Via Plebiscito 903. Più o meno un centinaio di metri separano la nuova sede del Comitato Popolare Experia dagli storici locali, occupati e autogestiti, sgomberati violentemente dalle forze dell’ordine il 30 ottobre del 2009.
Una festa/inaugurazione, molto partecipata, ha rimesso al centro, pochi giorni fa, le idee e l’impegno di un ‘collettivo politico’ che in tutti questi anni non ha mai rinunciato a far sentire la propria voce.
Sia attraverso la riproposizione della pratica dell’occupazione di luoghi significativi lasciati al degrado e all’abbandono, sia attraverso la partecipazione ai momenti più importanti delle lotte sociali presenti nel territorio.
In effetti l’Experia non ha mai abbandonato l’Antico Corso, proseguendo la battaglia contro l’allontanamento dal quartiere dei residenti storici e, insieme, la lotta per migliorarne la vivibilità.
Una lotta che, oggi, si concretizza, innanzitutto, nella contestazione della costruzione (committente è l’ERSU – Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario), nei vecchi locali del cinema Experia, di un auditorium musicale, mentre sembra essere superata l’ipotesi di utilizzare quest’area e, in parte, quella della scuola Manzoni, per costruire nuove aule legate alla facoltà di Giurisprudenza.
Una struttura per la cui costruzione sono stati stanziati oltre un milione e mezzo di euro (pare che tale cifra non sia, peraltro, comprensiva degli arredamenti). Si tratterebbe, però, di un secondo auditorium musicale costruito nella zona che affiancherebbe quello nato nel 2008 (legato alla facoltà di Giurisprudenza) e mai utilizzato.
Per i componenti del Comitato è la conferma (si pensi alla variante di cui si sta discutendo per il centro storico, o alla vicenda del PUA) che a Catania ciò che si muove, economicamente, è sempre legato a progetti speculativi, mai finalizzato al miglioramento della qualità della vita.
Il Comitato non ha mai reciso, in questi anni, il rapporto con gli abitanti del quartiere, che, peraltro, anche quando si spostano in altri luoghi della Città (non per scelta, ma perché la presenza dell’Università ha contribuito a ‘colpire’ le vecchie attività e a far aumentare a dismisura i prezzi degli affitti) mantengono un legame effettivo con il territorio, e con loro ha progettato vari interventi.
Uno dei primi riguarderà la costituzione di un gruppo di acquisto solidale, in collaborazione con i coltivatori di Terre Forti (pensa globale, mangia locale). Un modo per garantire, allo stesso tempo, buona qualità dei prodotti alimentari e prezzi competitivi.
Accanto al Comitato, proseguirà il lavoro del Collettivo Politico Experia, impegnato sia sui temi internazionali (medio-oriente, popolo curdo, Ucraina) che su quelli nazionali e siciliani (lotta al MUOS, innanzitutto).
In sostanza, chi pensava di avere mano libera nel quartiere rischia di subire un brusco e traumatico risveglio. A partire da chi pregusta ingenti profitti dalla chiusura dell’ospedale Vittorio Emanuele.
All’Experia, anche su questo, hanno le idee chiare: quello spazio ‘liberato’ dovrà servire per dotare il quartiere delle necessarie, e attualmente inesistenti, strutture di base: ambulatori medici, asili nido, impianti sportivi, spazi culturali. Ovviamente, aperti a tutti.
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