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La 'resurrezione' del parcheggio Lupo, un pessimo utilizzo dei fondi del PNRR

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“Rigenerazione e riqualificazione urbana delle aree di San Berillo, Corso dei Martiri e Librino” sono stati indicate come obiettivi nella delibera di indirizzo politico della Giunta Comunale n. 31 (10/03/22) per l’utilizzo dei fondi del PNRR per i cosiddetti Piani Urbani Integrati.

Per dare un senso unitario ad interventi disparati e spazialmente lontani tra loro l’amministrazione ha scelto di presentare il progetto come “una sintesi tra margini urbani”. La normativa, infatti, prevede che ogni Città Metropolitana possa presentare solo tre progetti, il costo di ognuno dei quali non può essere inferiore a 50 milioni di euro. (art.21, comma 6)

Questo è il progetto del Comune di Catania e lo si può leggere in dettaglio nel provvedimento dirigenziale del 17 marzo 2022 che si conclude con una determina di approvazione ‘in linea tecnica’ dei progetti di fattibilità indicati in elenco.

Tra gli interventi, al numero 8, ritroviamo un vecchio progetto periodicamente tirato fuori dal cassetto e, fino ad ora, sempre ritirato: il parcheggio interrato di piazza Pietro Lupo, indicato, in questo caso, come ‘parcheggio multipiano’ da realizzare in una piazza sistemata a verde dopo la demolizione della palestra.

Al di là della invitante prospettiva di una piazza sistemata a verde e addirittura di un ‘giardino pubblico tecnologico’, formulazione vaga ma associata ad un’idea di innovazione e modernità, parliamo comunque di un parcheggio interrato in centro storico, con tutto quello che comporta.

Invece di dissuadere i cittadini dall’uso dell’auto privata, rendendo più difficile il parcheggio in centro (e aumentando il costo), si creano nuovi posti auto con un un invito implicito a continuare a muoversi in automobile.

Viene evitato, questa volta, l’assurdo di definire questo parcheggio ‘scambiatore’, come era avvenuto quando era stato inserito nell’elenco dei parcheggi scambiatori che avrebbero dovuto intercettare i fondi regionali ad essi destinati. Dopo le proteste, tra cui quella di Argo e quella di CittàInsieme, il parcheggio Lupo fu poi espunto dall’elenco.

Quanto alla sistemazione a verde della piazza, non potrà essere costituita da alberi ad alto fusto che hanno bisogno di uno spessore di terra adeguato. Il parcheggio interrato imporrà la presenza di ampi spazi cementificati per realizzare le rampe di accesso e costringerà a limitare la vegetazione ad arbusti che non hanno bisogno di affondare in profondità nella terra le proprie radici. Non vorremmo che la dicitura di ‘giardino tecnologico’ servisse a mascherare questi problemi. Non è certo questo il verde di cui la nostra città ha effettivo bisogno.

E’ sufficiente ricordare quello che è avvenuto quando venne realizzato il parcheggio interrato in piazza Europa, operazione che coinvolse anche l’adiacente piazza Sciascia, appena sistemata a verde con varie tipologie di alberi ad alto fusto, oltre che con altro tipo di vegetazione, arredi, giochi per bambini. Il verde venne distrutto, ridotto a qualche arbusto e, nella parte più vicina al mare (l’ex piazza Sciascia), a poche palme stecchite.

Ma c’è anche una domanda più generale che è necessario porsi, riguarda la congruenza di un interventi come quello previsto in piazza Lupo con le finalità indicate dalla legge sui Piani Urbani Integrati. Oltre a sollecitare interventi su inclusione sociale, riduzione del degrado, etc, essa invita a “sostenere progetti legati alle smart cities, con particolare riferimento ai trasporti ed al consumo energetico”, intendendo forse ben altro.

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