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Concessioni demaniali in Sicilia, proroga dei privilegi

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Concessioni demaniali, stabilimento balneareIl decreto, firmato il 17 giugno dall’Assessora al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata, è stato reso noto solo in agosto. Con due mesi di ritardo. Conformandosi all’orientamento nazionale, anche la Sicilia del governo Crocetta ha così prorogato la scadenza delle concessioni demaniali dal dicembre 2015 al dicembre 2020.
La motivazione addotta dall’Assessora è stata quella di voler accogliere le istanze delle associazioni di categoria, che chiedevano che la durata delle concessioni demaniali fosse adeguata a quanto stabilito dalla legislazione nazionale. La scadenza al 2015 del rapporto concessorio avrebbe costituito, infatti, un problema per quegli operatori che avessero provato ad accedere a contributi di provenienza comunitaria. Una scadenza così ravvicinata li avrebbe esposti al rischio di un diniego, e coloro che avessero già avuto accesso a contributi di provenienza comunitaria avrebbero rischiato di doverli addirittura restituire.
Non è azzardato affermare che molti balneatori (così vengono chiamati i gestori di lidi balneari), vogliono atteggiarsi ad imprenditori senza accettare il rischio di impresa e la concorrenza.
La loro categoria rappresenta, assieme ad altre (farmacisti, notai, tassisti, banchieri, ecc.) una delle tante posizioni di rendita esistenti nel nostro Paese, protette da una legislazione, sia nazionale che regionale, a dir poco compiacente e che soprattutto non ha mai fatto della concorrenza il suo elemento di forza. E questo anche a causa dalle potenti lobbies esistenti nel settore.
Non è un caso che la Confesercenti, che raggruppa molti gestori di lidi balneari, abbia definito “inqualificabile” il comportamento del governo che avrebbe esclusivamente favorito i grandi gruppi europei a scapito delle piccole e medie imprese.
Chi ha difeso in questo frangente gli interessi dei cittadini? Già a livello nazionale hanno fatto sentire la loro voce le associazioni ambientaliste, la Federconsumatori e il M5S.
“Una mini-proroga di 5 anni è sicuramente meglio di un regalo di 30”, ha affermato la Federconsumatori con riferimento alla bocciatura della proposta, avanzata nel 2012 all’interno del dl Sviluppo (governo Monti), di prorogare le concessioni sulle spiagge addirittura al 2045. Una proposta che, se accettata avrebbe fatto incorrere l’Italia in una nuova procedura di infrazione da parte della Commissione UE, la quale, com’è noto, pretende l’indizione di gare pubbliche per l’assegnazione delle concessioni.
Il Wwf non gradì nemmeno la miniproroga e invitò il governo a far sì che il termine delle concessioni restasse al 31 dicembre 2015, per “evitare il rischio di un nuovo scempio ambientale, con una prolungata – o addirittura ulteriore – cementificazione delle coste”. Ma la sua voce è rimasta inascoltata.
A livello politico hanno preso posizione i deputati, nazionali e regionali, del M5S, che hanno annunciato anche la presentazione, a Bruxelles, di una denuncia perchè si proceda a controlli sull’operato della Regione e dello Stato.
Soddisfatto della proroga, invece, il PD. A livello nazionale, Bubbico era stato tra i presentatori della proposta di proroga al 2045 e, a livello regionale, Barbagallo considera giusta e opportuna la decisione di prorogare le concessioni demaniali fino al 31 dicembre 2020. La direttiva Bolkestein, norma di riferimento europea, si applicherebbe -a suo parere- solo ai servizi e non alle attività produttive di natura balneare come quelle presenti sul territorio siciliano.
Gli si potrebbe obiettare che non è chiaro perchè mai la gestione di un lido debba essere considerata attività produttiva e non servizio, a meno che non si consideri produzione l’offerta alla clientela di  arancini e pasta al forno…

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Ma la durata non è che uno degli aspetti delle concessioni. Vi è il problema dell’ammontare del canone di concessione, in moltissimi casi del tutto irrisorio; la responsabilità fiscale dei concessionari, molto spesso carente; il rispetto dell’ambiente (e il divieto di strutture fisse e di cementificazione delle spiagge); la libertà di accesso al mare in quanto bene comune, ecc.
L’altra faccia della medaglia è l’incapacità di molte amministrazioni comunali a garantire un numero adeguato di spiagge libere attrezzate, anche con il minimo degli standard possibili: docce, solarium, servizio di salvataggio, servizi igienici ed ecologici, vigilanza, ecc.
Viene anche il dubbio che non di sola incapacità si tratti, ma di pigrizia burocratica se non di aperta collusione con i privati. Molti Comuni non si impegnano a realizzare spiagge pubbliche attrezzate, proprio per favorire gli interessi dei privati concessionari, così come avviene in altri settori, vedi ad esempio la sanità.
Ancora una volta il pubblico viene sottomesso agli interessi dei privati, in barba a quanto dice la Costituzione, l’Unione europea, la Corte costituzionale e soprattutto a dispetto degli interessi dei cittadini.
Quanto ai comportamenti dei fruitori delle aree e spiagge “totalmente libere”, bisogna francamente ammettere che sono spesso inqualificabili, nettamente al di sotto di uno standard minimo di pulizia, decenza e rispetto dell’ambiente.

3 Comments

  1. @Una Dea Sicula
    Una volta tanto non mi accanirei contro il Comune che ha quasi del tutto decementificato la spiaggia libera n.1. E’ un primo passo e si spera che nei mesi invernali si proceda anche all’abbattimento delle strutture in cemento delle altre due.
    Il vero problema, invece, è il cemento “secolare” degli stabilimenti privati; nel 1999 hanno ricevuto i contributo del Patto Territoriale Catania Sud per ammodernare gli impianti e decementificare, ma si sono limitati ad incassare i soldi, acquistare ombrelloni e nuove cabine senza rimuovere i manufatti in cemento.

  2. Capisco quello che stai dicendo pero’ vorrei raccontare una piccola avventura che ho avuto alla playa.
    Verso gli inizi di Luglio, ho deciso di fare una passeggiata lungo la costa della playa. Per il tempo della passeggiata ho passato spiaggia dopo spiaggia con gli stessi ombrelloni, musica etc. Ho passato anche le spiaggie libere – notando come erano piene.
    Sono arrivata alla fine della spiaggia fino al porto. Ho esultato perche’ la spiaggia era finalmente deserta e c’ero solo io! Da lontano pero’ ho notato accumuli verdi. Mi sono avvicinata per vedere che cos’era questa un’accumulo di verdume. E ho notato la battigia era ricoperta di alghe. Non era lo spazio che avevo sperato cosi’ ho deciso di ritornarmene alla relativa sicurezza del lido.
    Pero’ invece di riotrnare dalla spiaggia ho pensato di ritornarmene dalla parte della strada (avevo dimenticato com’e’ fatale il viale Kennedy). Sono entrata dentro la spiaggia e ho notato che l’unico passagio era era pieno di spazzatura e di vetri rotti. C’erano degli alberi e ho pensato che sicuramente che era un posto deserto. Eccetto che’ 3 o 4 cani sono usciti dall’ombra degli alberi e hanno corso verso di me.
    Immediatemente ho girato i tacchi ma ero sola e adesso ero in balia dei cani. Uno dei cani e’ venuto e mi ha sbattuto il muso contro la gamba 2 volte. Gli ho detto BASTAAAA e per qualche ragione mi ha subito obbedito. Ho comnciato a camminare veloce ma i cani mi hanno seguito. Non so per quanto mi hanno seguito perche’ non ho osato girarmi. Ho sentito sono degli abbai che piano piano si sono placati.
    Ero sollevata quando sono arrivata nella spiaggia principale e perfettamente contenta di restarmene nel lido per il resto della giornata.

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