Il duro lavoro dei campi senza attrezzature meccaniche, il trasporto a dorso di asino o di mulo, la vendemmia con i cesti e la pigiatura a piedi scalzi. La pesca di tonni, acciughe e pesci spada.
Sono le attività immortalate nel video che vi riproponiamo oggi, realizzato con foto d’epoca.
Vediamo falegnami, fabbri e stagnari, coltellai e arrotini, zolfatari e lavoratori delle saline, tutti immortalati nei gesti tipici e nei contesti tradizionali.
Ci sono anche venditori di panelle e ‘luppinari’, i venditori di lupini, e ‘arriffaturi‘, che vendevano i biglietti di lotterie improvvisate.
Molti di questi mestieri non esistono più, di altri sono mutati modalità di lavoro e strumenti, oppure sono cambiate la società e l’economia, cancellando attività un tempo importanti come l’estrazione dello zolfo.
Anche i nomi sono oggetto di memoria. Ormai dimenticato il termine ‘stazzunaru‘ che indicava l’addetto allo ‘stazzuni’, l’area in cui si lavorava l’argilla e si cuocevano i mattoni.
Nelle foto compaiono anche gruppi di donne, lavandaie e ricamatrici, ma prevalgono gli uomini con i volti spesso bruciati dal sole o intenti a lavori di precisione come quello de ‘u consalemmi‘ che, con trapano ad archetto, mastice e fil di ferro ricuciva i pezzi del vasellame rotto.
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Francesco di Bartolo, docente di filosofia e storia presso il liceo Del Duca-Bianca Amato di Cefalù,