Non c’era Catania, nè quella degli umili che lui tanto amava. Né tantomeno quella dei potenti. E quest’ultima lui non l’avrebbe davvero voluta. Nell’anfiteatro della scuola media Cavour, a ricordare Giambattista Scidà, a due anni dalla scomparsa, si sono ritrovati solo alcuni dei tanti amici che lo hanno conosciuto e apprezzato. Un appuntamento nato quasi spontaneamente: nessun invito formalizzato, nessuna pubblicità, solo un giro di e-mail, sms e il passaparola di qualche telefonata. Poco pubblicizzato, forse anche per scelta, quasi una riunione familiare. C’erano i figli e una nipote che non sono voluti mancare – anche quest’anno – a questo consesso.
L’attuale Presidente del Tribunale per i minorenni Maria Francesca Pricoco, ha voluto ricordare, con la sensibilità che la contraddistingue, come nel 1987 abbia conosciuto Scidà e quanto egli abbia fortemente voluto che lei facesse parte di quel Tribunale. Ha poi voluto sottolineare l’importanza della data odierna (giornata in cui fu approvata la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza), affermando che se Scidà avesse dovuto indicare una data per la sua dipartita, avrebbe scelto proprio quel giorno, perché il presidente stava dalla parte dei ragazzi e degli adolescenti non solo per professione ma per passione.
Alcuni soci dell’Associazione Siciliani per la legalità, da Scidà creata e alle cui riunioni egli non faceva mai mancare la sua presenza, hanno preso la parola per condividere ricordi personali, racconti e testimonianze di incontri, di frequentazioni più o meno assidue. Hanno poi voluto anticipare la proposta di modificare la denominazione dell’associazione, includendo il nome del presidente Giambattista Scidà e prevedendo nello statuto l’ipotesi di una fondazione a suo nome, con l’obiettivo di raccogliere e divulgare – anche a mezzo stampa – tutti gli scritti di Scidà.
Sarebbero piaciute a Scidà le battaglie di Giuseppe Arnone di Legambiente -Agrigento, il suo impegno contro i poteri forti della città e la critica alla gestione della locale Procura.
Non è, però, mancata anche qualche polemica, quando Riccardo Orioles, uno dei fondatori storici de “I Siciliani”, ha sottolineato come Scidà fino alla fine dei suoi giorni non avesse voluto far mancare il suo contributo alla costruzione del giornale e come per la commemorazione, a due anni dalla morte del magistrato, la testata da lui diretta non fosse stata formalmente invitata. A lui ha risposto Mimmo Palermo, uno dei promotori dell’incontro, ribadendo l’assoluta informalità dell’incontro, pubblicizzato solo attraverso e-mail, sms e contatti personali.
Giuseppe Strazzulla, Presidente del Coordinamento provinciale di Libera, ha ricordato Scidà anticipando la presentazione ufficiale di “Eresia”, piccola pubblicazione che raccoglie alcuni scritti del Presidente.
Ha concluso la serata un video bello e commovente sul tema della legalità, presentato dall’insegnante Maria Pia Fiumara e prodotto da studenti di un istituto scolastico di Giarre che lo hanno dedicato al presidente Titta Scidà.
Gli organizzatori dell’incontro hanno infine invitato i presenti alla prossima riunione dell’Associazione Siciliani per la Legalità fissata il 20 gennaio dell’anno prossimo, presso i locali parrocchiali di piazza Falcone, per riprendere il progetto dell’associazione.
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mgb
Carissimi, non ha alcuna importanza se i Siciliani sono stati invitati o no – fra di noi queste cose non contano – e mi dispiace se qualcuno dal mio intervento, per mia incapacità, ha capito il contrario.
Ha invece importanza il fatto che “I Siciliani”, a due anni dalla sua rinascita, siano stati sostanzialmente lasciati soli dalla parte migliore della società catanese, salvo pochissime eccezioni.
Io, a queste solitudini catanesi, ci sono abituato e quindi non me la prendo più di tanto. Ma i Siciliani, in questo caso, sono proprio il giornale di Titta Scidà; fu lui, due anni fa, a volerlo rimettere in campo(con me, Caselli, Giovanni Caruso e una nostra amica che poi cambiò idea). Per questo le commemorazioni generiche – con le migliori intenzioni – mi appaiono stridenti; e il dibattito sull’Associazione Siciliani per la legalità, per quanto generoso e di amici, mi appare drammaticamente inadeguato a quel che c’è da fare. E drammatica mi appare questa inadeguatezza culturale, quest'”ognuno per sé” che da trent’anni – nelle generosità individuali – segna tutta la storia anche delal migliore Catania.
E adesso, insieme a Scidà, mi rimetto a lavorare al prossimo numero dei Siciliani giovani. Così si ricordano quelli come lui, facendole loro cose.
Con affetto
riccardo