Buoni famiglia a Catania, il Sunia bacchetta il Comune

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Come mai, su 1500 domande per avere il ‘buono famiglia’, ne sono state esitate solo un centinaio? E’ accettabile che, ad agosto, si stiano ancora esaminando le domande pervenute nel mese di aprile?

Gli interrogativi vengono posti all’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo e al direttore degli Uffici Francesco Gullotta da Giusi Milazzo del Sunia di Catania.

In un momento in cui “migliaia di famiglie hanno perso il lavoro e rischiano di perdere la casa, la celerità delle procedure per l’assegnazione dei contributi è indispensabile per garantirne l’efficacia”, scrive Milazzo in un Comunicato diffuso sui media.

E lamenta che la richiesta di un incontro avanzata da mesi “per definire tempi e procedure per l’attuazione delle misure a sostegno delle famiglie in stato di bisogno” sia rimasta inascoltata.

Il sindacato ritiene gravissima e preoccupante la mancanza di trasparenza del sistema.

I cittadini, in situazione di difficoltà, che hanno presentato domanda – on line tramite un Caf – per avere il buono famiglia, non conoscono infatti lo stato del procedimento che li riguarda. Alcuni non hanno neanche avuto conferma della ricezione della domanda.

Non parliamo di un progetto complessivo che definisca i tempi entro cui esitare tutte le domande. Assente.

Eppure la condizione è di emergenza, tanto che i buoni famiglia, finanziati con i fondi europei del Pon Metro, destinati a migliorare la vita delle città e previsti per le situazioni difficili in un contesto di normalità, sono stati utilizzati per i disagi creati dalla pandemia di coronavirus.

Si tratta di un bonus affitto di max 250 euro da erogare al proprietario della casa e di un buono di 80 euro per pagare le utenze: una boccata di ossigeno in condizioni di emergenza. Ma se non c’è la tempestività, di che emergenza parliamo?

Lo stallo è aggravato dal fatto che – prosegue Milazzo – l’Agenzia per la locazione, che avrebbe dovuto offrire aiuto alle famiglie con problemi abitativi, è chiusa da marzo.

Una chiusura che non ha alcuna giustificazione, nemmeno quella relativa alla prevenzione di eventuali contagi. In un momento di accresciuto bisogno, un servizio importante come quello dell’Agenzia avrebbe dovuto essere potenziato e non interrotto, trovando locali idonei e sicuri da mettere a disposizione degli operatori.

Se continua questo stato di cose neanche le ulteriori somme che lo Stato sta per erogare, come contributi all’affitto, riusciranno ad impedire a molte famiglie la perdita della casa.

Per la Sicilia si tratta di 13 milioni, che saranno gestiti dai comuni. Ecco perchè il Sunia esprime grande preoccupazione ed insiste sulla necessità di accelerare i tempi e lavorare attivamente alla ricerca di soluzioni, tanto più che al 31 dicembre scadrà anche il blocco degli sfratti.

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