Cosa succede quando si possono coniugare i bagni a mare con le maschere per il corpo? La risposta in questo caso può essere solo una: la distruzione delle dune costiere.
Succede in una spiaggia nel Comune di Pachino, situata tra l’Isola delle correnti e Punta delle formiche, dove da qualche anno a questa parte i bagnanti occasionali hanno scovato, durante le loro passeggiate sul bagnasciuga, una duna rocciosa dalla quale si può ricavare un fango da applicare sulla pelle “a gratis”, che però in questo caso è sinonimo di “a danno dell’ambiente”.
Le proprietà dell’argilla sono numerose e risapute, peccato però che in quella duna le quantità di argilla siano davvero minime, se non addirittura inesistenti.
Non si tratta infatti di argilla bensì di arenaria, ovvero sabbia unita ad altre componenti che, diciamola tutta, non sono previste tra gli ingredienti delle creme di bellezza, e anzi possono essere dannose per la pelle perché invece di renderla più morbida esfoliandola, come fa l’argilla, la rendono più secca.
Nonostante il colore della roccia possa essere simile in alcuni casi, le pareti di argilla hanno una composizione molto diversa da quella delle rocce di arenaria. L’argilla disidratata appare compatta e diventa malleabile a contatto con l’acqua, mentre l’arenaria – essendo composta per la maggior parte di sabbia – si sgretola facilmente anche da asciutta.
A poco sono serviti i continui avvertimenti degli abitanti della zona, che in alcuni casi sono stati addirittura aggrediti verbalmente quando cercavano di dissuadere le persone dal rovinare la duna.
Inevitabile poi l’effetto imitazione in coloro che vedono altri bagnanti tornare da quel luogo ricoperti dalla testa ai piedi di una presunta maschera di bellezza.
Il problema è che, una grattatina dopo l’altra, queste persone stanno mettendo gravemente a rischio l’ecosistema di quella spiaggia.
Le dune svolgono infatti un ruolo importante nella difesa della costa, perché ostacolano fisicamente l’avanzata del mare.
La vegetazione che colonizza le dune costiere rende il terreno resistente all’erosione di acqua e vento. Ma lo scavare perpetuo dei bagnanti ha permesso al mare di penetrare alla base della duna facendola collassare su se stessa – come tra l’altro è già successo in altri punti del litorale – e ha inoltre causato il parziale sradicamento del ginepro marittimo che la sormontava.
La morte di questa pianta, che da anni tenta stoicamente di resistere all’attacco di chi le sottrae letteralmente il terreno da sotto i “piedi”, porterà inebitabilmente alla scomparsa della duna e delle specie vegetali protette che la abitano – come il pancratium maritimum (o giglio di mare) -, e di conseguenza il mare sarà libero di avanzare minacciando pericolosamente i terreni le abitazioni situate non molto distanti.
La preservazione di queste aree dovrebbe avere la priorità sul turismo selvaggio, soprattutto nel momento in cui proprio quest’ultimo rischia di danneggiarle irrimediabilmente. Possiamo solo sperare che il Comune, a cui spetta il controllo del litorale, e le associazioni ambientaliste provvedano a salvaguardare la zona da ulteriori danni, prima che diventino irreversibili.
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Perche’ il comune non mette dei CARTELLONI che vietano lo scavo assoluto delle dune e una multa per i trasgressori? I cartelloni dovrebbero menzionare anche gli effetti nocivi alla salute.
I vigili urbani o polizia o qualsiasi forma di autorita’ dovrebbe fare i patrols delle area e fare multe a chiunque danneggia le dune.
Quanto costa adottare queste misure? Pochi migliaie di euro in confronto ai questi danni irreversibili che non sono quantificabili (e il danno al turismo per i pachinesi).
Ci vogliono milioni di anni per creare un sistema ecologico cosi’ bello e suggestivo e solo pochi giorni per noi umani per distruggerlo.
Spero che i Pachinesi facciano pressione al comune al piu’ presto prima che il danno diventi ierreparabile. Il sindaco di Pachino non dovrebbe neanche dormire la notte finche questo problema non e’ risolto.
Sarebbe bello se qualcuno potesse fare un follow-up o una segnalazione riguardo la situazione delle dune per appurare che la situazione sta migliorando.
la vogliamo finire con le ” concessioni marittime “?Leggo sul Quptidiano di Sicilia che l’assessoira regionale competente di nome Mariarita Sgarlata ha con proprio provvedimento prorogato al 2020 le concessioni demaniali marittime. E’ un furto perchè sia i principi legati alla concorrenza che quelli legati alla natura del bene pubblico su cui la concessione verte vietano che del bene pubblico si faccia un uso discriminato a favore di quanti vogliono piantare le proprie tende per fare profitti sui beni di tutti. Un deputato 5 stelle a nome Trizzino ha protestato e pare abbia intenzione di promuovere la procedura di infrazione dinnanzi alla Commissione europea. Ma è mai possibile che nonostante tanto parlare e scrivere sulla natura delle coste si debba ancora assistere a questo genere di furti?