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Davanti alla porta

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E’ difficile credere che un museo civico pubblichi, nella sua collana editoriale, una testimonianza di chi per anni si è prostituito a San Berillo, vecchio quartiere catanese della prostituzione. Ed è ancora più difficile credere che questo libro sia stato promosso e finanziato da una comunità parrocchiale. Ma è tutto vero.
A pensarci bene non è neanche così strano perchè il Museo è il Civico etno-antropologico “Mario De Mauro” di Scordia e la Comunità è quella del Crocifisso della buona morte, il cui parroco, padre Gliozzo, da 40 anni ad oggi si distingue nella nostra città come esempio di accoglienza nei confronti di tossicodipendenti, immigrati, omosessuali…
Il libro in questione èDavanti alla porta” di Francesco Grasso e sarà presentato Venerdì 15 ottobre alle ore 19.00 nei locali parrocchiali in Piazza Falcone a Catania.
“La testimonianza di Francesco – scrive Pippo Gliozzo al direttore del museo, nella lettera pubblicata in allegato – è tanto vera quanto cruda, e qualcuno potrebbe giudicarla, a tratti, scabrosa” E ancora “un testo che fa intravedere scorci di vita autentica, per quanto segnata dall’esclusione, e che mostra dall’interno un’umanità spesso dimenticata e mortificata, aggredita e sfruttata”.
Analoga sensibilità leggiamo nella risposta del Prof. Gambera, direttore del Museo: “A noi editori veramente liberi e indipendenti è stato chiesto un intervento che contribuisse a rendere merito e giustizia alle caste intenzioni di Francesco Grasso, che in queste sue sincere pagine vuole rendere omaggio al quartiere San Berillo di Catania, per la prima volta descritto nella sua traboccante umanità da un suo reale protagonista, dall’interno, senza la deformante lente dei pregiudizi dei benpensanti, senza l’interessata ipocrita e sleale partecipazione dello scrittore alla ricerca di guadagno e successo facili”.
Francesco ha iniziato a lavorare, trasformandosi ogni sera in una bella ragazza, in una stanza dai muri vecchi e senza intonaco, senza luce e senza acqua e nella sua testimonianza – senza enfatizzare i ricordi – descrive San Berillo e i suoi protagonisti (prostitute, clienti, emarginati) come erano e come si sono trasformati nel tempo.
“Ma la decisione delle autorità di chiudere tutte le case per ristabilire l’ordine a San Berillo non ha certo risolto il problema che si sarebbe voluto combattere, cioè la prostituzione. Le prostitute e i travestiti si sono sparsi per la città, lavorando sia di notte che di giorno”, come leggiamo anche sui quotidiani locali proprio in questi giorni a proposito dell’ennesima retata.

4 Comments

  1. iniziativa lodevole sul degrado della nostra città e sulla mancanza di soluzione di uno dei tanti problemi, uno squarcio di Catania
    e di persone emarginate e diseredate .
    conosco personalmente padre Gliozzo , prete vero e vicino alla
    persone , agli sbandati agli emarginati ed alle prostitute,

  2. Dove si acquista questo libro?
    Ne ho sentito parlare molto bene.
    Un amico sostiene che dovrebbero averlo tutti i catanesi…

  3. […] Non sono bastati libri e film? Evidentemente no. Perchè la conoscenza e la riappropriazione di questo luogo sia diffusa e ci coinvolga in prima persona, Radio Matria, Arci e Comitato Cittadini attivi di San Berilloci invitano a raccontare il quartiere servendoci di uno strumento espressivo a nostra scelta, fotografia, video, scrittura, arte nelle sue varie forme (pittura, scultura, installazioni…). […]

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