Catanesi in marcia per la pace

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Domenica 21 maggio si è svolta, in edizione straordinaria, la tradizionale Marcia per la pace, l’iniziativa proposta da Aldo Capitini, il Gandhi italiano, fin dal 1961.

Quest’anno erano tre i punti di attenzione proposti alla riflessione dei partecipanti: Ucraina, come simbolo di tutte le guerre in corso; Cutro, per fare memoria del dramma delle migrazioni; Romagna, per non dimenticare i disastri ambiantali causati dalla mancata cura della casa comune.

Oltre 10.000 i partecipanti, fra cui tantissimi giovani, spesso presenti in gruppi colorati e simpaticamente chiassosi. Fra questi un gruppo di catanesi molto eterogeneo, da nove mesi a 79 anni, formato da un’associazione di giovani di Belpasso, EtnAndare, non nuova a questa esperienza, e alcuni membri della comunità parrocchiale del Crocifisso delle Buona Morte di Catania. Tutti vestiti con magliette con i colori dell’arcobaleno.

Una delle partecipanti, Elvira Brancé, presente per la prima volta, ha voluto raccontare così la sua esperienza e le sue emozioni.

Prima di questa esperienza non avevo mai capito il senso di quei piccoli riquadri colorati posti ai bordi delle scatole dei giochi da tavolo che indicano l’età dei giocatori e rimanevo sempre perplessa nel leggere “0-99” anni. Per mia ristrettezza mentale non ero mai riuscita a pensare un gruppo di persone, fortemente eterogenee, impegnate tutte nella stessa partita di gioco. Ma oggi, magicamente, eccone svelato il senso… è quello che è successo all’interno di un pullman, prima, e nelle strade di Perugia e Assisi, poi: i giocatori di “EtnAndare” cominciano la partita.

Il via è da Belpasso, cittadina catanese proprio alle pendici dell’Etna, così come l’arrivo, previsto circa 60 ore dopo; la partita prevede un percorso di 24 km a piedi. Una partita del genere la si deve preparare fisicamente, logisticamente, spiritualmente, c’è da sudarla ancor prima di farla, c’è da organizzarla negli spostamenti, nei soggiorni, negli strumenti, c’è da immaginarla quasi come per anticipare tutto quello che potrebbe accadere, c’è da scegliere le canzoni da provare innumerevoli volte. E soprattutto c’è l’obiettivo da tenere bene a mente: ogni giocatore marcia per la Pace!

Venerdì 19 maggio 2023: Partenza! Notte lunga tra chitarre, canzoni, euforia e soste. Il sabato mattina è subito dedicato alla santità di Assisi. Si respira la serenità tipica di quei luoghi e si percepisce ordine, pace. Improvvisamente è come se anche i battiti del cuore divenissero delicati e dolci, i pensieri nella mente rallentassero e le preoccupazioni di ogni giorno lasciassero spazio solo ad una ventata di leggerezza. Si inizia all’interno di Santa Maria degli Angeli: dalla Porziuncola, luogo di preghiera per eccellenza di san Francesco. Quindi, verso Santa Chiara…il Crocifisso di San Damiano… E poi la Basilica di San Francesco, a contemplare il Cielo Stellato…Giotto che racconta la vita del Santo… Ed infine il Beato dei giovani e della tecnologia, l’innamorato dell’ Eucarestia, da lui considerata “autostrada per il cielo”. Sono proprio i giovani a chiedere di andare a trovarlo e si rimane di sasso davanti ad un Santuario della Spogliazione estremamente essenziale, che contrasta con la maestosità del corpo di Carlo Acutis. Si ritorna al pullman e di corsa in camera a riposare…

Domenica 21 maggio 2023: Sveglia all’alba, colazione, e vestirsi sembra quasi un rito per affrontare sole o pioggia che sia, gli zaini quanto più leggeri possibile, per non appesantire il cammino (del resto l’essenziale è davvero poco!). Si arriva al punto di raduno per la partenza. È la Perugia-Assisi: Marcia per la Pace. Una distesa di persone, striscioni, bandiere, strumenti, gruppi, colori, tutti uniti dal grande ideale della Non violenza. Tutti pronti, ci sono pure gli amici napoletani, ed anche “Nina”, la nostra piccola mascotte, nove mesi appena compiuti. Eccoci tra 10.000 persone…ma quanto siamo belli! Indossiamo sorrisi e magliette arancioni, verdi, rosse, azzurre, blu, fucsia, gialle e, ad identificarci, il simbolo della pace ed il logo di EtnAndare: il nostro vulcano “Ca scassau” di cenere dai colori dell’arcobaleno.

E, dietro, una frase scritta non proprio da uno qualsiasi: “Sii tu il cambiamento che vorresti trovare nel mondo”. Mi fermo a pensare che quella frase di Gandhi la portiamo sulle spalle quasi a simboleggiare il peso di queste enormi parole. E a pensarci proprio bene, io quella frase sulla mia maglietta non la vedo nemmeno, ma la vede chi sta dietro di me, e io la vedo in chi ho davanti a me. Ed allora mi sa che è un po’ così… costruiamo nel nostro piccolo il cambiamento, e gli altri magari se ne accorgeranno.

C’è chi aspetta, chi si ferma, chi corre veloce, chi raggiunge il gruppo, chi si accoda, chi chiede aiuto, chi offre da bere e c’è anche chi non parte proprio, ma aspetta all’arrivo con il pensiero rivolto a quanti sono in marcia, accompagnandoli idealmente perché, in fondo, questo mondo un po’ più bello lo vorremmo davvero! Perché la Marcia non è solo camminare con gli occhi fissi sulla meta, ma è anche voltarsi a guardare dove sono gli altri, rallentare per aspettarne il passo e perché no, fermarsi, se serve. È anche tornare indietro e ripartire con chi credeva di non farcela. La Marcia è non mollare, nemmeno quando la stanchezza è tanta, nemmeno quando il tuo corpo non vuole assecondare la tua volontà di procedere, è non mollare nemmeno quando hai davvero tanta fretta di arrivare perché ti stanno aspettando sul palco dell’arrivo e la navetta che porta direttamente lì, per una inspiegabile ragione non si ferma, non vede il gruppo che alza le braccia per un passaggio…

Non si molla…si procede con sempre più forza, sempre più determinazione. Perché forse è la vita che è così. Ci sono momenti in cui non ci sono sconti, a muso duro, e procedi solo perché a starti vicino ci sono gli amici, i tuoi compagni di viaggio. Credo davvero che da soli non si possa andare da nessuna parte, ma gli amici sono quella forza, visibile ed invisibile al tempo stesso, che non ti farà mai dare per vinto. Si marcia insieme, ognuno a modo proprio, ed insieme, anche se oltre il tempo previsto, si arriva alla meta. Perché poi succede che chi non è mai partito, intercede per te, così come è successo a noi… la caparbietà dell’amore può chiedere ed ottenere di non staccare cavi e casse, di aspettare un poco ed un poco ancora perché stanno per arrivare dei ragazzi che del cuore hanno fatto il loro talento. E così è stato.

Grande la ricompensa per tanto lavoro, per l‘impegno di tirare fuori la bellezza, i principi ed i valori che il gruppo dei giovani di EtnAndare hanno dentro. Alla fine de “I cento passi”, la cortesia squisita e la condiscendenza di un fonico di nome Anna, che per noi ha riattivato mixer e microfoni, e le parole di Aureliano, uno degli organizzatori, che ha presentato tutti i Marciatori saliti sul palco, sono la vera gratificazione… Perché quando ci si sente dire che dalle prime ore del mattino si sono susseguiti sul palco ragazzi, adulti, scuole, gruppi di tutti i generi, e che non solo è valsa la pena aspettare, ma soprattutto che, anche se avessero tenuto i microfoni spenti e ci fosse stata solo quell’esibizione a tarda ora nell’intera giornata… quella sarebbe bastata.

È lì che è arrivata la conferma che chiunque stia lavorando in questa direzione, lo sta facendo davvero bene, chiunque abbia messo in moto questo progetto, ideando, pensando, creando, collaborando, provando e riprovando senza stancarsi, pazientemente, anche quando non si hanno più le forze, ma si dice ancora una volta “sì”, soltanto perché quel lavoro e quel progetto portano grandi valori di equità, solidarietà, giustizia, amore fraterno, lealtà, attenzione per il prossimo, rispetto per l’essere umano, inclusività. E non valori solo sulla carta, ma valori reali… e sfido chiunque a dire il contrario, vedendoci fermare in piena marcia, solo perché arriva la videochiamata di un dolcissimo bimbo, che avrebbe voluto essere lì, con noi…E cantargli “Credo negli esseri umani”, la sua canzone preferita.

E fermarsi ancora per regalare un po’ di musica a quelle gentili persone che alla fine di una faticosa salita offrivano acqua e cibo. Ed a quella bimba che affacciata sul giardinetto di casa per vedere i marciatori, ne vede fermarsi davanti al cancello un gruppetto con le magliettine colorate, e sente chiedersi: “Quale canzone ti piace?”. Forse quella bambina non si ricorderà tanto della Marcia, ma sono certa che si ricorderà dell’Arca di Noè di Rodari ed Endrigo. E di chi si è fermato a suonare e cantare solo per lei! Ed allora che importa se si arriva tardi? La strada ci ha dato di più… “Strada facendo vedrai che non sei più da solo/…/ e sentirai la strada far battere il tuo cuore”.

Mi concedo una piccola digressione personale, ed un’immagine. La prima è un ricordo che porto nel cuore e di cui spero di fare memoria per la semplicità e la bellezza del gesto. Vado a chiedere ad un dolcissimo signore dove dobbiamo andare per raggiungere il parcheggio della stazione, spiegando che il pullman ci aspetta per partire. Lui mi guarda e mi chiede da dove veniamo, e io: “Catania” e lui: “Ti accompagno”. E camminando mi racconta di quando era ragazzo e partecipava alla Marcia, nata nel 1961, come corteo non violento per manifestare a favore della Pace. Mi chiede del gruppo e mi dice che siamo stati fortunati ad essere stati accompagnati da una così bella giornata di sole, dopo tutto il maltempo dei giorni precedenti. Mi piace pensare che non è un caso che quel sole ci abbia accompagnati. Doveva andare così: accompagnati dal sole, perché quel sole lo portassimo con noi, anche sui nostri volti, al rientro a casa.

E poi l’immagine. Al parcheggio, quasi pronti per partire, si aspetta per la foto di gruppo con un grande arcobaleno che prepotentemente vuole farci da sfondo, come se non bastassero i colori delle magliette a ricordarci che il colore… la vita…arriva anche nei momenti di tempesta. E arriva pure il veterano della squadra, delicatamente sostenuto a braccetto da due fanciulle… Anche loro, arrivati! Fine Marcia. Foto di gruppo. Ce l’abbiamo fatta…TUTTI!

Si riparte, si rientra arricchiti di esperienze, di persone, di gioia, di voglia di vivere, di speranza, di passi. Magari la Marcia non avrà cambiato niente, ma noi sì che siamo cambiati, perché abbiamo oggi qualcosa in più…sappiamo che nessuno resta fuori, e che la Pace la si può portare solo se si costruisce. E noi l’abbiamo costruita a partire dal pullman. Questa Marcia Perugia-Assisi 2023 si conclude con i saluti. Negli occhi di tutti non c’è stanchezza, ma solo voglia di ripartire. Credo di aver capito il senso di quel piccolo riquadro nelle scatole dei giochi “0-99″…ed allora? Forza giocatori! Inizia la partita! È la Pace che ha bisogno di noi! In marcia

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