Tutti a manifestare contro il dissesto, partiti e gruppi, sindacati e persino lo stesso sindaco. Ma è come chiudere le porte della stalla quando i buoi sono già scappati.
Bisognava svegliarsi prima e capire cosa fosse opportuno fare/chiedere per evitare il sopra-indebitamento del Comune di Catania.
Non a caso, provocatoriamente, Maurizio Caserta, docente di Economia Politica all’Università di Catania, si è auto-accusato di essere l’autore del dissesto finanziario della città perchè “non ho gridato abbastanza forte quando occorreva attirare l’attenzione sulle cattive abitudini degli amministratori”, “non ho chiesto a voce alta che non si truccassero i conti” e via discorrendo.
Anzichè organizzare inutili proteste, adesso è il momento di capire meglio a cosa andiamo incontro e prepararci a svolgere quel ruolo di controllo che non abbiamo svolto prima.
La dichiarazione di dissesto può essere paradossalmente la possibilità di nuovo inizio.
CittàInsieme in un recente Comunicato l’ha definita una “benedizione”, perchè da ora in poi potremo “mettere un punto sul passato” e “progettare il nostro futuro”, senza il peso dei debiti pregressi .
Cosa accadrà infatti?
Il dissesto finanziario è regolamentato dal Testo Unico degli Enti locali (legge 267 del 2000) al titolo VIII, Enti locali deficitari o dissestati (artt. 244 – 270), una legge pensata a tutela degli enti e quindi dei cittadini.
La legge 267 prevede che venga nominato un “organo straordinario di liquidazione” che si occuperà dell’indebitamento pregresso (art.245), mentre gli organi istituzionali dell’ente (l’Amministrazione in carica) sono chiamati ad assicurare “l’equilibrio della gestione finanziaria rimuovendo le cause strutturali” del dissesto
Nel caso di Catania, città che supera i 5.000 abitanti, l’organo di liquidazione sarà composto da una commissione di tre membri, che deve rilevare la cosiddetta “massa passiva”, vale a dire i debiti.
Ma anche acquisire e gestire i mezzi finanziari necessari al risanamento, residui da riscuotere, ratei di mutuo non utilizzati, proventi derivanti da alienazione di beni del patrimonio disponibile (anche svendendo beni collettivi).
Previsto anche un contributo dello Stato sotto forma di un mutuo a lunga scadenza con la Cassa Depositi e Prestiti.
Con queste risorse, definite “massa attiva”, la commissione deve provvedere a pagare i debiti stabilendo un ordine di priorità, gli stipendi dei dipendenti, le fatture dei fornitori (anche tra il 40% e il 60%) e via discorrendo.
Mentre la commissione lavora, la macchina amministrativa non si ferma.
L’Amministrazione in carica deve partire da zero, da quel momento in poi esige le tasse dovute, riceve i trasferimenti nazionali e regionali, garantisce (dovrebbe) i servizi essenziali, ma non può chiedere altri prestiti.
Viene cioè ingabbiata, le vengono ridotti i margini di spesa, spesso clientelare, su cui si costruisce il consenso elettorale, nè può contare sui “debiti fuori bilancio”, contemplati dalla normativa per affrontare impegni imprevisti, ma di fatto adoperati in modo disinvolto per sforare dalla rigidezza che il bilancio esigerebbe: l’equilibrio tra crediti e debiti.
Per Catania è una gabbia stretta, le aliquote dei tributi locali sono già al massimo e sarà difficile recuperare altre entrate, le famiglie protesterebbero se dovessero pagare integralmente i servizi a domanda individuale, come gli asili nido.
Ogni eventuale riduzione delle spese del Comune non può che creare ulteriore malcontento: come rinunciare, ad esempio, ai “fuochi” di Sant’Agata o al concerto di Capodanno?
Sono rimasti sulla carta i Piani di rientro e di riequilibrio fatti sia da Stancanelli (trovatasi a gestire i buchi aperti da Scapagnini), sia da Bianco, che ha addirittura raddoppiato il debito.
Sul fronte dei ricavi, le varie amministrazioni non hanno saputo esigere il pagamento delle tasse da larga parte di contribuenti, hanno visto andare a vuoto i tentativi di vendere il patrimonio pubblico, e così via.
Hanno continuato, tuttavia, a contrarre debiti con le banche per spese non sempre essenziali e necessarie, utili soprattutto a guadagnare il famoso consenso. Che magari poi non c’è stato.
La Corte dei Conti ha individuato una programmazione non corretta, con conti falsati, sottostima dei debiti, giochi acrobatici per far quadrare quello che non poteva quadrare.
Per incompetenza, per disattenzione, per corruzione? La domanda è aperta.
Se l’organo di liquidazione individuasse comportamenti volutamente scorretti, è tenuto a passare le carte alla Procura perchè siano verificate le responsabilità penali.
Certamente l’attuale Amministrazione dovrà fare i conti con una situazione difficile, ma le si apre la possibilità di impostare la propria azione in modo responsabile, come un buon padre di famiglia che gestisce le risorse che ci sono davvero e non cercando che qualcun altro paghi per lui.
Come ha già fatto chiedendo al Governo centrale di intervenire con una elemosina di cui conosciamo già, per averla sperimentata, l’inutilità a lungo termine.
I tempi sono duri per tutti, c’è una restrizione dei trasferimenti statali e regionali che pesa sugli enti locali e crea ai comuni difficoltà finanziarie, ma solo una percentuale molto piccola (5%) arriva al dissesto.
E Catania è uno dei comuni che ha dimostrato di non sapere bene amministrare.
La dichiarazione di dissesto quindi non è il male, quando si è costretti a ricorrere a questa procedura la distruzione dell’equilibrio finanziario è già avvenuta.
Possiamo piuttosto esigere che, da ora in poi, l’Amministrazione non solo agisca con correttezza e nell’interesse della collettività, ma renda sempre intellegibili le sue scelte.
Noi cittadini dobbiamo essere messi in grado di leggere e capire il bilancio del Comune, che non va appesantito con particolari tecnici, ma deve essere esposto in modo chiaro, spiegando quale parte della torta viene destinata ad ogni settore.
Solo così la gestione sarà trasparente e noi potremo approvare o dissentire. E richiamare l’Amministrazione alle sue responsabilità, prima che sia troppo tardi.
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La discussione su questo articolo nella pagina facebook “Catania Metropoli del Mediterraneo”
Daniele Sangiorgi. Abbiamo già scritto a proposito. A parere del gruppo il dissesto è ancora evitabile se si pretenderanno i contributi promessi da Stato e Regione e se nel frattempo si prepara il piano pluriennale di rientro dal debito che, intuitivamente e logicamente ha effetto sospensivo della decisione della Corte dei Conti e si razionalizzano le spese e le entrate ordinarie
Santo Musumeci. Caro Daniele pretendere è una parola grossa. La si usa di fronte a un torto subito. Non credo che a Catania abbiamo subito soprusi per colpe di altri.
E non possiamo più andare a Roma col cappello in mano come tante altre volte
Daniele Sangiorgi. Santo, però ammetterai che non possiamo avere un trattamento peggiore rispetto ad altre città come Napoli, Roma e Torino dove il debito è ancora piu consistente rispetto a Catania e non mi pare corretto che Catania debba pagare questo prezzo una volta che ha contribuito grandemente al successo elettorale delle forze attuali di Governo
Sofia Rossi No Catania non deve pagare e neanche i Catanesi con dignita’..?Devono pagare loro i Colpevoli tutti sappiamo chi sono ..Andrebbero lasciati un mutande ..Oltre che esiliati ..20 ANNI di vergogna Umana
Sergio Cinà. Daniele Sangiorgi, così mi piaci
Giuseppe Marchese. Sofia Rossi, si , si , devono PAGARE . Devono pagare ma non a parole . Devono materialmente essere costretti ( COSTRETTI ) a riparare con i loro beni . Non capisco la magistratura perchè non interviene in tal senso . Se fossi stato io o tu , Sofia , la magistratura sarebbe già intervenuta e noi avremmo già da tempo vitto e alloggio nelle patrie galere ! Chi la pensa così faccia anche lui o lei pressioni in tal senso . Ha perfettamente ragione SOFIA .
Sofia Rossi. io spero che la Magistratura torni ad essere un diritto per Tutti in quanto anche in questo campo siamo perduti ..Sappiamo tutti chi sono i Colpevoli compresi tutti quelli gli Appizzati che da 20 anni sbranano la nostra Citta’..Ci vuole una azione forte per Tutti e recuperare i milioni di euro trafugati in beni e chissà quanto e tanto altro ..Certo che liscia non la possono passare ..Ci vuole serieta’per recuperare la Vergogna umana ed economica in cui siamo caduti.
Giuseppe Marchese. Sagge parole Niente da aggiungere. La situazione è scoraggiante. Capisco che non c’è da avere fiducia nemmeno nella magistratura .
Al Prefetto di Catania
Al Movimento 5 stelle
Altre importanti questioni sono quella di piazza europa, quella degli affitti e del servizio idrico integrato:
Il dott. Tinebra , in appello, come è nei poteri del PG, incaricò altro sostituto procuratore generale di sostenere l’accusa nel processo per la costruzione dei parcheggi, nonostante il dott. Gennaro chiese di essere applicato al giudizio d’appello, con funzione di sostituto procuratore generale e la procura chiese e ottenne assoluzione.
Quello che è doveroso rimettere in discussione è questo: se i criteri, peraltro variati anche per la parte inderogabile, erano relativi alla costruzione di un parcheggio (tra i criteri c.d. quantitativi c’era la tariffa oraria) come è possibile che il vincitore, dopo la variante, coincida con quello individuato prima della variante, se i criteri e quindi i punteggi erano relativi ad un parcheggio?
Dalla registrazione del processo si evince la manifesta infondatezza della perizia di primo grado, disposta dal tribunale:
http://www.radioradicale.it/scheda/303715/processo-ad-arena-mario-gioacchino-ed-altri-per-le-concessioni-dappalto-del-comune-di
la perizia d’appello è ugualmente infondata, perchè sostiene che la variante non sia lesiva della concorrenza, questo invece il parere dell’antitrust:” L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nell’ambito dei compiti ad essa assegnati dall’articolo 22 della
legge 10 ottobre 1990, n. 287, intende presentare – ad esito dell’adunanza del 15 settembre 2010 – alcune osservazioni in merito alle delibere assunte da codesta Amministrazione comunale relative alla gara per l’appalto del parcheggio di piazza Europa a Catania.
In particolare, l’Autorità ritiene opportuno segnalare a codesta Amministrazione che, a prescindere dalle questioni penali ed amministrative sollevate dalla vicenda in esame, una variante del progetto di realizzazione di un parcheggio sotterraneo, così significativa come quella apportata all’appalto nel caso di specie, relativa alla costruzione anche di un centro commerciale e successiva all’aggiudicazione della gara per la realizzazione del progetto originario, appare suscettibile di limitare artificiosamente il confronto concorrenziale.
Infatti, a fronte del progetto originario di realizzazione di un parcheggio sotterraneo hanno partecipato alla gara unicamente le società che hanno ritenuto profittevole, per il loro profilo imprenditoriale, la realizzazione di una simile opera. Tuttavia, la successiva modifica, che ha previsto la realizzazione di un centro commerciale oltre alla costruzione del parcheggio, avrebbe potuto rendere appetibile anche ad altre società la partecipazione alla gara d’appalto. Dette società sono state in tal modo escluse dalla partecipazione ad un appalto per cui avrebbero avuto interesse, ampliando il novero delle imprese che avrebbero potuto presentare un’offerta per l’aggiudicazione dell’appalto in questione, con eventuale vantaggio economico anche per l’Amministrazione appaltante.”
Non condivido neppure la sentenza del tar catania (recentemente ha preso sede in affitto per 420 mila euro da una società il cui amministratore sembrerebbe lo stesso imprenditore assolto nel processo per la costruzione dei parcheggi ), peraltro già riformata in appello, che aveva riconosciuto somme alla ditta “parcheggio europa”, perchè questo presuppone che la ditta sia concessionaria e abbia diritto di realizzare e gestire l’opera.
Si legge, inoltre, sui giornali “nessuna sopraelevazione” in piazza europa: verificate le foto anteriori alla realizzazione dell’opera, la piazza è in pendenza e la sopraelevazione c’è stata, eccome, rispetto al manto stradale, per fare spazio ai negozi, nel bel mezzo della piazza principale della città!
Ma questi imprenditori (Virlinzi) sono citati anche in un altro articolo, relativo al servizio idrico , in cui si legge : “Ma cosa è la SIE?
E’ una società creata dall’Amministrazione provinciale guidata dall’allora Presidente Raffaele Lombardo, che avrebbe dovuto, con uno strano superamento delle disposizioni di legge, occuparsi appunto dei Servizi Idrici Etnei, di fatto accentrando competenze che prima erano dei comuni ovvero dei consorzi.
Ma la cosa più inquietante è la commistione che in questa società si registra con imprenditori che coltivano interessi ovviamente privati.
Del Consiglio di Amministrazione della Società avrebbe addirittura fatto parte l?ing. Mariano Incarbone, già tratto in arresto e condannato per reati di Mafia nell?ambito del procedimento denominato IBLIS (lo stesso che vede coinvolto il Presidente della Regione condannato a 6 anni ed 8 mesi di reclusione).
Nella compagine societaria inoltre siede anche Oreste Virlinzi, noto imprenditore e fratello del Cavaliere del Lavoro Ennio”.
L’Anac sul servizio idrico integrato, in provincia di Catania ha comunicato al Parlamento:”A seguito di segnalazione anonima pervenuta, avente ad oggetto la gestione del servizio idrico integrato sulla base di atti annullati dal Consiglio di giustizia amministrativa della regione Sicilia, l’Autorità ha dato avvio a un’attività di vigilanza speciale richiedendo informazioni e documentazione ai soggetti responsabili, individuati nel Commissario straordinario del Libero consorzio comunale di Catania (ex Provincia di Catania), a cui competono anche le funzioni di Commissario liquidatore del Consorzio di ATO Catania Acque (ATO 2). Alla luce dei riscontri ottenuti, l?Autorità ha potuto rilevare l?assenza di un gestore del servizio idrico integrato che possa legittimamente subentrare, ai sensi del novellato co. 2, dell?art. 172, del Codice dell?ambiente, ai soggetti operanti all’interno del medesimo ambito territoriale e ciò anche a causa di complesse vicende giudiziarie, circostanza che ha peraltro determinato la presenza di una pluralità di enti erogatori sul territorio.”
faccio altresì presente al sig. Prefetto che la ditta vir immobiliare srl riconducibile al gruppo virlinzi ha reallizzato a catania, indisturbata, un immobile in via messina 623 in zona “vincolo assoluto e fascia rispetto stradale”
la sentenza citata nell’articolo sopra trascritto è stata riformata ed il processo è forse in corso, non ho seguito, ma a prescindere da questo, fermo restando che non intendo ipotizzare alcun reato, ma esclusivamente quelli oggetto delle inchieste già esistenti, chiedo:
1) lo spostamento della competenza territoriale ed il trasferimento ad altra corte d’appello, per il rifacimento dei processi aventi ad oggetto la costruzione dei parcheggi in questione, preferibilmente lontano dalla Sicilia, per ragioni di opportunità;
2) il riesame, immediato, della documentazione raccolta dal dott. Giuseppe Gennaro, riguardo gli appalti per la costruzione dei parcheggi nel comune di catania da parte di altra Corte d’Appello (al processo si è ritenuto che la concorrenza non fosse stata lesa);
3) a prescindere dal processo, il sequestro civile del parcheggio di piazza europa, a Catania e degli impianti del servizio idrico integrato, nonchè delle somme che la società ha percepito per la gestione del servizio;
4) la risoluzione del contratto di affitto del tar catania e la individuazione di una sede di proprietà pubblica, in immobili anche da valorizzare.