale di una folta rappresentanza della “società civile”, ed in particolare di alcuni rappresentanti di Libera fino alla sospirata conclusione ha costituito un’occasione importante di partecipazione.
I lavori del Consiglio comunale – malgrado l’unanimità raggiunta – non sono stati del tutto privi di passaggi politicamente difficili. Il risultato, tutto politico, è stato che si è arrivati all’approvazione definitiva grazie all’opposizione, in quanto i consiglieri della maggioranza presenti al momento del voto erano soltanto 15 (quando servivano 23 voti per l’approvazione).
Non è nostro compito valutare le strategie alle quali abbiamo assistito, probabilmente finalizzate a disegni più ampi dell’oggetto in discussione. Piuttosto, ci sembra utile esprimere il nostro rammarico per non essere stati neanche citati negli articoli di cronaca, anche nel caso di testate giornalistiche libere ed indipendenti, forse troppo appiattite sul “politichese” e meno attente a quel che si muove nella società.
Eppure, tutte le parti politiche hanno riconosciuto a voce alta l’importanza del lavoro svolto dal coordinamento di Libera, che non ha certo bisogno di visibilità, tanto è vero che non ha neanche chiesto di far parte della Commissione che verrà costituita per l’effettuazione dei Bandi di assegnazione.
Approvato il Regolamento, si tratta adesso di vigilare perché la sua applicazione non sia solo formale.
Vanno seguiti: la costituzione della Commissione, la formulazione dei Bandi di concorso, il coinvolgimento effettivo di associazioni ed Enti vari, i criteri di concessione e, naturalmente, il reale svolgimento delle attività sociali di recupero dei Beni e di utilità sociale delle attività svolte.
Il cammino è appena iniziato.
Maria Luisa Barrera, portavoce dell’Officina Beni confiscati di Libera a Catania
Giuseppe Strazzulla, coordinatore provinciale di Libera a Catania
(*) assieme alla costituzione del 21 marzo come Giornata cittadina in memoria di tutte le vittime delle mafie, già realizzata; al regolamento per la legalità nella festa di S. Agata; ed all’osservanza del Decreto Ministeriale sulle slot-machines a giusta distanza da luoghi sensibili come scuole, ospedali, ecc.

1 Comments

  1. non avrei mai utilizzato o posseduto o detenuto un bene confiscato.Non mi piace. Non mi appartiene.Lo faccia la chiesa che già sequestra le coscienze.

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