Come rendere ‘viva’ la Costituzione e coinvolgere nella sua difesa ampi settori popolari, fino ad ora abbastanza indifferenti nei suoi confronti?
Se ne è discusso venerdì 8 novembre alla Camera del Lavoro, nel corso di un’assemblea del Forum organizzato dal Comitato ‘Viva la Costituzione’ e dal Comitato catanese per la Costituzione, al quale hanno aderito -anche con la loro partecipazione- molte associazioni cittadine, fra cui Lavoro e Società, Azione Civile, ALBA, Unione degli Studenti, Circolo Rosa Luxemburg etc.
Dalle brevi introduzioni di Emanuele Ungheri, Ettore Palazzolo e Pina Palella e dagli interventi è emerso che la Costituzione deve ‘vivere’ nelle lotte e nelle pratiche sociali, a partire dai temi del lavoro, della casa, e quindi della dignità, dei diritti sindacali, del fisco, della scuola, dell’uguaglianza, della pace, dell’ambiente. Solo così la gente comune potrà sentirsi coinvolta e potrà esserci qualche chance di vittoria nella lotta contro chi vuole smantellare l’art. 138 della Costituzione per procedere poi ad una ristrutturazione in senso accentrato e verticale delle istituzioni democratiche.
Un’occasione in questo senso è stata individuata proprio nello sciopero di oggi, organizzato all’interno della settimana di mobilitazione nazionale indetta dai sindacati confederali contro la manovra economica del governo. Il nesso tra le scelte di politica economica del governo da una parte e la difesa della Costituzione dall’altra è evidenziato del resto anche nel documento della CGIL.
Difendere la Costituzione oggi significa soprattutto evitare che vadano in porto i tentativi di modifica dell’articolo 138, sotto attacco proprio perchè contiene le norme che regolano gli interventi di trasformazione della stessa Carta. Cambiare questo articolo rischia di essere il primo passo per snaturare lo spirito e il dettato del documento fondamentale del nostro paese, come Argo ha già spiegato pubblicando un intervento del costituzionalista Ettore Palazzolo.
A partire da questi timori, i due comitati cittadini che hanno organizzato il confronto pubblico di venerdì scorso hanno anche lanciato una petizione su Change.org.
La petizione è stata scritta il 24 ottobre, subito dopo l’approvazione in Senato, con la maggioranza dei 2/3, del progetto di legge costituzionale n.813-B, che modifica profondamente proprio l’articolo 138 e rischia di far saltare il delicato l’equilibrio, fatto di garanzie, su cui si basa il nostro ordinamento, in nome di una pretesa ‘modernizzazione’, spacciata per necessaria.
Il 10 dicembre prossimo il progetto 813-B dovrà essere discusso alla Camera e, se fosse approvato dai deputati con la stessa maggioranza di 2/3 con cui è stato approvato dai senatori, sarebbe preclusa definitivamente la possibilità di indire un referendum costituzionale e di permettere quindi a tutti gli italiani di esprimersi a questo proposito.
Ecco perchè, nella petizione, i comitati catanesi si rivolgono ai deputati affinchè, con il loro voto, evitino non solo di dare il via libera ad una modifica pericolosa ma anche di mortificare la possibilità dei cittadini di far pesare il proprio punto di vista.
Basterebbe infatti che alla Camera l’approvazione avvenisse a maggioranza inferiore ai 2/3 per chiedere che venga avviato l’iter per l’indizione del referendum.
I senatori che hanno votato a favore della proposta di legge costituzionale 813-B, hanno ignorato anche l’invito (“un numero limitato di senatori non partecipino alla votazione finale”) che era stato loro rivolto dai promotori e dai protagonisti della manifestazione del 12 ottobre, riuniti nel cartello di associazioni ‘La via maestra‘.
Cosa faranno adesso i deputati?
Forse dovremmo tutti contribuire a diffondere e rilanciare questa petizione che, nonostante l’uso di un linguaggio piuttosto declamatorio (“da questo momento non ci rappresentate più”, “noi, vostri elettori, revochiamo il vostro mandato”), non sta avendo grande successo.
Puoi firmare la petizione a questo link
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Carlo Galli, già docente di storia delle dottrine politiche a Bologna, ancora attivo come opinionista politico,
savanti ad una Costituzione retriva, meschina, capitalistica della peggiore specie e con l’accorpamento di un Concordato con la Sacra Romana Chiesa che ha schiavizzato il popolo italiano ( si veda la vergogna del Tribunale ecclesiastico che involge nelle sue decisioni contro ogni logica e diritto anche chi non crede in Dio e nelle sue fole ) non comprendo come una sinistra che si rispetti e cioè moderna, evoluta e civile possa lottare per mantenere in vita una costituzione di tal fatta.Bisogna lottare per impedire che un teribunale della Sacra chiesa romana possa ancora vessare i cittadini italiani che non hanno fede.