Via Carrata 24, angolo via Oberdan. L’edificio acquistato, ristrutturato e arredato per divenire residenza universitaria, ma rimasto chiuso e inutilizzato da anni, è stato occupato ieri pomeriggio da un gruppo di studenti costituitisi in Collettivo. Un gesto di protesta e di denuncia nei confronti dello spreco di denaro pubblico e dell’ assenza di serie politiche sul diritto allo studio, ma anche la volontà di costruire uno “spazio di aggregazione e di promozione sociale e culturale […] in un momento di crisi così profonda, in cui la paura e l’instabilità portano all’isolamento, all’emarginazione e all’apatia”.
Ha già un nome questo “spazio autogestito”, si chiama csoaZiqqurat, che sta per Centro Sociale Occupato Autogestito Ziqqurat. Ha già un sito http://ziqqurat.noblogs.org/, è presente su Facebook e su Twitter. Sul sito si possono leggere il primo e il secondo “manifesto politico”, ma anche il motivo per cui il Collettivo ha scelto di chiamarsi Aleph, prima lettera dell’alfabeto fenicio ed ebraico, punto di partenza, quindi, perchè “…sentiamo l’esigenza di qualcosa di nuovo”.
Il mancato utilizzo della struttura, risultata non a norma nonostante i soldi in essa investiti, era stato denunciato dal Movimento Studentesco Catanese. L’informazione è stata poi verificata e rilanciata da Argo. Lo spreco riguarda anche l’acquisto di arredi e strumenti, rimasti inutilizzati, come è visibile dalle foto sottostanti.
Gli ultimi articoli - Eventi
Diamo oggi la parola ad Antonio Fisichella, autore del saggio “Una città in pugno”, per ricordare
Pubblichiamo quanto inviatoci da Massimiano Aureli, ingegnere attivo nel volontariato cittadino, sull’episodio di intolleranza accaduto in
As a woman I have no country. As a woman I want no country. As a
Lo sguardo di Maria Liberti sul teatro greco-romano di Catania e sulla Casa Liberti, che su
C’è uno scivolamento di tutto il versante orientale etneo verso il mare, che si realizza all’interno