E’ diventata ormai una sorta di circuito per moto di grossa cilindrata una delle più belle zone della Sicilia orientale, caratterizzata, oltre che da pini, da querce, betulle bianche dell’Etna, faggi e altre vegetazioni tipiche. Oltre alla presenza di fauna protetta: volpi, ghiri, gatti selvatici, istrici, faine e poiane.
Particolarmente nel periodo festivo, oltre che nei fine settimana, queste moto si sono di fatto ormai appropriate del traffico della Mareneve relativamente al tratto che porta alla Pineta di Linguaglossa (Piano Pernicana, Piano Provenzana, Villaggio Ragabo, Rifugio Citelli, ecc.).
I residenti, gli abitanti, ed anche i numerosi turisti, sono costretti ad assistere a gare e caroselli, con sorpassi, duelli, spesso collegati a scommesse, in spregio totale dei limiti di velocità, in un fracasso assordante, provocato dalla manipolazione delle marmitte.
Grave il disagio per tutti coloro che sono venuti a villeggiare, o anche a passeggiare serenamente, in quest’oasi meravigliosa, ma anche la percorrenza della strada risulta, in alcuni momenti, molto pericolosa non solo per i ciclisti, ma anche per le auto e per i pedoni che devono attraversare la strada.
A notare questa deriva e a dissentire da questi comportamenti sono anche i motociclisti che utilizzano il loro mezzo in modo appropriato, lo amano perchè consente di viaggiare in libertà e scelgono la montagna per gustare la bellezza del paesaggio e anche per misurarsi con la tortuosità della strada, ma sempre nel rispetto delle regole del codice della strada, oltre che del vivere civile.
Sarebbe importante che i motociclisti perbene si dissociassero esplicitamente dai comportamenti irrispettosi e contribuissero a contrastare l’uso scriteriato delle due ruote da parte dei cosiddetti ‘tutati della domenica’.
Non sono bastati i numerosi incidenti, alcuni anche mortali, a svegliare dal letargo le Autorità preposte, che sono tante, e proprio per questo si rimpallano la responsabilità di un intervento risolutivo: la Polizia locale di Linguaglossa, la Provincia, il Prefetto, i Carabinieri, la Polizia stradale, il Parco dell’Etna, il Corpo Forestale.
Nonostante le numerose denunce, esposti, petizioni con raccolta di firme, non si è mossa una foglia e tutto è rimasto come prima.
Anche il Parco dell’Etna, arcigno difensore dei beni ambientali, pronto a comminare multe anche per lo spostamento di una pietra nelle zone protette del Parco e che ha tra i compiti istituzionali quello della tutela della fauna della zona, certamente pregiudicata da un’invadenza così rumorosa, non vuole o non riesce ad intervenire su un fenomeno che ha assunto dimensioni inquietanti.
Circola la voce che tutto ciò accade perché fra questi motociclisti irrispettosi vi sarebbero anche ufficiali dei Carabinieri, alti funzionari della Polizia o addirittura Magistrati. Noi non vogliamo crederci, se così fosse, sarebbe particolarmente grave.
Eppure, se non si vuole arrivare alla soluzione drastica del divieto assoluto per le moto, ovvero al numero chiuso (che, oltre a non essere risolutivo, potrebbe essere facilmente aggirato), per avviare il problema a soluzione basterebbero dei rilevatori di velocità e di acustica o un certo numero di videocamere per monitorare le infrazioni.
Quello che le Autorità non dovrebbero affatto sottovalutare è l’esasperazione della gente comune che assiste con scoramento all’assenza dello Stato e a volte è tentata, certamente sbagliando – com’è pure accaduto – a mettere in atto interventi ‘fai da te’, come gettare olio sull’asfalto stradale, che però aggiungono ulteriore pericolo, che si estende inevitabilmente a tutti, compresi ciclisti, automobilisti e motociclisti dal comportamento corretto.
A proposito del turismo, anche quest’anno è aumentata la percentuale di turisti che vengono a visitare il nostro Paese, specie al Sud. Certo, potrebbero essere molti di più se il turismo fosse meglio organizzato, sotto diversi punti di vista.
Ma se dimostriamo di tenere in così poca considerazione le bellezze ambientali che possediamo, come potremo convincere i Tours Operators e quindi i potenziali turisti a visitare i nostri territori, rafforzando la competitività nei riguardi di altri Paesi?
Non dimentichiamo che questo è l’unico modo per riportare la bilancia turistica (componente decisiva della bilancia commerciale) ad un livello che il nostro Bel Paese, primo nel mondo per bellezze culturali ed ambientali, certamente meriterebbe.
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Era ora che qualcuno mettesse nero su bianco la situazione che si è creata sulle strade che portano sull’Etna. E’ impensabile che magari esci per una passeggiata in montagna con dei turisti e rischi incidenti ad ogni curva.
Infatti!
Come constatato pochi giorni addietro.
Questi, come se la strada fosse una pista di gara, corrono, inquinano, rombano…e rompono….la quiete della natura e tutte le persone ( tante) che cercano la pace della natura e la tranquillità psicofisica.