Un paese etneo diverso dagli altri, più pulito, più verde, con bambinopoli curate, strutture sportive ben tenute, e l’innovativa “Casa dell’Acqua”. Così si presenta Aci Bonaccorsi, piccolo centro di 3.300 abitanti, amministrato da una giunta presieduta da Vito Di Mauro, attuale sindaco e da 25 anni “patron” di questo comune.
Ormai alla vigilia della scadenza del secondo mandato, il sindaco afferma di voler uscire di scena e risponde in modo sereno e disinvolto ad alcune domande di Argo.
Parla della raccolta differenziata, organizzata con un “porta a porta spinto” che comprende anche la frazione umida e ha raggiunto la percentuale del 60% con conseguente “’abbattimento di 1/3 della tariffa ordinaria”, vantaggio economico che premia chi fa correttamente la differenziata.
Parla del “bilancio partecipato”, con assemblee di quartiere in cui i cittadini possono discutere e formulare proposte gestendo anche un piccolo budget e ricevendo a domicilio il rendiconto delle spese comunali.
Sono previsti anche un “assegno civico compensatorio per prestazioni di pubblica utilità” per chi perde il lavoro o vive condizioni di disagio economico. Viene piantato un albero ogni volta che nasce un bambino “residente” e si pensa di introdurre persino i pannolini lavabili per abbattere il consumo di quelli usa getta, anti ecologici e anti economici.
Ma l’intervento più conosciuto anche fuori dal paese è senza dubbio la “Casa dell’Acqua”, struttura fortemente voluta dall’amministrazione (leggiamo nella carta dei servizi) e molto gradita agli abitanti del paese.
Si recano infatti alla “Casa” impiantata accanto al Municipio, portando i propri contenitori e li riempiono. Hanno diritto a 20 litri di acqua naturale e 20 di acqua gasata per famiglia. Chi abita più lontano ne porta via diversi bidoncini, chi abita vicino anche solo un paio di bottiglie alla volta. “Mi piace averla fresca” spiega una massaia.
La possibilità di avere a portata di mano acqua depurata e quindi “garantita” ha indotto le famiglie ad abbandonare o ridurre il consumo di acqua imbottigliata realizzando un risparmio valutato intorno ai 300 euro l’anno. Si è ottenuto soprattutto un vantaggio ambientale: meno plastica, meno CO2 emesso per il trasporto su gomma dai Tir che portano l’acqua in bottiglia su e giù per l’Italia.
Il Comune ha fornito alle famiglie che ne hanno fatto richiesta una tessera magnetica che dà diritto a prelevare 40 litri di acqua ogni settimana (20 di acqua naturale, 20 di acqua gassata). L’acqua erogata, prelevata dall’acquedotto, viene filtrata per rimuovere eventuali particelle in sospensione e cloro residuo, la cui presenza in eccesso può conferire un sapore sgradevole. Infine viene ulteriormente sterilizzata con luce ultravioletta..
Sono state distribuite 1100 carte magnetiche su 1150 famiglie residenti e la risposta dei cittadini è stata più che positiva, potremmo dire entusiastica. Si sentono garantiti sulla qualità dell’acqua che bevono e sono contenti di non doverla acquistare. Hanno infatti la percezione di ricevere un servizio gratuito.
Su questo aspetto della gratuità avremmo però alcune osservazioni da fare. Chi va ad attingere l’acqua non sborsa denaro e non ha pagato nemmeno per ricevere la tessera. In realtà ha pagato e continua a pagare attraverso i costi sostenuti dall’amministrazione per remunerare la ditta, privata, che ha impiantato la struttura e svolge il servizio.
La New Ecotecnica Depurazione Acque si è infatti aggiudicata la gara indetta dal Comune con un’offerta di 45.000 euro (link). Realizzata la struttura, continua a gestirla con una spesa annua, indicata dal sindaco, di circa 2.400 euro per l’esercizio e di circa 3.000 euro per il gas. Una cifra che potremmo definire irrisoria.
Rimangono tuttavia aperte alcune domande.
Perchè una ditta privata deve intervenire a rendere più “sicura” e gradevole un’acqua che già l’acquedotto dovrebbe fornire potabile? Non si tratta comunque di un costo aggiuntivo?
Se poi il costo è realmente quello dichiarato (circa 5.400 euro l’anno), come mai mai una ditta privata effettua un servizio da cui ricava così poco? Come fa a pagare la sede e il personale, tanto più che non ci sono ancora al sud altre “case dell’acqua”? Si tratta di una operazione pubblicitaria per far diffondere la domanda e impiantare case dell’acqua -abbastanza diffuse al nord- in altri comuni siciliani?
In sintesi il comune di Aci Bonaccorsi presenta caratteristiche positive e un’amministrazione attenta alle esigenze dei cittadini, che vengono ascoltati ma anche educati. Non a caso è stato dato spazio ad un “progetto di comunicazione” che ha permesso ai residenti di conoscere ed adeguare i proprio comportamenti a standard non usuali nei nostri paesi. Lo sforzo di cui il sindaco si vanta, anche se lo considera “faticoso”, è quello di rispondere ai bisogni di tutti, ma soprattutto di creare nei residenti “il senso di appartenenza” per evitare che il paese divenga un dormitorio per chi lavora e di fatto “vive” a Catania.
Nelle parole delle persone che abbiamo incontrato per le strade abbiamo letto l’orgoglio di appartenere ad un comune “diverso” dagli altri, più “civile”. L’obiettivo sembra quindi raggiunto, e non è poco. Introducendo le nostre domande non vogliamo disconoscere quanto di buono è stato fatto. Vogliamo solo aprire una riflessione su una problematica più generale e vedere se sia possibile cercare insieme le risposte.
Ringraziamo Mirko Viola dei Giovani di CittàInsieme, che ci ha dato lo spunto per approfondire questa tematica citando l’esperienza della Casa dell’Acqua nella relazione presentata durante un incontro di approfondimento sui quesiti referendari (leggi la relazione integrale a questo link)
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Purtroppo nella nostra società c’è gente come questo signore che ha pubblicato quest’articolo,che pur essendo un ignorante scrive cose che non sa e mette in cattiva luce un’azienda che compie il proprio lavoro a regola d’arte rendendo efficiente un servizio a disposizione dei cittadini!La rovina dell’italia sono questi presunti giornalisti che credono di far carriera solo dicendo menzogne e calunnie!Buona giornata
alla bimbopoli di aci bonaccorsi la gente porta i bimbi per picchiare i genitori degli altri bambini