Il dramma dei Cenciaioli, raffigurato da una lacrima sul viso di uno dei protagonisti del bellissimo cortometraggio girato a Palermo, ha concluso venerdì scorso la tre giorni del FILFEST (Festival della Felicità Interna Lorda) al Centro Zo di Catania, con l’auspicio che gli spazi dedicati a proiezioni e dibattiti continuino ad essere fruiti dalla cittadinanza come luogo di incontro per la condivisione di valori, messaggi ed eventi.
“Loro della monnezza”, un documentario di 50 minuti (di M. Battaglia, G. Donati, L. Schimmenti, A. Zulini), vincitore di molti riconoscimenti da parte dei più noti festival documentaristi italiani, racconta la vita dei Cenciaioli di Palermo. La proiezione inizia con immagini a cui ormai siamo abituati, cumuli di rifiuti e cassonetti in fiamme, prosegue con le testimonianze di questi uomini che per anni hanno vissuto tra i rifiuti e grazie ai rifiuti, intercalate da ritagli di telegiornali che riportano le inchieste giudiziarie nei confronti di politici e amministratori che dei rifiuti hanno fatto un business di tangenti e profitti.
I protagonisti (tutti veri) raccontano come negli anni 90 ognuno di loro raccogliesse quello che voleva e dove voleva. Essi gestivano la discarica all’interno dello stoccaggio. Alcune famiglie abitavano proprio nella discarica di Bellolampo. Racconta il protagonista che da piccolo giocava a pallone ma cominciava già a intraprendere il mestiere utilizzando bidoni per la raccolta e proteggendo i piedi avvolgendoli con strisce di stoffa..
I Cenciaioli usavano differenziare il materiale: ferro, rame, lattine, tappi di bottiglie, elettrodomestici, cartone, cibo (pane duro, surgelati scaduti). E da essi traevano profitto, ad esempio rivendendo pezzi di ricambio di elettrodomestici e cibo per animali.
Con questa attività essi riuscivano a mantenere le loro famiglie. Nel cortometraggio vediamo le loro case arredate in prevalenza con materiale abbandonato per strada e apprendiamo che a volte riuscivano anche a recuperare cibo (surgelato) che si poteva ancora consumare. “E mai un malanno” commenta uno di loro.
In uno spazio limitato si erano attrezzati anche di un macchinario per la compressione del materiale, assemblando lattine e cartone.
In alcuni quartieri si recavano porta a porta a recuperare cartone, lattine ed altro materiale. Erano bene accolti ed in cambio davano una tessera magnetica con un credito da spendere nei negozi affiliati!!! Operazione efficace di gestione della differenziata con incentivi economici alla popolazione.
Tutto questo è durato fino al 1996, anno in cui lo zio del protagonista rimase ucciso, schiacciato da una motozappa all’interno della discarica di Bellolampo.
Quella dei Cenciaioli è una denuncia, ribadiscono che non si vuole più fare la differenziata perché i rifiuti sono un business che conviene a molti. Quanto a loro, da 18 mesi non possono più fare questo lavoro: raccogliere cartone tra i cassonetti comporta l’arresto immediato per furto in danno dello Stato (“che continua a buttare tutto indistintamente”).
A seguito di un accordo con l’Amministrazione comunale si erano anche costituiti in cooperativa, stipulando una convenzione con l’AMAC (la società che si occupa di rifiuti a Palermo), ma il contratto è stato rescisso perché non sono stati più pagati.
I Cenciaioli, come è emerso dal dibattito che è seguito alla proiezione, non parlano di ambiente ma di soldi. E di profitto si parla anche quando il discorso viene spostato su Catania, dove prevarrebbe l’interesse a mantenere alte quote di indifferenziata.
Altro esempio cui si è accennato è quello della discarica di Tiritì di Misterbianco, gestita dalla OIKOS che si occupa anche della raccolta differenziata nello stesso Comune e in altri limitrofi.
Questa società, che riceve – secondo quanto detto in sala – 80/100 euro a tonnellata di rifiuti, non ha interesse a incentivare la differenziata. Il corrispettivo economico dei materiali differenziati va, infatti, al Comune, mentre l’Oikos guadagna dalla indifferenziata, ma è anche proprietaria di un macchinario che riesce ad estrarre parte di differenziata dai rifiuti indifferenziati.
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Si poteva citare l’ associazione rifiuti zero Sicilia visto che eravamo ufficialmente invitati. Comunque lo faccio io. Grazie