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Tavolo sociale. La lezione di La Martina impone scelte di campo.

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Mercoledì sera nei locali della Cooperativa Prospettiva, a San Giovanni Galermo, si è tenuto il tavolo di ‘ascolto’ su “Diritti sociali. Inclusione, Scuola, Cultura”, organizzato da ‘Forum civico Catania Può’, M5S, Pd, Sinistra italiana ed Europa verde. Uno dei tanti momenti di confronto su temi di scottante attualità che si stanno svolgendo in questi giorni in varie parti della città, coinvolgendo società civile e forze politiche progressiste, nell’intento di definire i contenuti di un programma che possa rappresentare una occasione di rinascita per Catania.

Marisa Falcone, in guanti di velluto ma con fermezza, ha introdotto e moderato il dibattito, invitando le forze politiche a porsi in posizione di ascolto verso le istanze della società civile e determinando, tra qualche mugugno, la scaletta dei lavori: “prima gli interventi della società civile poi quelli delle forze politiche che, dopo avere ascoltato, potranno formulare proposte e conclusioni”.

La relazione introduttiva è stata svolta da Glauco La Martina che ha distillato, in poco più di 20 minuti, 40 anni di sapere e di azioni, costruite in un autentico corpo a corpo con la città, a fianco degli ultimi. In verità quella di La Martina è stata una autentica lectio magistralis su quello che oggi non sono i servizi sociali catanesi e su ciò che dovrebbero diventare.

A sentire le sue parole è venuto in mente un solo pensiero, è grazie a persone come Glauco se questa città si tiene ancora in piedi, se riesce a tenere una rotta, a dare una qualche risposta all’enorme questione sociale che la stringe da tutti i lati. Dalle parole e dallo stile di La Martina c’è molto da imparare e il nostro augurio è che tutti, i partiti in primo luogo, da quella splendida relazione abbiano imparato qualcosa, almeno l’essenziale: l’essere al servizio di una causa, fare proprio il grido di dolore che sale dai ceti popolari, in una città che vive la sua ora più buia.

“Occorre smontare il sistema attuale – ha esordito La Martina – imperniato intorno ad un unico criterio: la precarietà dei servizi, la loro trasformazione in progetti e progettini di corto respiro che iniziano e finiscono, secondo criteri burocratico clientelari, indipendentemente dai bisogni reali delle persone. La politica di centro destra e di centro sinistra, senza distinzioni, negli ultimi vent’anni, non ha programmato alcun intervento serio, affidandosi alla logica dei voucher: negazione di qualsiasi logica di servizio, serio, strutturato, radicato nel territorio”.

“Ormai – ha proseguito il presidente di Cooperativa Prospettiva – i servizi sociali sono ridotti ai minimi storici; l’80% dei servizi sono affidati ai voucher. La politica in questo modo ha finito con il ricattare e tenere a guinzaglio il privato sociale. E quest’ultimo, sul piano economico trova nel sistema dei voucher più di una utilità. Siamo dentro ad un circolo vizioso: alla precarietà dei servizi corrisponde la precarizzazione dei lavoratori, ormai tutti a tempo determinato. Nessuna cooperativa investe in strutture permanenti, i voucher avvelenano ogni idea di servizio strutturato e di lungo periodo. Fino agli anni ’90 avevamo 17 centri sociali che rappresentavano dei presidi di legalità, consentivano di stringere relazioni e rapporti permanenti con i bisogni espressi dal territorio. Oggi questa presenza è stata totalmente destrutturata”.

La Martina ha fatto degli esempi concreti, a partire dai 21 centri di aggregazione , “tutti lasciati al meccanismo dei voucher che, nonostante l’impegno di molti operatori, sono dei ghetti, luoghi di sfigati che incontrano altri sfigati”. Nessuno pensa, ha sottolineato, di “dover cancellare i centri di aggregazione ma essi vanno fortemente rinnovati per farne dei veri luoghi di aggregazione giovanile, inseriti in nuove comunità educanti, aperti alla partecipazione di tutti i ragazzi, non solo dei più sfortunati”.

Lo stesso approccio riformatore va applicato al sistema dei semiconvitti, strutture ottocentesche che sopravvivono probabilmente solo a Catania. Gli 800 ragazzi che li frequentano vanno “liberati”, inseriti in un nuovo sistema di alleanze tra scuole e territorio. La Martina non ha dimenticato di sottolineare anche il ruolo dei Caf, spesso in mano a politici, che svolgono un ruolo deleterio di permanente trasformazione dei diritti in favori.

Occorre cambiare passo, ha concluso. E, con riferimento alla recente assunzione, seppure a tempo determinato, di 60 assistenti sociali, ha indicato la necessità che vengano collocati prioritariamente a San Giovanni Galermo e a Librino, per ripristinare i servizi sociali cancellati in questi anni. Al di là degli interventi straordinari, ha insistito, occorre superare la logica dei voucher per creare centri polifunzionali stabili, permanenti, dotati di risorse idonee a fronteggiare anche le situazioni più problematiche. In una parole occorre ridisegnare strategie di intervento a partire dai territori.

Numerosi gli interventi, sotto lo sguardo attento di circa 60 partecipanti.

Sara Fagone, di Librino attivo, ha sottolineato come le periferie abbiano “pagato il prezzo più alto dell’annichilimento dei servizi sociali” E visto che la politica ha rinunciato a combattere le diseguaglianze, ha invitato “le forze progressiste a riprendersi il territorio”.

Su una delle pagine più nere dell’amministrazione Pogliese, gli sgomberi inumani dei senza tetto, è ritornato Emiliano Abramo, della Comunità di Sant’Egidio, evidenziando l’urgenza di passare da “una politica per i poveri ad una nuova politica con i poveri”. Gianni Samperi ha sottolineato, invece, come ciò che stiamo vivendo sia il frutto avvelenato di una politica che ha abbracciato i dogmi del neoliberismo e del dominio del mercato. Dello stesso avviso Matteo Iannitti, dell’Arci, che ha lamentato, nonostante la bellezza e l’efficacia di tanti progetti realizzati in questi anni da Arci e altri enti di terzo settore, la loro breve durata. I principi i base di una nuova politica sociale: welfare di comunità, rete delle associazioni, modello di assistenza socio sanitaria integrata e integrazione socio- lavorativa dei soggetti deboli/disabili, sono stati esposti da Fiorentino Troiano, già assessore del Comune di Catania.

Rosaria Leonardi ha ribadito la convinta adesione della Cgil al percorso avviato dalle forze civiche e progressiste auspicando una nuova stagione di dialogo e confronto con le forze sindacali e politiche. Tra i rappresentanti delle forze politiche, Pierpaolo Montalto, che ha ricordato le proprie radici politiche e umane nel quartiere di San Giovanni Galermo, e Chiara Nastasi, entrambi di Sinistra Italiana, hanno sottolineato l’importanza del percorso avviato e la necessità di una forte iniziativa dei partiti. La convinta adesione a questo percorso da parte del suo partito, pur impegnato in una difficile campagna congressuale, è stata ribadita da Maria Grazia Leone, nuova segretaria provinciale del PD, che ha invitato “i partiti, a partire dal mio, a porsi in posizione di ascolto rispetto alle istanze della società civile per costruire insieme risposte e percorsi adeguati”. Con grande concretezza, il consigliere Bonaccorsi (M5S) ha ricordato le estreme difficoltà di trasporto dei disabili che vivono in periferia e la morte assurda di un ragazzino che tentava di scassinare una macchinetta delle sigarette.

Un confronto partecipato durante il quale sono emerse idee e proposte che possono servire a stilare un programma che “ridisegni un welfare cittadino in grado di dare risposte, anche solo parziali, alla fine del Reddito di cittadinanza”, come ha detto Antonio Fisichella.

Non sono apparse con chiarezza, dietro la proclamata unanimità di intenti, le differenti impostazioni che, in passato, hanno visto movimenti civici e amministrazioni cittadine su posizioni contrapposte intorno a temi molto concreti, come quello degli asili nido, sui quali sono state fatte battaglie importanti.

L’auspicio è che le forze politiche siano in grado di catturare la ricchezza progettuale proveniente dai tavoli tematici in corso, senza rinunciare a fare chiarezza sui temi controversi, nella consapevolezza che Catania ha bisogno di nuovi partiti radicati nella realtà.

1 Comments

  1. Dove trovare un politico che proponga la necessità di dotare la città di un PIANO REGOLATORE? Bisogna cercarlo con il lanternino il candidato che osi accennare alla necessità del PIANO REGOLATORE. Pare sia uno strumento inutile , scarsamente utilizzabile . Si preferisce parlare di consumo del suolo e di sostenibilità. Di quest’ultimo strumento si sconosce poi il vero significato. La verità si è che manca il PARTITO e mancano i programmi posti a base del partito.

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