La settimana scorsa è stato presentato il nuovo “Atlante sanitario”, uno strumento per conoscere la distribuzione geografica delle principali patologie.
Da più parti si sprecano gli elogi: “innovativo strumento di lavoro”, “strumento importante per chi è chiamato a prendere decisioni di programmazione sanitaria”, “La Sicilia, una delle poche regioni italiane a usufruire di così delicati strumenti di lavoro”.
Però, entrando nel merito, vediamo che stanno pubblicando adesso (nel 2010) un’analisi che prende in considerazione bisogni di salute nel periodo 1997-2002, dati ISTAT del 2001 (a questo punto si poteva aspettare il prossimo censimento del 2011!) e dati sulle cause di morte del 2004-2005. Eppure sono tanti i dipendenti che ogni fine mese raccolgono, inviano, aggregano e interpretano i dati sanitari. E tutto questo per avere informazioni relative a 5-10 anni addietro…
Ma non è finita: leggi l’introduzione e scopri che a firmare la presentazione è il Prof. Lagalla, Assessore regionale alla Sanità. E allora ti chiedi: ma non si chiama Russo il nuovo (da ben 29 mesi) assessore regionale? E pure l’Assessorato ha cambiato nome: non più alla Sanità ma Assessorato della Salute. Se questi sono i tempi della nostra Amministrazione…
Se poi sei un temerario e leggi la prefazione, scopri che questo volume è un semplice aggiornamento, per il biennio 2001-2002 (avete letto bene: dati di 8-9 anni fa), dell’Atlante della mortalità per cause in Sicilia.
E tutto questo è stato prodotto da due Dipartimenti (Epidemiologia e Statistica) che istituzionalmente hanno questo compito, ma – si legge – con fondi strutturali comunitari. Ci piacerebbe sapere se questi 15 dipendenti regionali hanno percepito somme extra per svolgere il loro lavoro
istituzionale.
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