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Ricordando Gabriele Centineo, la sua grande onestà intellettuale e la passione per il bene comune

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Felice Rappazzo, docente universitario e intellettuale engagé, ha condiviso impegno culturale, sociale e politico con Gabriele Centineo, anche lui docente universitario a Catania. Centineo, scomparso nel 2017, ha affiancato all’attività di ricerca un generoso, e non comune, impegno politico e sindacale. Il 6 maggio alle ore 16,15, presso la biblioteca comunale Vincenzo Bellini di Catania, via Spagnolo 17 (angolo via Etnea 529) verrà presentato un volumetto che raccoglie gli scritti di Centineo pubblicati sulla rivista Città d’Utopia.
In vista dell’incontro, ospitiamo con piacere alcune riflessioni di Felice Rappazzo
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È appena apparso, presso l’Editore Rubbettino, un volumetto dal titolo Scritti dalla città d’utopia, curato da A. Auletta, A, Pioletti e da chi scrive. Nelle pagine di questo volumetto si raccolgono gli scritti di Gabriele Centineo apparsi sulla rivista «Città d’Utopia» a partire dal suo apparire, nel 1992. Pochi interventi, ma densi e significativi. Con questi scritti si è voluto ricordare un indimenticabile amico e compagno, impegnato sui fronti più vasti (politico, sindacale, culturale) praticamente per tutta la sua vita, fin dall’adolescenza, per circa sessant’anni. Si è voluto dedicarlo, questo volumetto, a una vita spesa per il bene comune, per una società più giusta, per un mondo migliore.

Gabriele Centineo (Acireale 1942 – Catania 2017) è stata una figura ben nota nella sinistra catanese e regionale, ha studiato e insegnato Chimica all’Università di Catania, e ha suddiviso i suoi interessi fra la scienza e la politica, studiando tuttavia accanitamente anche la storia e le culture del Movimento Operaio e del proletariato. Nell’attività e nell’impegno politico ha militato in successione in varie formazioni politiche, dal PSI al PSIUP, dal PdUP a Democrazia Proletaria e infine in Rifondazione Comunista. Costante l’impegno anche nel movimento sindacale (CGIL) e ancora nel pacifismo, nell’ambientalismo, nella lotta alla mafia, nell’analisi delle istituzioni e degli aggregati di potere. Non ha mai ricoperto alcuna carica pubblica, nonostante la lunga militanza politica. Ha prodotto un gran numero di interventi e documenti politici nelle più svariate circostanze e sulle più svariate materie, mai raccolti e raramente conservati. Gli scritti su «Città d’Utopia» sono fra i pochi rimasti a testimoniare la sua attività, e perciò i più preziosi.

Persona colta, enciclopedica, intellettualmente e umanamente curioso, ostinato e insofferente al tempo stesso, amante dei libri, del cinema come delle tradizioni culinarie, Gabriele Centineo manca alla comunità della sinistra politica e sociale, ma soprattutto alla città e alla Sicilia, dove ormai dominano la precarietà e il degrado fisico e morale, la condizione di “colonia” militarizzata e sbandata, la condanna alla povertà e alla marginalizzazione sociale e geografica, la costrizione al disamore e alla fuga dei giovani.

La lettura dei testi di Gabriele (nove in tutto), in cui si legge chiaramente, al di là dei contenuti, uno stile appassionato e spesso acremente satirico, una serena implacabilità polemica anche verso esponenti della sinistra, ci porta ad alcuni dei suoi argomenti di maggior interesse. Due, soprattutto: a) la lotta alla mafia e, b) la resistenza alle più evidenti, e soprattutto alle meno evidenti, modifiche del sistema istituzionale e dell’ordinamento democratico.

Nel primo campo come nel secondo è evidente la profondità di sguardo e il rigore di Gabriele, e, ancor più, la capacità di proiettarsi, a partire da dettagli apparentemente minori, su temi oggi resi espliciti dall’attualità politica e sociale. La, mafia, come abbiamo accennato, è per Gabriele – come per coloro ai quali si ispira – qualcosa di più e di diverso da una semplice organizzazione criminale, poiché coinvolge non solo un notevole numero di uomini politici, ma anche un intreccio con la cosiddetta società civile, cosa che comporta anche un diffuso e pervasivo consenso sociale (ben oltre la caricaturale “omertà”). Le torsioni efficientiste e modernizzanti (si veda in particolare la sua polemica aspra contro le modificazioni del sistema di rappresentanza in senso maggioritario e centralizzato sugli esecutivi, anche locali) sono, se possibile ancor più profetiche, purtroppo.

La sua onestà intellettuale, la sua radicalità, la sua rigorosa passione e il suo amore per il bene comune ci mancano moltissimo, non meno della sua intelligenza politica e della sua ironia. Chi gli è stato amico, compagno, anche in qualche scontro inevitabile (il suo carattere burbero comportava lo scontro quasi di necessità) può ricordarlo al meglio tentando di seguire, per quanto possibile, la sua strada.

6 Comments

  1. Dalla FGS dei primi i anni sessanta. Quella di Turi Toscano, Umberto di Giorgi…… e tanti altri. Oggi mi chiedo abbiamo cambiato qualcosa? Certamente ne è valsa la pena ! Ciao Gabriele , cieli azzurri.

  2. Un grande Gabriele. Ha lottato per l’ambiente per il nostro reparto DELL’ISAF, ACIDO FOSFORICO di Gela, sacrificandosi, spero circa 6 mesi a seguir ci come TECNICO di parte, alle indagini ambientali nominata dal Giudice del lavoro di Caltanissetta. Un ricordo indimenticabile da parte mia, ex delegato di reparto, Cutaia Giovanni. (aiatucgiann@libero.it).Genova.

  3. Caro amico e compagno. Ricordo la mia lire con Rodolico per difendere la sua onestà intellettuale..
    Ricordo le sue liti con Notarrigo ai tempi del docente unico. Lottatore instancabilo. Comunista non per moda, ma per elaborazione personale.. ciao Gabriele.

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