Tra i due litiganti la Sicilia muore. E i due contendenti sono da una parte i senatori Salvo Fleres e Mario Ferrara di Forza del Sud (Miccichè) ma sostanzialmente pidiellini e dall’altra Giovanni Pistorio del Mpa (Lombardo) e Giampiero D’Alia dell’Udc. Dietro tale contrapposizione non ci sarebbero ragioni ideologiche o morali ma solo quelle bieche della ripicca di cartello.
Occasionale motivo del contendere i Fondi Fas (Fondi per le aree sottosviluppate) che in questo tiro alla fune rimarranno a Roma. In forza di un emendamento presentato in commissione Bilancio della Camera da Pistorio e D’Alia, una parte di quei quattrini -per l’esattezza il 25 per cento, 650 milioni di euro– sarebbe stata utilizzata dalla Regione Sicilia per risanare i debiti della Sanità siciliana. L’emendamento non è piaciuto non solo al Pdl e alla Lega – ché questo era scontato – ma anche ai senatori siciliani Ferrara e Fleres. “I fondi Fas -dice quest’utimo- devono servire a costruire strade, ferrovie, impianti e rilanciare l’economia. Usarli per coprire politici e dirigenti spreconi ed incapaci costituirebbe una grave e costosissima colpa”. Ribatte D’Alia: “La Sicilia subirà un taglio selvaggio dei trasferimenti. Il voto contrario alla deroga costituisce un vero e proprio crimine nei confronti della Sicilia, perché tenta di fare saltare il bilancio della regione soltanto per un atto gratuito di ritorsione politica di Berlusconi”.
Ma la premiata ditta Fleres&Ferrara si è intestata altre battaglie come quella per lasciare immutata l’indennità – sarebbe meglio dire appannaggio- dei parlamentari, facendo finta , però, di ridurla. Hanno presentato un bell’emendamento che adegua gli stipendi dei nostri onorevoli non alla media dei paesi più popolosi ma a quella di sei paesi più ricchi, in cui le indennità sono vicine a quelle italiane. Così gattopardescamente tutto è stato cambiato perchè tutto rimanesse uguale. Poco importa che Senato e Camera avrebbero speso, senza quell’emendamento, meno della metà, 62 milioni di euro invece che 144 . Poco importa che la finanziaria tagli le spese e imponga tasse e ticket a tutti ma non ai parlamentari.
Il prode Fleres non è nuovo a emendamenti di questo tipo. Un altro dei suoi famosi ritocchi è quello per cui è stata ampliata la sanatoria per il rientro dei capitali dall’estero, il cosiddetto scudo fiscale. Con la norma Fleres si sono ampliate le possibilità di far rientrare e regolarizzare capitali mobiliari e immobiliari, polizze, ville, yacht e opere d’arte pagando un’aliquota solo del 5 per cento. Cancellati i reati di omessa o infedele dichiarazione, e quelli connessi al falso in bilancio quali la dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
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Carlo Galli, già docente di storia delle dottrine politiche a Bologna, ancora attivo come opinionista politico,