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La guerra sui cieli di Ustica e l’assassinio di Gheddafi

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Scrive il giornalista Walter Rizzo: “15 Novembre 1988. Quel giorno per la prima volta firmai in prima pagina su L’Unità. Gheddafi dice in conferenza stampa che a colpire il Dc9 a Ustica fu un missile Nato (dice Usa ma cambia poco). Gheddafi è stato ucciso dopo una rivolta sostenuta da Francia, Stati Uniti e Italia, si è così portato i suoi segreti nella tomba. Oggi Amato conferma che ad abbattere l’aereo fu un missile occidentale. Cosa si aspetta alla Nato a desecretare tutto”?

Stiamo parlando dell’abbattimento del DC9 sui cieli di Ustica, nel 1980, quando vennero assassinati 81 passeggeri.

Il giudice Rosario Priore, nella sua sentenza-ordinanza su Ustica del 31 agosto 1999, sostiene che il DC-9 precipitò a causa di un evento esterno, probabilmente l’eccessiva vicinanza di un aereo da caccia. Nel 2008 Franceso Cossiga indica in un missile la causa della strage. Nel 2011il giudice Priore nel libro “Intrigo internazionale” sposa la teoria del missile, indicandone anche la nazionalità: francese.

Non sappiamo, né è importante saperlo, perché Giuliano Amato abbia scelto di riaprire adesso la riflessione su questa che è una delle tante pagine oscure della nostra Repubblica. Oseremmo dire a partire dalla strage di Portella delle Ginestre.

Sappiamo, certo, quanti hanno interesse a impedire che si raggiunga la verità e quanto dobbiamo a giornalisti coraggiosi, per primo Andrea Purgatori, per aver tentato di fare crollare questo muro di gomma. Di più, è proprio grazie al suo impegno e a un lavoro che non ha conosciuto né pause né incertezze, se l’inchiesta sulla strage di Ustica è rimasta aperta.

Posto, però, che è importante che si sia riaperta la discussione, e sperando che le prove nel frattempo, come sembra però in parte essere già accaduto, non siano state distrutte, c’è almeno un altro elemento su cui vale la pena interrogarsi.

Nessuno dei commentatori ha speso una parola sul contesto generale. Tutti hanno ritenuto “normale” che il “mondo occidentale” (non importa se NATO, USA o Francia) avesse deciso di liberarsi del leader libico Gheddafi uccidendolo.

Quindi è “naturale” che chi comanda in questa parte del pianeta abbia il diritto, se non il dovere, di decidere per tutto il resto del mondo, anche utilizzando la pratica dell’omicidio mirato. Se poi quell’omicidio comporta la morte non preventivata anche di altri esseri umani, nessun problema, si tratta soltanto di “danni collaterali”.

Inoltre, Gheddafi non rappresenta purtroppo l’eccezione, ma la regola. Regola valida in tutto il pianeta, o come direbbe qualcuno in tutto il “globo terracqueo”.

Pochi esempi.

Patrice Lumumba, primo ministro della Repubblica Democratica del Congo fu assassinato nel 1961, dietro agli esecutori USA (attraverso l’intervento della CIA) e Belgio. La colpa: battersi per l’affrancamento totale e definitivo dalle ex potenze coloniali

Salvador Allende, presidente eletto in Cile nel 1970, ucciso nel 1973 dai golpisti comandati dal generale Pinochet e supportati dagli USA. Il suo governo aveva messo al centro la riforma agraria, privilegiando gli interessi delle classi più disagiate, e la nazionalizzazione di alcune industrie e delle miniere di rame

Thomas Sankara (1987), presidente del Burkina Fasu (ex Alto Volta), ucciso durante un colpo di stato “sponsorizzato” da USA, Francia e Gran Bretagna, che non gli perdonarono il rifiuto di pagare il debito estero di epoca coloniale, perché, secondo il “presidente sognatore”, toccava agli europei “ripagare il fardello che avevano imposto agli africani. Sono gli altri ad avere nei nostri confronti un debito che non potranno pagare: il debito del sangue che abbiamo versato”.

Se vogliamo rovesciare questo tragico modo di pensare, figlio di un’idea imperiale drammaticamente diffusa e che alimenta guerre e conflitti, contribuiamo a fare chiarezza, impariamo a guardare ai fenomeni sociali nella loro complessità, ma soprattutto non facciamo nostre interpretazioni vergognosamente di parte che vengono presentate come “oggettive”. Contestiamole. Anche questo è un modo per sostenere le ragioni della pace.

1 Comments

  1. Unico appunto a questo articolo : perché mai non sarebbe interessante sapere le ragioni che hanno mosso il dottor sottile a rilasciare questa intervista al giornale più filoatlantista di casa nostra?

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