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Treni in Sicilia, le modifiche che non piacciono ai pendolari

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Pochi e non buoni. Parliamo dei treni circolanti in Sicilia, il cui numero e i cui orari vengono modificati in modo che non piace ai pendolari che li utilizzano giornalmente.
A rappresentarne gli interessi è anche il Comitato Pendolari Sicliani.
Con il Comunicato del 6 dicembre scorso venivano denunciate alcune ‘stranezze’, come l’impossibilità di acquistare on line, dal portale Trenitalia.it, proprio i biglietti dei primi due treni del mattino e degli ultimi due della sera della tratta Catania-Palemo, i più utilizzati dai pendolari.
Secondo quanto scrive il Comitato, questi biglietti non erano acquistabili nemmeno in biglietteria, sebbene i treni circolassero.
“A questa stranezza se ne aggiunge un’altra” scrivono i Pendolari, vale a dire la cancellazione – a partire dal cambio orario dell’11 dicembre 2016 – di questi primi due treni del mattino (Rv 3800 e 3801) e degli ultimi due della sera (Rv 3812 e 3813)
E questo forse spiega il mistero. Quei treni stavano per essere sopprressi.
Una scelta assurda, la cui responsabilità ricade, a parere del Comitato, sulla Regione, con la quale “non si riesce ad instaurare un rapporto di collaborazione”, che – paradossalmente – è più facile stabilire con “l’impresa ferroviaria Trenitalia”.
Non è tutto. Con un ulteriore Comunicato del giorno 9 veniva segnalato che il nuovo orario, in vigore dal 11 dicembre, “sta rivoluzionando non solo le abitudini già consolidate di mobilità di lavoratori e studenti nei giorni feriali lavorativi ma complicherà completamente la mobilità ferroviaria nelle giornate di domenica e festivi”.
Non vengono più garantite, infatti, le fasce orarie dalle sei alle nove del mattino e quelle dalle 18 alle 21, utili sia per utenti pendolari che lavorano anche la domenica e nei festivi (presso strutture alberghiere o ospedaliere) sia per chi si muove per svago o per altre necessità.
Si perdono così sei corse, e al danno si aggiunge la beffa. Alcuni treni regionali, infatti, sono stati trasformati in treni veloci, che “non garantiscono un servizio regionale capillare” perchè effettuano poche fermate.
Ecco quindi le domande poste dal Comitato all’assessore, ai dirigenti regionali alla mobilità e al presidente della Commissione Trasporti:
“Perché, avendo diminuito il numero delle corse tra Palermo e Messina, da 17 a 11, non sono stati mantenuti almeno gli stessi orari per i primi treni del mattino e gli ultimi della sera?
Perché sprecare km/treni con la circolazione dei 7 treni regionali veloci nei festivi, visto che non danno un servizio capillare?
Forse perché dal cambio orario entrerà in vigore una tariffa che prevede l’aumento del 5% dei biglietti dei treni regionali veloci?
Le autorità regionali, a cui il Comitato chiedeva il ripristino del servizio, hanno prontamente risposto con un invito – rivolto anche a Trenitalia e alle associazioni di consumatori – ad una riunione il cui esito non è stato ancora reso pubblico. Con buona pace della trasparenza.

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